Hussein Hadman è il primo consigliere islamico della Germania

Hussein Hadman è il primo consulente per gli affari islamici in Germania. Si occupa di trovare un dialogo e un punto di incontro tra la comunità islamica e le regole municipali

Hussein Hadman racconta le sfide del suo lavoro come primo ministro consulente del dialogo con la comunità islamica in Germania. Una figura importante, se si pensa che esistono circa 2.800 moschee sul territorio tedesco che seguono le stesse regole delle chiese e delle sinagoghe ma che ancora molto spesso si trovano in conflitto con le comunità locali, generalmente per questioni quotidiane e banali La figura di Hussein nasce proprio per porre fine alle situazioni di scontro con le istituzioni municipali, perché spesso non è possibile comportarsi allo stesso modo in ogni parte del paese. Quanto dovrebbe essere alto un minareto, come integrare i giovani musulmani nella comunità, sono tutte cose che non hanno una sola risposta, perché la risposta varia nei termini in cui varia la legge di un determinato posto e dal paesaggio urbano in questione.

Hussein Hadman, il consulente per gli affari islamici che opera in Germania dal 2015

Da ormai otto anni Hadman offre consulenza islamica nel Baden-Württemberg, per i comuni della Germania sud-occidentale. Dopo aver conseguito un dottorato in Tubinga, con una tesi dal titolo “Il dialogo cristiano-islamico dell’Università di Azhar”, è diventato ricercatore associato presso il centro della comunicazione interculturale di Heidelberg. Ricorda così il suo primo incarico: “Era il 2 giugno 2015 e un ufficio distrettuale mi chiese una valutazione di un’associazione sufi“. I sufi sono seguaci dell’islam mistico e sono conosciuti per la loro passione per la musica e la danza spirituale. Hadman conosce le diverse comunità che esistono in Germania, sa come entrare in dialogo con loro. Hadman sa anche come entrare in dialogo con i rappresentanti comunali, così che non ci siano incomprensioni tra le due parti. “Sono sempre stato un amico del dialogo condotto onestamente: ciò include trattarsi con rispetto reciproco, ma al tempo stesso affrontare le situazioni critiche“, afferma in una intervista al Wave. 

Hadman parla del suo lavoro: quasi 50 comuni si sono avvalsi dei suoi servizi di consulenza

Spesso Hadman interviene per questioni quotidiane, a domande che sembrano banali ma che non possono avere una risposta generica. Ogni municipio ha le sue regole, ogni comunità musulmana è diversa dalle altre. Le questioni possono essere tra le più disparate: quanto può essere alto un minareto, come integrare i giovani musulmani nella comunità. Hadman interviene, fa da intermediario, spinge per una conversazione congiunta: non ci sono soluzioni già pronte per l’uso, ci sono dialoghi e compromessi.

Lo studioso islamico mette in guardia la comunità: non si possono valutare tutte i gruppi di moschee allo stesso modo, perché ogni gruppo è diverso e ogni città è diversa. In particolar modo, la comunità DITIB, la Türkisch-Islamische Union der Anstalt für Religion e.V., viene criticata in Germania perché subordinate alle autorità turche. Le comunità DITIB hanno un trattamento differenziato, ma devono comunque accettare il dialogo ed il confronto, sostiene Hadman. “L’onestà nel dialogo significa che affrontiamo le questioni critiche”, sottolinea Hamdan. “Dobbiamo mangiare insieme, bere un caffè insieme, festeggiare insieme. Ma abbiamo anche bisogno di uno scambio su come affrontare le problematiche, che esistono da una parte e dall’altra”. 

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