Come una legge del 2002 fa della Germania il Paese giusto per crimini internazionali contro i diritti umani
Ecco il perché la Germania sta diventando la destinazione più amata per i processi criminali nel mondo
La Germania è una dei dodici paesi le cui leggi coprono la giurisdizione universale. L’avvocato tedesco Andreas Schüller ha spiegato che ci sono diverse ragioni per il ricorso sempre maggiore alla giurisdizione universale da parte di tribunali europei, e in particolare, tedeschi. La prima ragione è il “Codice Tedesco dei Crimini contro il Diritto Internazionale”, entrato in vigore nel 2002. Questo codice permette casi penali anche se i presunti crimini non sono stati commessi in Germania, aprendo potenzialmente la porta a cause da tutto il mondo.
Cos’è la giurisdizione universale?
Per la maggior parte dei crimini internazionali vale il principio della giurisdizione universale: il che significa che qualsiasi stato può esercitare la propria giurisdizione su un criminale, in deroga ai normali criteri della territorialità e della nazionalità del reo o della vittima. Fra i crimini soggetti alla giurisdizione universale figurano le gravi violazioni del diritto e degli usi di guerra, i crimini contro l’umanità, nonché alcuni crimini previsti da apposite convenzioni, come ad esempio la tortura.
Questo principio giuridico veniva già applicato a partire dal diciassettesimo secolo per processare pirati e commercianti di schiavi responsabili di crimini commessi in aree del mondo che non appartenevano a nessuno. Fu anche alla base di casi di grande risalto internazionale, come per esempio quando nel 1961 il gerarca nazista Adolf Eichmann fu processato in Israele per i crimini contro l’umanità commessi in Europa durante la Seconda guerra mondiale. Al tempo lo stato d’Israele non era nemmeno nato: il governo israeliano sostenne la legittimità del procedimento invocando proprio la giurisdizione universale.
Dall’introduzione della giurisdizione universale negli anni 2000, hanno iniziato a emergere anche alcune critiche. Il Segretario di Stato americano Henry Kissinger ha sottolineato nel 2001 che la giurisdizione universale corre il rischio di stabilire un’autocrazia universale. Oggi la giurisdizione universale si può applicare a condizione che il presunto criminale straniero si trovi nel territorio del paese che lo vuole processare, e sempre nel caso in cui il sospettato non sia richiesto dal proprio stato di cittadinanza o da uno stato che abbia con lui un più stretto collegamento.
Le limitazioni della giurisdizione universale in Germania
Nonostante i pubblici ministeri tedeschi possano farsi carico di casi estranei alla Germania in conformità con la legge, non sono obbligati a farlo, e questo può essere uno dei grandi limiti del paese. Gli esperti dicono che è qui che la politica estera può giocare un ruolo importante. In Germania infatti, il ministero della Giustizia può obbligare i pubblici ministeri a sospendere le indagini.
Ad esempio, il processo per genocidio dei radicali dello Stato Islamico o il processo per tortura del governo siriano hanno scarso interesse politico.
Questo non è il caso dell’Arabia Saudita, il più grande esportatore di petrolio al mondo. L’ultimo caso risale a martedì 2 marzo. L’organizzazione non governativa francese RSF “Reporter Senza Frontiere”, che promuove la libertà di stampa mondiale, ha denunciato all’ufficio del pubblico ministero federale di Karlsruhe diversi funzionari sauditi e il principe Mohammed bin Salman, accusandoli di crimini contro l’umanità. In particolare, RSF li ha accusati di perseguire giornalisti in Arabia Saudita. L’Arabia Saudita avrebbe arrestato arbitrariamente 34 giornalisti e organizzato l’omicidio del giornalista e dissidente saudita Jamal Khashoggi.
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foto di copertina: ©Pixabay