Pier 61|63, il nuovo palazzo di Berlino in mezzo l’East Side Gallery per “violentare” ancora la storia della città
Su chiama Pier 61|63 ed è il palazzo in costruzione su Mühlenstraße 61-63 lì dove passa l’East Side Gallery, 1,3 km di arte a cielo aperto lì dove un tempo c’era la divisione tra est ed ovest.
Secondo quanto riportato dalla responsabile del progetto, Pier 61|63 sarà un insieme di 75 appartamenti in affitto e 176 “serviced apartments”. Questi ultimi assomigliano a camere d’albergo, ma sono dotati di angolo cottura. Non si rivolgono quindi solo ai turisti giornalieri, ma anche alle persone che rimangono in città per diverse settimane o mesi, ad esempio per motivi di lavoro.Il progetto assurge a valore di simbolo di come Berlino stia cancellando la sua storia. Assieme con la già esistente torre abitativa adiacente, è la prova lampante di come la città stia facendo prevalere gli egoismi immobiliari sugli interessi comuni. Il costruttore che sta realizzando l’opera è la società di investimento berlinese Trockland Management.
Perché Pier 61|63 è contro la Berlino che vogliamo
L’associazione cittadina “Sink Mediaspree”, che ha combattuto duramente contro il progetto, richiedeva inoltre una distanza di almeno 50 metri dalla riva della Sprea per le nuove costruzioni. Questo limite è stato surclassato, l’edificio sorgerà infatti ad una distanza di circa 6 metri dall’acqua. In questa sede non si vuole criticare l’aspetto compositivo/progettuale dell’edificio, ,ma proprio il suo diritto ad esistere. Ad ogni modo anche l’aspetto estetico assume un ruolo fondamentale data l’ubicazione in questo luogo così esposto e speciale.Potrebbero sembrare affermazioni esagerate, ma analizziamo i fatti: L’edificio, che si ergerà come un corpo geometrico solitario, sorgerà proprio lungo il tratto della Sprea su cui passava il Muro, unico punto della città in cui é ancora pienamente visibile per un lungo tratto. Quando il palazzo, alto ben nove piani, sarà terminato, l’impatto estetico -ed in qualche modo etico- sul muro/memoriale sarà devastante: La East Side Gallery apparirà in quel punto quasi come un banale muretto di confine. La plasticità e la vivacità del manufatto saranno affidate alla tridimensionalità della facciata costituita da una serie di logge disposte come scatole in diverse larghezze e altezze – con sporgenze e rientranze. In realtà questo escamotage non servirà ad alleggerire visivamente l’edificio che appare molto imponente e pesante. Analizzando le immagini delle prime proposte progettuali è possibile osservare come la qualità architettonica subisca sempre, durante il processo, una spinta verso il basso da parte dei committenti che ,nella stragrande parte dei casi, si interessano principalmente ad i numeri. Naturalmente tutto ciò non è avvenuto nel silenzio, anzi sono state numerosissime le proteste, che purtroppo si sono rivelate non soltanto inefficaci, ma proprio inutili. La posizione sul fiume e l’East Side Park è infatti uno dei principali punti di forza di marketing. Le grandi finestre esposte a sud ed i parapetti in vetro offrono trasparenza e permettono una vista senza ostacoli sulla Sprea – dal ponte Jannowitz al ponte Oberbaum, un punto di riferimento per la giovane e cosmopolita Berlino. I prezzi non sono ancora noti, ma c’è da giurare che saranno molto salati.
Pier 61|63, il nome del progetto
Ironia della sorta, quasi a far finta che il contesto condizioni il progetto, il nome Pier 61 deriva 61|63 viene dal fatto che lì vicino ci sia un molo (Pier in tedesco) che da circa 30 anni funge da piccolo ormeggio per le imbarcazioni che navigano sulla Sprea, in una splendida zona di panorami tra i ponti Oberbaum e Schilling in cui il fiume si allarga e scorre placidamente. Il progetto sta procedendo come da piani. I primi inquilini e gli ospiti dell’hotel dovrebbero arrivare ad inizio 2021. Potremo consolarci con i bar ed i ristoranti aperti al pubblico che sorgeranno all’interno dell’edificio. Basterà?
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Photo: © Trockland Management