La storia del misterioso figlio illegittimo (e metà francese) di Hitler
Hitler ebbe una relazione con una donna francese da cui nacque un figlio che non volle mai riconoscere
Allo scoppiare della prima guerra mondiale la Germania si schierò al fianco dell’Impero austro-ungarico. Era il 1914 e Hitler, all’età di 25 anni, militava per l’esercito bavarese. Durante una spedizione contro la Francia, i soldati tedeschi furono mandati in una cittadina vicino Lille in riposo e in quella circostanza Hitler conobbe Charlotte Lobjoie, una ragazza francese di soli 16 anni. La donna fu subito attratta dal giovane soldato che la intratteneva con storie sulla guerra, sciorinando discorsi in tedesco come se stesse parlando ad un pubblico. La ragazza non conosceva il tedesco e non poteva capirlo, allo stesso modo lui non conosceva il francese. Dopo circa un anno dalla loro relazione nacque un figlio. Presto soprannominato dai coetanei “figlio di Boche” (appellativo di disprezzo con cui i Francesi chiamavano i Tedeschi), il piccolo Jean-Marie non fu mai riconosciuto dal padre. Charlotte rimase sola a crescere il bambino e a contrastare le offese di cui era vittima, perciò dopo alcuni anni decise di abbandonare il figlio ad una famiglia benestante, i Loret.
Una verità scioccante: «Tuo padre si chiamava Hitler»
Solo alcune settimane prima di morire (inizio anni ’50) Charlotte confessò a suo figlio ciò che nessuno avrebbe mai voluto ascoltare. Jean-Marie era infatti il figlio illegittimo di Adolf Hitler. «Per non cadere nell’inquietudine ho lavorato instancabilmente, mai una vacanza, mai una distrazione: 20 anni senza andare al cinema», ha dichiarato Jean-Marie nel suo libro “Tuo padre si chiamava Hitler” pubblicato nel 1981. In casa di sua madre trovò, dopo la sua morte, alcuni dipinti firmati Adolf Hitler. Dopo tanti anni di solitudine Jean-Marie non poté più nascondere la verità e decise di affrontarla. Si fece aiutare da alcuni ricercatori per condurre una serie di indagini sulla sua origine.
Le prove inconfutabili della paternità
Le ricerche dimostrano che effettivamente esistono dei tratti caratteriali e fisici che accomunano Jean-Marie Loret e Adolf Hitler. Lo psicografologo M. Sigurd Müller ha analizzato le due scritture per tracciare le tendenze e i comportamenti di entrambi: i risultati mostrano una somiglianza che oscilla tra il 50 e il 70%. Lo studio ha rilevato 9 tendenze in comune su 12, privilegiandole rispetto ai comportamenti perché spontanee e permanenti. I dottori C. Steffens e F. Vogel dell’università di Heidelberg si sono invece concentrati sulla fisionomia, tenendo presenti soprattutto quei tratti in cui Jean-Marie differiva da sua madre e assomigliava a suo padre. I risultati hanno mostrato alcuni dettagli in comune tra i due volti, come la curva inferiore del viso, il mento e l’espressione degli occhi. Inoltre i due appartengono allo stesso gruppo sanguigno (A). Anche dalle foto è possibile notare una certa somiglianza che sembrerebbe accomunare in particolar modo Jean-Marie e Alois, suo nonno paterno.
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Immagine di copertina: Hitler, screenshoot on Youtube