«Io, di Pesaro, a 17 anni ho deciso di fare il liceo a Berlino e ne sono felice»
Noemi, italiana, racconta il suo quarto anno di liceo a Berlino
«Prima ancora di iniziare a studiare il tedesco al liceo linguistico, sapevo che avrei voluto fare il quarto anno in Germania. Dopo 10 mesi che sono qui, Berlino è diventata la mia città. Mi ha conquistata perché ogni giorno posso fare qualcosa di nuovo, e vorrei tornarci anche per studiare all’università». Noemi Ferraguzzi, pesarese, classe 2001, sta facendo il quarto anno delle superiori a Berlino. Ci ha raccontato la sua esperienza -tra tanti aspetti positivi e qualche difficoltà-, e le differenze più evidenti che ha osservato tra il sistema scolastico italiano e quello tedesco.
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Fare il programma Exchange a Berlino
«Già prima di iniziare il terzo anno di liceo, mi sono rivolta all’associazione WEP iscrivendomi al loro programma Exchange, con il quale sarei potuta capitare in qualunque città della Germania. Ho dovuto sostenere due colloqui, in tedesco e in inglese, che ho passato entrambi ad ottobre 2017. Quando ho saputo che sarei andata a Berlino sono stata contentissima. Sono arrivata qui ad agosto del 2018 con l’idea di fermarmi solo per il primo semestre, ma già dai primi giorni a Berlino mi sono sentita a casa. Ho avuto non pochi problemi con la mia prima famiglia ospitante, – composta da padre cubano, madre tedesca e figlia di 14 anni -, che invece di aiutarmi con la lingua, spesso mi prendeva in giro quando sbagliavo a parlare. Anche nelle difficoltà, l’associazione mi è sempre stata di grande supporto. A scuola, invece, mi sono da subito trovata benissimo, quindi a dicembre ho deciso di prolungare la mia esperienza anche per il secondo semestre. Ho voluto però cambiare famiglia ospitante, ed è stato possibile solo grazie a una delle mie amiche di scuola e ai suoi genitori, che si sono iscritti al programma di accoglienza WEP per potermi accogliere in casa loro. È stata una bellissima conferma della mia impressione iniziale sui tedeschi: non sono un popolo chiuso come sostengono i luoghi comuni. Loro sono diventati come una seconda famiglia per me».
Le 5 maggiori differenze del sistema scolastico tedesco rispetto a quello italiano
La scuola in Germania è molto diversa da quella italiana, ci sono alcune regole molto rigide, come ad esempio il divieto assoluto di stare al cellulare all’interno dell’edificio, ma anche tanti altri aspetti molto distanti dal modo di fare scuola in Italia. Noemi ha evidenziato le 5 differenze che l’hanno colpita di più:
1- Non ci sono classi, ma corsi
«Dopo il decimo anno – che corrisponde alla nostra terza superiore -, qua non esistono più le classi, come in Italia, ma dei singoli corsi. Ognuno deve scegliere due materie principali da seguire 5 ore a settimana, mentre tutte le altre occupano solo 3 ore a settimana. Per questo, qui non esistono licei differenti, ma ognuno, all’interno di una stessa scuola, può liberamente individuare il proprio percorso. Io, che frequento l’undicesima classe, ho scelto inglese e arte come materie più importanti».
2- Le verifiche sono solo scritte
«Non esistono interrogazioni, per ogni materia bisogna solo scrivere dei testi. I criteri di correzione sono molto precisi, viene considerato anche il tipo di linguaggio che si utilizza. Ovviamente all’inizio per me è stato molto difficile, ma ora che con il tedesco va meglio, anche i miei voti stanno migliorando».
3- Esiste il voto di partecipazione
«Non solo i voti sono diversi – il più alto è 1, il più basso 6 -, ma per ogni materia viene assegnato un voto anche per la partecipazione, che fa media con gli altri e conta il doppio rispetto ai voti delle normali verifiche. Più volte si interviene e si alza la mano durante la lezione, più il voto di partecipazione risulta alto. Se si vuole aumentare la propria media, si può decidere spontaneamente di preparare una presentazione».
4- Giorni e orari: si usa un’applicazione (ma il cellulare a scuola è vietato)
«Normalmente le lezioni iniziano alle 8 e finiscono alle 14.40. Ci sono 15 minuti di pausa a metà mattina e 55 minuti di pausa pranzo. Dopo la decima classe, durante le pause o le ore buche – che solitamente sono tante -, si può liberamente uscire dall’edificio scolastico. Gli orari e le aule possono essere controllati tramite un’applicazione, il che risulterebbe molto comodo, se solo autorizzati ad utilizzare il cellulare a scuola, cosa invece vietatissima, pena il sequestro. Il sabato non c’è scuola, che è bellissimo».
5- I professori e il metodo di insegnamento
«I professori sono molto rigidi. Subito dopo essere entrati nell’aula, fanno l’appello e poi spiegano fino all’ultimo secondo precedente il suono della campanella. Tra tutti i professori, deve essere scelto un tutor a cui ci si può rivolgere in caso di problemi e per gestire questioni come le giustificazioni delle assenze. Nelle materie come inglese o storia, il metodo di insegnamento è basato soprattutto sulla spiegazione degli argomenti e sull’analisi di testi. Se si hanno problemi a capire qualcosa, o si interviene subito oppure il professore dà per scontato che sia tutto chiaro e va avanti con la lezione».
Leggi anche: Il sistema scolastico in Germania spiegato punto per punto
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Immagine di copertina: Noemi Ferraguzzi a Berlino