Girogusto, a Berlino una fiera di vino e food completamente italiano. Intervista con i fondatori
Adriano Vinci e Fabio Esposito, fondatori di Girogisto, spiegano possibilità e tendenze del mercato tedesco per i prodotti italiani.
A giudicare dal numero sempre crescente di bar, ristoranti e negozi sono davvero molti gli italiani in Germania che si occupano di gastronomia. Dall’altro lato sempre più produttori italiani vogliono esportare sul mercato tedesco e si chiedono quali siano i primi passi da compiere per vendere le loro specialità in Germania. La strada per conquistarsi un proprio spazio sul mercato non è sempre semplice ed è per questo che è interessante parlarne con Adriano Vinci e Fabio Esposito, i due ideatori di Girogusto, fiera che da alcuni anni fa incontrare produttori di vino, liquori, formaggi, salumi, oli, dolci e altre specialità italiane con importanti buyers del mercato tedesco – grossisti, importatori, ristoratori visto che “guardarsi negli occhi per concludere un affare è ancora fondamentale”. L’evento si svolgerà nuovamente a Berlino il 10 e l’11 Novembre a Berlino, presso Schloss Britz.
Fabio Esposito, lei, oltre che avere ideato Girogusto, si occupa da molti anni di marketing e comunicazione nel settore del vino e della gastronomia. Che importanza hanno ancora le fiere e gli eventi?
Il marketing online gioca un ruolo essenziale per ampliare la propria visibilità, ed è quindi essenziale, ma non bisogna dimenticarsi che tutte le operazioni di marketing online hanno poi uno scopo: quello di fare incontrare le persone. Spesso (non sempre, ma spesso) il processo di marketing è finalizzato proprio a far accadere una stretta di mano, un accordo commerciale fatto dal vivo. E le fiere in questo senso sono fondamentali: ce ne sono di molto importanti, che continuano a fare numeri strepitosi, proprio perché i produttori, i consumatori e i buyer vogliono incontrarsi e stringere accordi in modo diretto. Con un contatto umano. Per questo con la nostra fiera Girogusto proponiamo una dimensione orientata su un contatto genuino: le persone si incontrano, si parlano, si stringono la mano, assaggiano e comprano i prodotti sulla base di un rapporto concreto, guardandosi negli occhi.
Come è nata l’idea di una fiera tutta italiana dedicata al B2B a Berlino?
Girogusto nasce da una precisa richiesta delle aziende produttrici che rappresentiamo Adriano ed io come agenzia; ci chiedevano di avere momenti di condivisione un po’ più informali rispetto alle solite visite, momenti per parlare dei loro prodotti in un contesto più rilassato e piacevole. Quindi abbiamo pensato a delle cene in cui cinque, sei produttori venivano invitati a presentare i loro prodotti a trenta/quaranta buyers, che hanno riscosso molto successo. Poi il numero delle aziende che volevano essere presentate e dei buyer che volevano partecipare è cresciuto sempre di più, e quindi abbiamo cercato una nuova formula e creato Girogusto: una fiera che ha mantenuto una dimensione molto “conviviale”, dove i partecipanti hanno il tempo per assaggiare, gustare, chiacchierare… e concludere ottimi affari.
Cosa contraddistingue Girogusto dalle altre fiere eno-gastromiche a Berlino?
La principale peculiarità di Girogusto è che si tratta di una fiera tutta italiana: le aziende e i prodotti sono rigorosamente “made in Italy”, ma non solo: è organizzata da operatori italiani che però lavorano e operano da anni in Germania nel settore food & beverage, e quindi che conoscono molto bene sia le esigenze dei buyer che quelle dei produttori. Per questo ci dedichiamo molto al lavoro di selezione e invito degli ospiti: per esempio proponiamo ai più importanti grossisti da tutta la Germania di ospitarli in albergo e una serie di altri servizi, insomma, li “coccoliamo” un po’. E poi dedichiamo un’attenzione particolare ai ristoratori, che sono quelli che per primi presentano il prodotto italiano, ma anche alle attività commerciali non solo italiane, per esempio le enoteche, o i “Feinkostladen”, i negozi di specialità mediterranee. E questa nostra attenzione ripaga: la fiera è visitata annualmente da centinaia di addetti ai lavori, e dunque rappresenta un’opportunità davvero unica per chi partecipa per comunicare in modo diretto. Ma non solo: un’altra attività importante è quella delle iniziative di promozione durante tutto l’anno e parallelamente alla fiera. Il festival piemontese Collisioni sarà per esempio presente a Girogusto con due consorzi, e poi ci sono diverse iniziative sul territorio: per esempio l’incontro con l’Associazione Lucani a Berlino, o la serata al Winebar Facciola dedicata ai vini della Tenuta Carretta il 9 novembre, oppure le iniziative con Bertolini che organizza serate dedicate ad aziende vincole come Lantieri o Pecorari oppure le nocciole di Alba presentate da Luisa Kocht.
Adriano Vinci, lei si occupa da anni di enogastronomia italiana in Germania, ed ha venduto con successo moltissimi prodotti italiani sul mercato tedesco. Ci può dare un quadro del volume di affari per le nostre specialità in Germania?
il mercato tedesco come un mercato dove c’è ancora molto spazio da conquistare. I consumatori tedeschi hanno sempre apprezzato tutto il Made in Italy, e questo ha permesso all’Italia di avere un canale di vendita privilegiato, anche l’estrema vicinanza tra le due nazioni ha giocato a nostro favore. Inoltre la Germania ha rappresentato sempre un mercato stabile, e non soltanto dal punto di vista economico. Nonostante il calo del PIL tedesco nel 2018, il nostro export del comparto alimentare si conferma estremamente attivo, e nel vino, a fronte di un calo delle bottiglie vendute, si è registrato un aumento del 9,8% in valore! Questo significa che i produttori dovranno lavorare per migliorare il posizionamento dei vini, che dovranno essere sempre di qualità elevata.
Quali sono, secondo lei, i trend del mercato tedesco del vino in questo momento?
Il Primitivo ed il Lugana rappresentano due forti trend da vari anni, mentre i nostri “classici” Barolo, Barbaresco, Brunello di Montalcino, pure apprezzati, sono considerati vini importanti ma poco bevuti. La sfida, ritengo, debba passare attraverso la forte rivalorizzazione di nostre importantissime e storiche regioni, culla dell’enologia italiana, quali il Piemonte, la Toscana, il Friuli. In generale ritengo che la produzione italiana debba puntare su prodotti di qualità a prezzi comunque competitivi, tali da permetterne un acquisto giornaliero, e non solo per le occasioni. Dobbiamo anche tenere conto del forte trend dei vini bianchi tedeschi, oggi non più a prezzi elevati come accadeva anni fa.
In base alla sua esperienza quasi ventennale come rappresentante di prodotti italiani sul mercato tedesco, quali consigli darebbe a chi voglia cominciare ad esportare in Germania?
La Germania rappresenta un mercato oggettivamente ampio ma molto concorrenziale, nel quale ci si confronta con player di varie nazioni, oltre che con gli stessi produttori tedeschi. A chi inizia consiglierei di osservare, capire e cercare di valutare con attenzione i partner commerciali con i quali iniziare la propria avventura commerciale. Sarà comunque fondamentale affidarsi a professionisti, export manager o rappresentanti che parlino anche tedesco, conoscitori del mercato ed in grado quindi di capire quale sia il miglior cliente per il prodotto che si vuole esportare.
Girogusto
10 e 11 novembre 2019
orari 10-18
presso il Castello di Britz
Alt-Britz 73, 12359 Berlino
Ingresso riservato agli addetti del settore, cliccare qui per richiedere un biglietto.
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