Germania, il leggendario St.Pauli licenzia calciatore turco per il suo post pro attacchi ai curdi
La squadra tedesca ha licenziato Cenk Sahin per il suo manifesto “disprezzo dei valori del club”
Il St.Pauli F.C. ha licenziato in tronco con effetto immediato il centrocampista turco Cenk Sahin. La società ha punito il giocatore per il supporto espresso all’esercito turco impegnato nell’offensiva militare contro i curdi in Siria. Il post apparso sul profilo Instagram del giocatore recitava: “Siamo con il nostro eroico esercito e con i nostri eroici soldati rochi.” Attraverso un comunicato ufficiale, i dirigenti hanno dichiarato l’insindacabilità dei valori del club tedesco, dai quali Sahin si è eccessivamente discostato, e per questo licenziato. Come si legge nella nota ufficiale, «per proteggere tutte le parti coinvolte, il club permetterà al centrocampista di allenarsi e giocare le partite con altre squadre». Il 15 Ottobre, il club turco “Istanbul Basaksehir”, molto vicino al Presidente Erdogan, ha prontamente ufficializzato sul proprio profilo Twitter l’ingaggio di Cenk Sahin.
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In serie A le società minimizzano
Anche in Italia è scoppiata la polemica per il sostegno di alcuni giocatori turchi alla guerra in Siria. Il romanista Ünder, lo juventino Demiral e il milanista Çalhanoğlu in particolare, sono i giocatori principalmente coinvolti. La risposta dei rispettivi club è stata ben più leggera se paragonata a quanto fatto dal St.Pauli. La società bianconera ha scelto il <<no comment>> come risposta al tweet del suo difensore. Anche il club giallorosso di Pallotta ha deciso di non rilasciare alcuna dichiarazione ufficiale sull’accaduto. La dirigenza milanista sembra aver adottato lo stesso comportamento.
Atleti dissidenti: il caso Kanter in Nba
Una voce fuori dal coro si è alzata dal basket d’oltreoceano. Il cestista turco Enes Kanter, con un post su Instagram, ha elencato le conseguenze dell’essersi opposto al regime di Erdogan. Il suo calvario è iniziato nel 2016, dopo aver denunciato il tentato golpe di Erdogan in Turchia. La sua presa di posizione gli è costata carissima. Dal 2017 vive una vita da apolide, in quanto il passaporto è stato revocato. E’ impossibilitato a vedere la famiglia, costretta a disconoscerlo per evitare ripercussioni. Nel 2018 il padre viene condannato a quindici anni di carcere. Nonostante l’escalation di ritorsioni politiche, Kanter non si è sottratto dal condannare l’invasione turca ai danni del popolo curdo. <<Non c’è democrazia, Erdoğan sta usando il suo potere per abusare e violare i diritti umani>>, ha dichiarato al Boston Globe.
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immagine di copertina: © Youtube