Germania contro Bolsonaro, niente più fondi per l’Amazzonia
La Germania e la Norvegia si ritirano dal piano di finanziamento della conservazione della foresta Amazzonica
La foresta Amazzonica sta bruciando a livelli impressionanti. La Germania e la Norvegia hanno sospeso i fondi che mandavano al Brasile per proteggere la foresta pluviale. Il 10 agosto il ministro dell’ambiente tedesco Svenja Schulze, ha annunciato che la Germania tratterrà i 35 milioni di euro di finanziamento per l’Amazzonia. La causa è la severa deforestazione che sta avvenendo sotto il governo di Jair Bolsonaro. Il presidente brasiliano ha risposto «Vorrei dare un messaggio alla cara Angela Merkel: riprendete i vostri quattrini e riforestate la Germania, ok? È molto più necessario lì che qui».
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Il piano di finanziamento dell’Amazzonia
L’Amazon Fund è un meccanismo di finanziamenti per proteggere l’Amazzonia dalla deforestazione. Il progetto, nato dieci anni fa da un’iniziativa delle Nazioni Unite e gestito dal Fondo per lo Sviluppo Brasiliano, è stato finanziato da paesi come la Norvegia e la Germania. I due paesi, complessivamente, hanno donato 1.3 miliardi di dollari. Tuttavia, una riunione a luglio tra i ministri dell’ambiente norvegese, brasiliano e tedesco, ha preannunciato che qualcosa stava per cambiare. Infatti, nelle scorse due settimane, prima la Germania, e poi la Norvegia, hanno espresso la volontà di congelare il finanziamento. Il ministro dell’ambiente norvegese Ola Elvesteun ha riferito che il nuovo pagamento non avverrà perché il Brasile ha rotto il suo accordo con i due paesi. Il Brasile ha chiuso l’Amazon Fund e la sua commissione tecnica. Bolsonaro, che è il principale motore della deforestazione in Brasile, ha commentato così: «La Norvegia non è il paese che uccide le balene lì su al Polo Nord?».
La deforestazione dell’Amazzonia sotto Bolsonaro
La foresta Amazzonica contiene il 40% delle foreste pluviali, il 15% delle specie terrestri del mondo e produce il 10% dell’ossigeno del mondo. Il Brasile ospita il 60% della foresta Amazzonica. Questa sta bruciando a ritmi sconvolgenti. Solamente quest’anno ci sono stati 72.843 incendi in Brasile. Bolsonaro, soprannominato Capitano Motosega, è arrivato al potere anche grazie alle lobby minerarie e dell’agricoltura. Nei suoi primi sette mesi di presidenza, ha accelerato il disboscamento di un 278% rispetto all’anno precedente, giustificando la sua politica in nome dello sviluppo e sfruttamento economico della zona. Solamente nel mese di luglio sono stati rasi al suolo più di 2.254 km2. Ciò rappresenta una minaccia sia per l’ecosistema, che per le popolazioni indigene. A queste, Bolsonaro ha promesso a più riprese e con toni razzisti di espropriare i terreni. Inoltre sono anche aumentate le violenze contro gli indigeni. Il 23 luglio il leader della tribù Wajãpi è stato trovato morto dopo che una compagnia di cercatori d’oro ha invaso il suo villaggio. Il governo brasiliano considera le stime di deforestazione inaffidabili e ingannevoli. Inoltre, ha accusato paesi come la Germania e la Francia di aver avviato una campagna internazionale di diffamazione.
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Immagine di copertina: Foresta amazzonica © David Riaño Cortés CC0