«Capisco perché mio figlio è emigrato a Berlino. Doloroso, ma inevitabile»
Il racconto di una mamma che ha visto il proprio figlio partire per Berlino
Decidere di iniziare una nuova vita all’estero è una scelta molto difficile. Un momento importante della vita non solo di chi parte, ma anche di chi resta e saluta all’aeroporto. Abbiamo avuto la fortuna di parlare con Lina Marra, una delle tante mamme italiane che hanno visto partire il proprio figlio con un biglietto di sola andata. «Ha scelto Berlino su consiglio di un’amica. È andato a trovarla, si è innamorato della città e non ha più voluto separarsene. Ormai è già tanto che vive lì. È dura abituarsi ma fortunatamente si possono trovare compromessi. Ha trovato lì la sua dimensione ed è giusto che sia così.»
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«Visitando Berlino, ho capito perché mio figlio se ne sia innamorato»
«Non è stata la prima esperienza all’estero per mio figlio. Aveva già trascorso un anno e mezzo in Australia. Poi è tornato per l’università, per poi partire di nuovo per Berlino. Dopo aver lavorato per alcuni mesi in un ristorante, è riuscito a trovare il proprio ambiente e adesso lavora come fotografo. A Berlino il suo mestiere è percepito in modo diverso rispetto a quanto succede in Italia. Fortunatamente la Germania è molto più vicina rispetto all’Australia. Questo rende molto più semplice incontrarsi, anche se la distanza si sente comunque. Sono andata più volte a trovarlo. Già dal primo viaggio in Germania ho capito perché gli piacesse così tanto la città. Sono rimasta affascinata dal senso di comunità dei mercatini di Natale di Berlino: si respira un’aria piacevole, distaccata dall’interesse commerciale. Ci incontriamo sia a Torino, dove viviamo noi, sia a Berlino da lui. Il collegamento diretto tra le due città rende tutto molto più facile.»
«Cambiano i tempi ma non i modi, siamo un popolo di emigranti»
«Nella nostra famiglia tanti sono partiti. Mio nonno è emigrato in America. Mio padre, invece, è venuto ad abitare a Torino dal sud Italia. Ultimamente si parla di chiudere le frontiere e alzare muri, ma è una cosa che non riesco proprio a capire. Soprattutto se penso alla nostra storia, non posso non capire chi decide di emigrare. Spesso mio figlio mi ha raccontato di episodi in cui è stato trattato in modo diverso perché straniero, ma per fortuna non si è mai lasciato scoraggiare. Ai genitori dico che bisogna essere coraggiosi ed è giusto che i figli vivano la propria storia, anche se questo comporta separarsi per molto tempo.»
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Photo: © Erik Odiin on Unsplash