Berlino nel 1953: la storia in breve delle rivolte che provarono a cambiare la storia
Il 1953 e le prime rivolte contro il regime comunista: una sintesi di ciò che successe
Il 1953 è anche ricordato come l’anno delle rivolte che si sono scatenate contro il regime sovietico nella Germania dell’Est, ex DDR. La scintilla che ha fatto insorgere l’insurrezione è stato il tentativo del governo di intensificare la produzione delle fabbriche e diminuire i salari. I lavoratori reagirono lasciando il lavoro e scioperando. Attorno alla sede del Governo si riversò un raduno di massa, intenzionato a rivendicare la propria libertà. Il partito comunista approvò, quindi, l’abrogazione delle norme di lavoro, tuttavia non fu abbastanza per i dimostranti, i quali non volevano altro che ostentare la propria forza e prendere il controllo della situazione.
La diffusione della protesta
Progressivamente la resistenza cominciò a diffondersi in tutta la Germania dell’est e venne proclamato lo sciopero in ogni città. Per i successivi dieci giorni, gli scontri furono estremamente cruenti con arresti e sparatorie. In seguito, il potere della forza lavoro si manifestò anche in Ungheria nel 1956 e in Cecoslovacchia nel 1968. La rivolta del 1953 è la prima manifestazione contro il regime comunista, intesa anche come fallimento delle forze dell’est. Da questo momento in poi, le proteste dilagarono in altre città d’Europa, come Poznań, Budapest e Praga. Nata come segno di protesta per le norme di lavoro troppo rigide e severe, l’insurrezione divenne un’aperta forma di dissenso nei confronti del partito socialista e del partito unico al governo.
Le ragioni che hanno portato alla rivolta del 1953
La fine della seconda guerra mondiale ha portato con sé la divisione della Germania tra est e ovest. Mentre la parte occidentale, supportata dagli Stati Uniti, riuscì in poco tempo a riconquistarsi una posizione di forza tra le potenza economiche europee, la parte orientale arrancava e faceva fatica a riprendersi. Le pesanti richieste dell’Unione Sovietica, le conseguenze della sconfitta della guerra non aiutarono la ripresa dell’est. Il governo della DDR cercò di fronteggiare la crisi innalzando il tasso di produzione delle fabbriche del 10%, scatenando così il malcontento della popolazione che esplose con una rivolta il 16 giugno 1953. La manifestazione dilagò in varie città della Germania, diventando aperta forma di dissenso nei confronti del regime comunista e occasione per rivendicare elezioni libere, più diritti democratici e persino la riunificazione della Germania. La rivolta venne infine pesantemente soppressa dall’intervento dell’esercito sovietico.
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Immagine di copertina: Leipzig, um den 17. Juni 1953, Bundesarchiv, CC-BY-SA 3.0