©JESHOTScom, Aeroporto, CC0

Secondo l’Ocse il nostro Paese è tornato ai primi posti nel mondo per emigrati [ECCO I DATI]

Gli emigrati italiani stanno raggiungendo i massimi storici.

Anche se l’attenzione pubblica e la discussione politica continuano a concentrarsi sulle migliaia di uomini, donne e bambini che ogni anno tentano di raggiungere l’Italia nella speranza di un futuro migliore, è in realtà la tendenza opposta ad essere predominante. I dati riportati dall’Ocse parlano chiaro: nel 2017 ben 285 mila cittadini del nostro Paese hanno deciso di stabilirsi all’estero. Con questa cifra, sorprendentemente vicina ai livelli record degli anni 50, l’Italia si annovera all’ottavo posto al mondo in quanto a numero di emigrati. Si classifica dopo il Messico e prima di Vietnam e Afghanistan.

La raccolta dei dati

Il presidente dell’Idos, Luca di Sciullo ha spiegato come i dati raccolti dall’Istat (l’Istituto Nazionale di Statistica) comprendano solo le cancellazioni anagrafiche svolte in territorio italiano. Tuttavia, per registrare una nuova residenza in un altro Paese, non è obbligatorio intraprendere questo processo. Per ottenere una stima più precisa del numero degli emigranti italiani è stato necessario, allora, estendere l’indagine ai municipi o agli uffici di copertura previdenziale dei Paesi che li hanno accolti.

Le destinazioni degli emigrati

Nel 2017 gli Stati europei, in modo particolare la Germania e il Regno Unito, si sono riconfermati la meta di più di tre quarti dei cittadini italiani che si sono trasferiti fuori dai confini nazionali, insieme ad Argentina, Brasile, Canada e Stati Uniti.

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Chi sono gli emigrati italiani di oggi

Il profilo dell’emigrato italiano attuale sicuramente non si conforma all’immaginario tradizionale. Se ne differenzia innanzitutto per la provenienza, non più prevalentemente meridionale. Più della metà di coloro che nel 2017 si sono stabiliti all’estero, infatti, provengono da regioni del Nord. Anche il livello di istruzione è decisamente variato, dal momento che a cercare fortuna fuori dall’Italia sono sempre più i diplomati (34,8%), i laureati (30%) e i dottori di ricerca.

Il dato più preoccupante sugli emigrati italiani

Nel 2016 il 39% degli espatriati erano giovani compresi tra i 18 e i 34 anni, e la cifra non accenna a diminuire. Per il nostro paese ciò implica un enorme investimento perso. Sempre l’Ocse ha stimato che la perdita arriva a 164 mila euro per un laureato e a 228 mila per un dottore di ricerca. Tutto ciò avviene a beneficio dei paesi in cui le giovani menti italiane decidono di riporre le proprie speranze e cominciare una nuova vita.

Immagine di copertina: CC0

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