In una città tedesca è partita la caccia allo straniero e la Merkel è molto preoccupata
Dopo l’uccisione di un 35enne, per cui sono indagati un iracheno e un siriano, migliaia di estremisti di destra si sono riversati nelle strade della città di Chemnitz.
A Chemnitz, in Sassonia, per due giorni gruppi di estrema destra sono scesi in piazza per chiedere l’espulsione degli immigrati in Germania, causando scontri con la polizia e la controparte antifascista. La notizia è stata riportata da tutti i principali quotidiani locali e italiani, tra cui La Repubblica, il Corriere della Sera e il Fatto Quotidiano. Inutili gli interventi delle forze dell’ordine e l’immediata condanna dell’episodio da parte della cancelliera Angela Merkel. A conclusione di quella che è stata una progressiva escalation di violenza, si contano venti feriti di cui due agenti, nove dimostranti di estrema desta e altrettanti nove contromanifestanti. Il tutto avrebbe avuto inizio dall’accoltellamento fatale di un 35enne avvenuto durante una rissa nella notte tra sabato e domenica.
Dalla rissa alla successiva proliferazione di notizie sui social: divampa l’odio
Alcune fonti sosterrebbero che ad aver messo in circolazione la notizia sull’identità di uno dei sospettati dell’omicidio, un iracheno, sarebbe stata la polizia stessa, attraverso una fuga del mandato d’arresto. Ciò che è certo è che, prima ancora che si conoscessero gli indagati, a poche ore dall’aggressione, gruppi di estrema destra si sono dati appuntamento alle 18:30 di domenica in piazza. Tra questi gli ultrà Kaotic Chemnitz, gli islamofobi Pegida e il partito di estrema destra Alternativ für Deutschland (Afd): la seconda forza politica al parlamento in Sassonia. I rivoltosi si sono accordati tramite Facebook e sono accorsi in 800 per “mostrare chi comanda in città”, riporta il Corriere della Sera. Da quel momento è iniziata una caccia allo straniero, con inseguimenti e slogan nazionalistici.
Una nuova ondata di violenza
Lunedì, dopo i primi scontri, la polizia ha arrestato un siriano di 23 anni e un iracheno di 22. I due sono accusati di omicidio. Il giorno stesso sono state indette altre due manifestazioni: una antirazzista, a cui hanno partecipato 1.500 persone; l’altra degli autoproclamati “patrioti”, raggiungendo un totale di 6000 presenze. Gli agenti, impreparati, hanno fatto fatica a gestire la piazza, riuscendo a malapena a tenere separate le due controparti. Tra le violenze sono stati coinvolti non solo i migranti, i presunti tali e gli antifascisti, ma anche giornalisti e semplici passanti. Dieci manifestanti sono ora ricercati per essere stati ripresi dalle telecamere mentre facevano il saluto nazista; un atto provocatorio che lì per lì nessuno ha fermato.
Come un evento simile è potuto accadere?
La polizia e il capo del governo del Land Michael Kretschmer sono stati criticati per aver sottovalutato la situazione. Ha fatto discutere anche la reazione del ministro dell’Interno Horst Seehofer. Dopo due giorni di ostinato silenzio, si è limitato a dire che le violenze non sono giustificabili. Da parte sua, il governo federale ha condannato da subito con aspre parole la “caccia allo straniero” e “l’odio in piazza”. Ha affermato la cancelliera Merkel: «In uno Stato di diritto non c’è posto per atti simili».
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Immagini di copertina: Youtube