10 clausole del contratto 2017 degli assistenti di volo Ryanair che non vi immaginereste mai
Ryanair è la compagnia aerea più utilizzata in Europa
Con sede a Dublino Ryanair è la compagnia aerea low cost più utilizzata in Europa. Opera su 1800 tratte collegando 31 paesi europei, Israele e Marocco. Moltissime persone hanno avuto l’opportunità di viaggiare a prezzi convenienti, di conoscere nuove culture e di visitare nuovi luoghi. Fondata nel 1984 dall’irlandese Tony Ryan, a partire dal 1997 ha conosciuto una crescita costante e senza precedenti. Nel 2017 l’azienda contava 10.927 dipendenti. Nel corso degli anni la compagnia non è stata esente da critiche che sono state rivolte principalmente alle condizioni di lavoro e sul mancato riconoscimento delle unioni sindacali. Difatti, sono stati moltissimi gli scioperi e i voli cancellati. Nel 2017 la compagnia ha affrontato una delle sue maggiori crisi: 718 piloti hanno deciso di lasciarla colpendo duramente l’immagine della compagnia.
Le clausole del contratto Ryanair
Di seguito vi elencheremo alcune clausole nei contratti degli assistenti di volo stipulati nel 2017 e in molti casi ancora valido. A partire dal 2018 ci sono state importanti modifiche sia a livello contrattuale che nel periodo di formazione degli assistenti di volo che, come già detto, non sono attive per chi ha firmato i contratti nel 2017 salvo casi specifici. Premessa: essendo le compagnie aeree società anomale con caratteristiche sovranazionali i contratti firmati dal personale cabin crew della Ryanair sono tutti registrati a Dublino e non nelle città in cui svolgono le loro attività. Nel 2017 la Corte di di Giustizia Europea ha pronunciato una storica sentenza stabilendo che gli assistenti di volo (in questo caso dell’Aeroporto di Charleroi) hanno diritto a far valere il diritto del lavoro del paese dove «svolgono abitualmente la propria attività». Di seguito una lista delle 10 clausole del contratto 2017 degli assistenti di volo Ryanair che non vi immaginereste mai.
10) Il contratto dei cabin crew (assistenti di volo) non è con Ryanair, ma con la la Crewlink Ireland Ltd
I dipendenti Ryanair sono selezionati attraverso agenzie di recruitment. Alla fine del periodo di formazione, i candidati scelti devono firmare un contratto di lavoro della durata iniziale di 3 anni (eventualmente rinnovabile). Di conseguenza, l’azienda Ryanair non assume direttamente il personale ma attraverso un’agenzia interinale, la Crewlink Ireland Ltd. che svolge attività di reclutamento, somministrazione e formazione. Gli assistenti di volo dovevano fino agli inizi del 2018 provvedere a pagare tutte le spese per il corso di formazione personale (3.000 euro), le divise (30 euro al mese sottratte per 12 mesi dallo stipendio), le tessere di riconoscimento (50 euro) per accedere all’aeroporto (l’ID Card) e l’utilizzo del parcheggio. Sempre in considerazione dei contratti 2017 i candidati dovevano pagare 200 euro ulteriori qualora non avessero superato il corso.
9) I termini di preavviso per la conclusione del contratto sono di due settimane anche con 4 anni di servizio solo due settimane
Nelle ipotesi di non osservanza del contratto e/o giusta causa l’azienda può interrompere unilateralmente il rapporto di lavoro in qualsiasi momento senza notificare il dipendente. Per gli altri casi il contratto prevede dei giorni di preavviso a seconda del periodo d’impiego:
- Fino a 13 settimane di occupazione non è previsto alcun preavviso
- Tra le 13 settimane e i 2 anni è previsto un preavviso di una settimana
- Tra i 2 anni e i 5 anni, due settimane
Al contrario il dipendente per qualsiasi motivazione deve osservare un preavviso di almeno un mese.
8) Il periodo di prova del personale di bordo dura ben 12 mesi
Il periodo di prova è di 12 mesi, a partire dalla data d’inizio del contratto. In questo periodo di tempo Ryanair si assicurerà di valutare e monitorare costantemente le performance lavorative dei dipendenti. Qualora questi ultimi decidano di dimettersi durante i 12 mesi vanno incontro ad aggravi economici. I contratti 2018 prevedono invece un periodo di prova di 6 mesi.
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7) I contratti di lavoro sono sempre irlandesi e non contratti collettivi nazionali a seconda del Paese di residenza
Secondo la compagnia aerea, dal momento che i velivoli sono registrati nella Repubblica d’Irlanda, il contratto dei cabin crew fa riferimento alla legislazione irlandese. La clausola potrebbe subire dei cambiamenti dopo che i l’equipaggio Ryanair di base presso l’Aeroporto di Charleroi ha citato la compagnia al tribunale locale belga competente (quello di Mons) chiedendo l’adattamento del contratto agli standard nazionali. Sulla questione si è espressa alla fine la Corte di Giustizia Europea che il 14 settembre 2017 ha dato ragione ai dipendenti dell’azienda.
6) Se si lascia l’azienda si danno indietro i bonus (e non c’è TFR, Trattamento di Fine Rapporto)
Come è stato riportato precedentemente, i dipendenti firmano un contratto irlandese. Tale contratto non prevede alcun tipo di TFR, tredicesima o quattordicesima. È invece corrisposto un bonus in tre mandate: 300 euro il primo mese di lavoro, 300 il secondo, il doppio per il sesto. Qualora il dipendente decida di lasciare la compagnia dovrà restituire l’intera somma – bonus ricevuta.
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5) Quando si è in “reperibilità” si ha solo un’ora per raggiungere l’aeroporto. E se si arriva, ma il volo viene cancellato non si viene pagati.
I cosiddetti «stand by days» sono un certo numero di giorni al mese in cui il personale della compagnia deve garantire la reperibilità in casa con solo un’ora di preavviso o immediatamente qualora siano già in aeroporto. I cabin crew sono pagati 30 euro che possono equivalere a 8 ore di lavoro e pagati solamente per i giorni che sono chiamati a svolgere effettivamente attività. In un articolo dell’Indipendent, un’assistente di volo raccontava che era stata chiamata a presentarsi per le 4 del mattino ma una volta nell’aeroporto di Liverpool il volo era stato cancellato. La ragazza era tornata a casa senza nessuna retribuzione.
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4) I giorni di malattia o infortunio non sono pagati
Le assenze del personale devono essere notificate entro due ore dalla partenza del volo e attestato da un certificato idoneo. A questo si aggiunge che i giorni di malattia non sono retribuiti dalla compagnia. Ryanair si riserva la possibilità di scegliere un suo medico di fiducia per verificare le condizioni di salute del dipendente. Dopo 3 giorni di assenza ingiustificata (no show) il lavoratore è licenziato.
3) A volte, a discrezione della compagnia, ci si deve prendere dei giorni di riposo non retribuiti perché è bassa stagione
Data la natura stagionale del lavoro, ci sono dei periodi in cui – secondo la Ryanair – la compagnia ha bisogno di meno personale. Per questo da contratto è previsto che per circa quattro settimane (lasso di tempo estendibile) data la contrazione di voli, al personale non sarà richiesto di volare e non riceverà nessuna forma di retribuzione. Inoltre, il lavoratore non può accettare nessun altro tipo di lavoro per poter supplire ai mesi non pagati.
2) Il contratto non prevede la tutela sindacale dei lavoratori
La copertura sindacale non era riconosciuta dai contratti stipulati fino al 2017. La clausola di confidenzialità invitava i lavoratori a non condividere ogni tipo di informazione che riguardasse l’azienda, pena il licenziamento. La situazione dopo i numerosi scioperi del 2017 è cambiata quando nel giugno 2018 i sindacati italiani Anpac e Anpav (che rappresentano circa il 20% del personale in Italia) sono stati riconosciuti dalla società irlandese. Sempre nel giugno del 2018 – come riporta il The Guardian – anche i lavoratori della Ryanair inglesi saranno rappresentati dal sindacato Unite.
1) Si viene pagati sulla base delle effettive ore di volo: finché non si decolla non si guadagna nulla
I contratti erogati fino al 2017 (ancora validi), non prevedono né un orario stabilito né un fisso mensile con questo si intende che lo stipendio è commisurato all’orario dei voli. La compagnia si aspetta una piena flessibilità dai dipendenti i quali sono retribuiti a seconda dei cosiddetti block hours (dal decollo 18,40 euro all’ora, ma la cifra varia aseconda del paese in cui si è basati). Il compenso sarà quindi calcolato sulla base delle ore effettive di volo che non include i tempi di preparazione o dei ritardi (anche se imputabili alla compagnia stessa). Non è quindi prevista una corrispondenza tra salario e orari complessivi di lavoro. Ad esempio, se il volo non raggiungesse i 60 minuti gli assistenti non sarebbero pagati oppure per 1 ora e 35 minuti di volo sono pagati solamente per i 60 minuti. Nonostante ci siano delle importanti novità nei contratti stipulati dal 2018 i quali prevedono uno stipendio base che di 9.900 euro annuali, rimangono efficaci quelli del 2017 con le clausole elencate.
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Immagine di copertina: © by JanClaus CC0 Creative Commons