Ototelik e l’ostello di Berlino in cui gli artisti dormono gratis se creano arte
Quentin ha uno sguardo assorto, concentrato. Pensa a Nick Cave. Come lo descriverà? Ha già un’idea, giocherà con le parole delle sue canzoni, le userà per dar forma al viso dell’artista. Ci sono molti modi di esprimersi. C’è chi scrive, chi danza, altri cantano. Quentin descrive con la pittura.
Aggrottando il sopracciglio osserva la parete bianca del Sunflower, l’ostello in cui vive, e la immagina a lavoro completato. Prende il suo portatile, la schermata di Gimp aperta sul desktop. Sovrappone parole, gioca con il viso del cantante. Inventa. Crea. Crea lo dico io, perché Quentin si lamenta sempre, dice di non essere un artista vero e proprio.
La creatività in una stanza
“Non faccio altro che prendere immagini di altri, idee già esistenti. Io non creo nulla.” Quentin, in arte Ototelik, si sbaglia. Ha appena terminato di dipingere la cucina. Quando entri, adesso, vedi un’interminabile via composta da quadrati bianchi e neri che allunga la stanza e la rende infinita. Attorno a questa strada infinita, altri cantanti. Quentin è francese, di Montpellier. Mi parla spesso della costa, dei paesaggi che vede quando esce per andare in città. Lo fa mentre dipinge, non si ferma mai. Qualche giorno fa, mentre me ne stavo in silenzio ad osservare il suo lavoro, mi sono trovata un pennello tra le mani. “Che fai lì impalata? Dammi una mano, renditi utile“. Il suo sguardo di sfida mi avvolge improvvisamente, ed eccomi lì a dipingere con lui. È una sensazione strana, rilassa i muscoli. Mi guarda mentre provo a seguire le linee da lui tracciate. “La senti, quest’emozione? La provo ogni volta che prendo in mano i colori. Non è stupendo? Se solo diventasse il mio mestiere.”
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Il progetto Sunflower
Ototelik ha conosciuto il Sunflower attraverso il sito Worldpackers.com, che da la possibilità di fare volontariato in tutto il mondo in cambio di un tetto sopra la testa. Il SunFlower è un ostello che si trova vicino alla stazione della metro di Warschauer Straße. Vicino al Berghain, e a tutti i club più conosciuti di Berlino. Il SunFlower è un bell’ostello. Le stanze sono spaziose, all’entrata la colazione è aperta fino a mezzogiorno, in puro stile latino. Alla reception c’è una ragazza con un taglio di capelli bizzarro, si chiama Barbara. È molto gentile, si prende del tempo per spiegarmi del progetto a cui Quentin sta lavorando, quello che ha trovato su Worldpackers.com. “Dovevamo ridipingere le stanze dell’ostello, e abbiamo pensato a tutti quei giovani che non sanno come farsi strada nell’arte. Io sono una di loro, e ho dipinto una camera per lanciare il progetto. Quentin ci ha subito contattato, ed eccolo qui.” Il progetto per il piano a cui Quentin sta lavorando vuole dedicare ogni stanza ad un artista che ha avuto a che fare con Berlino, gli artisti hanno carta bianca sulla scelta dei divi e sulla loro raffigurazione. È un’opportunità, puoi mettere la tua firma su un muro, ci resterà a lungo. Lasci una traccia di te, tutte le persone che dormiranno in quelle stanze sapranno che da qualche parte del mondo esiste un artista francese con grandi potenzialità. Chissà se riuscirà a renderlo il suo lavoro, chissà se l’arte gli permetterà di mantenersi, in futuro.
“Mi sento fortunato, ho trovato questo progetto per puro caso e ora comincio a farmi conoscere. In Francia non ero nessuno, qui posso esprimermi. Spero sia un punto di partenza.”
Berlino sta dando una chance a Quentin, e come a lui anche a Berta. È spagnola, ha uno stile completamente diverso dall’artista francese. Ma non importa, tutti sono benvenuti al Sunflower Hostel. Mi piace molto lo stile di Berta, è una persona colorata, con i suoi dipinti ha riempito una stanza di vitalità. Se n’è andata presto, ma ha detto che tornerà per completare il lavoro.
Berlino da la possibilità di esprimersi
L’ostello si fa di giorno in giorno più colorato, con i suoi giovani artisti. Barbara ha proposto di organizzare un evento per far vedere a tutti le opere che adornano le pareti delle stanze a cui Quentin sta lavorando, questo non appena il lavoro verrà completato. Un piano dell’edificio è già stato usato per una mostra a gennaio dedicata alle opere di Riccardo, artista emergente con Matlakas come nome d’arte. “Berlino non è solo la capitale della Germania, è la capitale dell’Europa” mi dice Raphael, ragazzo ligure che lavora al Sunflower. Raphael ha passato tre anni in Nuova Zelanda, ha viaggiato per la Martinica, Miami e Santo Domingo, e ha poi preferito la capitale tedesca. Ha povato diversi lavori ed è ora fermo a Berlino, anche lui alla ricerca del suo posto nel mondo. Forse Raphael a ragione. Questi artisti si sentono a casa qui, tutti intravedono delle possibilità di sviluppo per la loro carriera. Nessuno è considerato diverso, gli stili differenti sono apprezzati ed uniti in modo armonioso. Un bel progetto, quello del Sunflower. Uno tra i mille che la capitale offre. Una piccola realtà che riflette lo spirito della città, aperto e inclusivo. Scopriamola, questa Berlino, perchè ha davvero tanto da offrire.
Sunflower Hostel
Helsingforser Str. 17, 10243 Berlino
Sito web raggiungibile qui
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