Un italiano e due tedeschi si sono interrogati sull’uomo nella società di oggi e ne è uscita fuori un’interessantissima mostra al Goethe Institut di Roma
Nel nuovo spazio KunstRaum Goethe una mostra che è anche un ponte artistico tra Italia e Germania
Il Goethe Institut di Roma si amplia dando vita ad una nuova sala denominata KunstRaum Goethe. Si tratta di uno spazio interdisciplinare dedicato all’arte contemporanea in tutte le sue sfaccettature. La prima mostra, visitabile fino al 29 aprile,, si intitola Dell’abitare incerto e raccoglie i lavori di tre artisti, un italiano e due tedeschi: Vittorio Messina, Ulf Aminde a Andreas Lutz. Ad ognuno di loro è stato chiesto di interrogarsi sulla condizione dell’uomo nella società moderna realizzando un’opera ciascuno. Curatore della mostra è Valentino Catricalà.
La “cella” di Vittorio Messina: Habitat con varchi di una regione piovosa
L’artista italiano espone, tramite l’immagine della celle (tema ricorrente della sua opera), il tema della prigionia dell’uomo all’interno dell’architettura industriale, tramite “Habitat con varchi di una regione piovosa”. Il suo intento è quello di rappresentare, per l’appunto, l’habitat, la condizione precaria in cui è costretto a vivere l’essere umano del ventunesimo secolo.
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Il fallimento della classe borghese: il “Wutbürger” di Andreas Lutz
“Wutbürger” è il titolo che Andreas Lutz ha dato al video che è possibile visionare durante questa mostra. Il termine, coniato dal giornalista tedesco Dirk Kurbjuweit, sta ad indicare la rabbia (“Wut”) del cittadino (Bürger) davanti all’incalzante crisi politica ed economica. Lutz utilizza questo termine per fare riferimento all’ira del cittadino tedesco medio che, davanti al fallimento della classe borghese tedesca, si sente bloccato, in prigione. Il video, della durata di cinque ore, è composto da tredici atti. L’oggetto principale delle riprese è un box di legno, all’interno del quale il protagonista, Stefan W. (una sorta di “Everyman”), sfoga la sua ira davanti alle situazioni più disparate, generalmente legate al motivo della sua rabbia: ad esempio, manifesta il suo sdegno per la situazione ambientale davanti ad una centrale nucleare.
L’abitare “incerto” delle classi emarginate
Il terzo artista si è invece concentrato sulla condizione delle categorie della società più emarginate, da cui il cittadino medio descritto da Lutz ha preso le distanze: si tratta di Ulf Aminde, che partecipa alla mostra con il video Weiter. Protagonista del video è un gruppo di street punk, che partecipa ad una sorta di “gioco delle sedie”. Lo scopo non è quello di protestare in maniera violenta, bensì mostrare che questa condizione di “outsiders” può avere anche dei risvolti positivi, e dunque sia uno stile di vita a cui ambire.
Dell’abitare incerto
mostra di: Vittorio Messina, Ulf Aminde a Andreas Lutz. Curatore Valentino Catricalà
fino al 29 aprile presso il Goethe Institut – Via Savoia, 15 – Roma
Orari di apertura: lunedì 14–19; dal martedì al venerdì 9–19; sabato 9–13.
Chiusure eccezionali: dal 30 marzo al 2 aprile e il 25 aprile 2018.
Ingresso gratuito
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