Parigi, lo specchio rotto e il coraggio di essere uomini per le strade del mondo
Stanotte entrando in casa ho visto lo specchio del mio soggiorno a terra. Evidentemente è caduto dal muro perché il filo che lo reggeva si è rotto. Non si è frantumato, solo ammaccato lateralmente, per il resto è rimasto intero. Forse anche lui come me è rimasto scioccato delle notizie provenienti da Parigi.
Oggi, come anche nel giorno successivo alla strage di Charlie Hebdo, la mia mente non riesce a non fare un paragone con Berlino. Succederà anche qui?, mi chiedo. Ovviamente a domande del genere non c´è risposta. Penso all’insensata casualità dell’orrore, che colpisce innocenti. Penso ai miei genitori che vivono in campagna e che sussultano ogni volta che succede qualcosa del genere. Avverto la loro preoccupazione mascherata dai sorrisi che mi regalano come a farmi coraggio.
Il coraggio. È la dote che ognuno di noi ha cercato quel giorno in cui ha fatto la valigia e ha scelto di vivere lontano da casa, magari qui a Berlino. É la cosa più preziosa che un emigrante porta con sè quando parte. In quel momento e in tutti gli altri a venire, ti rimane appiccicato addosso e cresce, anche quando perdi tutto il resto magari proprio su un barcone.
Guardo la grossa busta piena di vestiti che c’è li nell’angolo; la devo portare al centro che la smisterà e la distribuirà a sua volta ai profughi siriani. Penso al percorso che li ha condotti fino a qui, al mare o alla terra che hanno dovuto attraversare e a quello che è successo ieri sera a Parigi. In Siria (e in tanti altri posti del mondo) succede ogni giorno ormai da anni. Un ottimo motivo per lasciare la propria terra. E questa decisione è spesso ponderata e sofferta.
Anch’io in fondo sono un’emigrante come loro e ho scelto di fermarmi (per un po’) a Berlino; vivo insieme a persone che parlano un’altra lingua, pregano un altro Dio e mangiano cose diverse da quelle che mangio io, ma viviamo, per quanto possibile, nel rispetto reciproco. Certo, non sono scappata dalla guerra e non ho attraversato il mare su un barcone traballante, ma non cambia niente, il coraggio è sempre quello, è sacro e va rispettato.
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