Nel 2017 sono emigrati 250mila italiani, più del 30% ha la laurea
Le statistiche del 2017 hanno rilevato un problematico aumento degli emigrati italiani all’estero.
Al giorno d’oggi è diventata una moda trasferirsi all’estero e fare nuove esperienze lavorative e formative. Spesso però gli italiani decidono di lasciare il nostro Paese per trasferirsi definitivamente all’estero. A emigrare sono sopratutto i giovani italiani, che partono dopo aver ottenuto un diploma di scuola superiore o dopo la laurea. Il centro studi e ricerche Idos e Confronti di Roma ha rilevato che dal 2017 ben 250mila italiani sono emigrati all’estero e secondo il Sole 24 ore più del 30% di loro è composto da laureati.
Molti sono i giovani italiani che lasciano il proprio Paese per cercare fortuna altrove
Dopo la maturità i ragazzi italiani devono decidere se restare nel proprio Paese oppure andarsene all’estero per cercare fortuna nello studio o nel lavoro. Come scrive il Sole 24 ore, la fascia d’età di italiani più consistente tra quelli che partono è compresa tra i 18 e i 34 anni. Questa fascia è anche quella in più rapido aumento: si è verificato infatti uno sbalzo del 23% dal 2016 al 2017. L’Istat ha riscontrato un incremento sostanziale tra il 2002 e il 2016 di giovani italiani con più di 25 anni che sono emigrati all’estero. Il Sole 24 ore, inoltre, stima che nel 2017 più del 30% degli emigrati partiti siano laureati. Un dato davvero impressionante riguarda anche il numero di emigrati che cercano un futuro all’estero con il diploma e la licenza media: rispettivamente il 34,8% e il 34,6%.
L’italia deve promuovere il lavoro dei giovani
Ogni italiano che emigra rappresenta un ottimo investimento per il Paese di arrivo. In particolare, sono molto richiesti i laureati, con o senza esperienze. L’Italia invece non sembra essere in grado di sfruttare i giovani e le loro competenze. Si dice infatti che le aziende non trovano personale preparato, ma spesso in verità non danno l’opportunità ai ragazzi di imparare da zero un nuovo mestiere. Le mete europee più suggestive sono invece la Germania e il Regno Unito. Questi due Paesi offrono la copertura previdenziale, migliori prospettive lavorative e una giusta registrazione residenziale. È il momento che l’Italia si accorga che il trend attuale è insostenibile. È quindi necessario promuovere studi e posti di lavoro che rendano i giovani indipendenti dal punto di vista economico e che permetta loro di coltivare prospettive future senza che debbano trasferirsi altrove. Riguardo agli investimenti “sprecati” dall’istruzione italiana per formare ricercatori e professionisti che poi cercano fortuna all’estero potete leggere il nostro articolo qui.
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Foto copertina: ©JETSHOOTScom, Aeroporto, CC BY 00.