“Dopo la strage di Parigi c’è la voglia di scendere in strada, suonare e cantare”
“Un sestetto dallo charme rétro che dispiega il suo strambo universo con una grazia che tocca nell’intimo”. Così il settimanale francese Télérama descrive i Moriarty, band franco-americana che da dieci anni riempie location di ogni tipo, da teatri e palchi dei festival a transatlantici, prigioni, castelli toscani in rovina e un treni notturni, almeno stando quanto di loro scrisse qualche anno fa il The Guardian. I suoi sei musicisti si sono raggruppati in maniera più che mai spontanea, come ci racconta al telefono Arthur B.Gillette, uno dei due fondatori: “Io e Thomas Puéchavy ci conosciamo dall’asilo. Crescendo lui ha imparato a suonare la chitarra, ma si annoiava da solo e così mi diede in mano un’armonica. E così ho cominciato anche io. Il resto della band? Uno di noi l’abbiamo conosciuto mentre suonava su di un ponte, un altro per strada, altri per conoscenze comuni. Abbiamo anime musicali variegate e così, anche quando dobbiamo definire il nostro tipo di musica abbiamo difficoltà a riferirci ad un unico genere”. Li definiscono country e blues-rock. “Abbiamo sicuramente radici blues, ma se dovessi dire qualcosa che davvero ci appartiene, direi l’elettronica inglese degli anni ’80. I bassi almeno sono quelli”. Il nome viene dal celebre co-protagonista di Sulla Strada di Jack Kerouac. “Era così che chiamavamo uno dei primi membri della band, Davide Wood, un italo-canadese che ha finito con il trasferirsi in toscana per fare musico-terapia, e che all’epoca, quando eravamo tutti a Parigi, era solito tornare in Italia sempre in autostop, proprio come Dean Moriarty”.
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I Moriarty pubblicheranno il loro nuovo album, Epitaph, il prossimo 30 Marzo, nel frattempo sono in tour in Europa. Tra le varie date (in fondo ne trovate un riepilogo) c’è quella del 30 gennaio sono al Volksbühne di Berlino. “Siamo curiosi di vedere che aria vi si respiri. A Parigi dopo la strage di Charlie Hebdo si percepisce come la gente abbia voglia di scendere in strada più che prima, di parlare, discutere, confrontarsi e anche passare bei momenti assieme quasi ad esorcizzare quanto accaduto”. Per Gilette i Moriarty sono il progetto più importante di una carriera da musicista che a breve lo vedrà anche co-autore di un lavoro musico-fotografico assieme al premiato fotografo Niccolò De Giorgis. “Ad inizio 2001 abbiamo passato un anno in Africa occidentale, soprattutto Mali e Burkina Faso, per riscoprire le radici del blues. È stata un’esperienza eccezionale e sono felice, finalmente, di poterla raccontare”.
Moriarty – Concerto
Venerdì 30 gennaio, ore 20.00
al Volksbühne
Linienstraße 227,
10178 Berlino
Prossime date dei Moriarty