Miss Tattoo, stand da tutto il mondo, tatuatori ad ago e martelletto: a Berlino la Tattoo Convention 2015
I tatuaggi sono vecchi quanto l’umanità stessa, è un dato di fatto che la pratica della decorazione del corpo ci accompagni da sempre. Basta pensare che una delle mummie più famose e più antiche al mondo, quella di Oetzi, ritrovata nel 2008 sulle Alpi Venoste e risalente al 3300 A.C. ne aveva 66. Con molta probabilità si trattava di tatuaggi a scopo curativo e non estetico, ma pur sempre tatuaggi. La parola tattoo è un adattamento inglese del termine originale Samoano Tatau, con cui gli abitanti delle isole definiscono le decorazioni rituali ed estetiche che ben conosciamo.
Il tatuaggio, fino a qualche decina di anni fa, era nella cultura occidentale visto quasi come un marchio d’infamia, nella maggior parte dei casi i tatuaggi si ritenevano legati alla detenzione carceraria o a professioni ritenute poco “nobili”. Per fortuna le idee cambiano e le mode anche, per quanto ci piaccia pensare che il tatuaggio sia un simbolo così personale e profondo proprio per la sua natura di modifica permanente della nostra fisicità, non possiamo negare che spesso ci si tatua per moda.
Senza voler entrare nel merito del perchè ci si tuati e del cosa, vi raccontiamo la nostra visita alla venticinquesima Berlin Tattoo Convention, tenutasi dal 7 al 9 agosto presso l’Arena club. Ci siamo andati nel pomeriggio di sabato 8, in una delle giornate più calde dell’estate berlinese, circa 35 gradi che proprio non vanno d’accordo con aghi ed inchiostri.
Ci sono decine di piccoli stand con artisti da tutto il mondo, la maggior parte, nonostante la temperatura torrida sta lavorando su qualcuno o in alcuni casi su delle bozze. I visitatori sono esattamente quelli che ti aspetti di trovare ad un evento del genere, molto molto tatuati e sicuramente fieri di mostrare le opere sui propri corpi. Come già detto non tutti si possono definire belli o condivisibili ma i gusti sono gusti e magari il tizio che si è tatuato la faccia di Al pacino in Scarface ha i suoi buoni motivi tanto quanto la tizia con le stelline.
Ci sono ovviamente anche stand che vendono ogni tipo di prodotto per i professionisti del settore, macchinette a bobina o rotative di ogni forma e colore, sedili e lettini per gli studi e un infinita gamma di inchiostri.
Ci aggiriamo come i protagonisti di un film di Tim Burton tra personaggi più o meno grotteschi, ragazze mozzafiato a cui i tatuaggi donano un’aria pericolosa, papà e mamme iper tatuati con figli al seguito, mentre sul palco in fondo al club sfilano le aspiranti al titolo di Miss Tattoo 2015.
A colpire la nostra attenzione è un angolo in cui non si usano macchinette elettriche, si tratta infatti di due tatuatori polinesiani che utilizzano la tecnica tradizionale, armati di ago e martelletto, un qualcosa che sicuramente non si vede tutti i giorni e che ci lascia rapiti per parecchi minuti, impossibile non farsi prendere dalla voglia di prenotarsi per una decorazione maori, ma resistiamo alla tentazione.
Finiamo il nostro giro con una meritata birra sulla splendida terrazza del club, godendoci il tramonto e la compagnia di chi ha fatto del tatuaggio uno stile di vita e dagli artisti che ne hanno fatta una vera e propria forma d’arte.
Potete visionare tutta la gallery fotografica a cura di Barbara Albrizio qui.
Foto copertina (C) Manzy Zimacio