Max Beckmann e Berlino – L’imperdibile mostra è alla Berlinische Galerie
«Ciò che voglio mostrare nei miei lavori è l’idea che nasconde la cosiddetta realtà.»
Max Beckmann (1884 –1950)
Max Beckmann è uno dei più grandi pittori tedeschi del ventesimo secolo. Espressionista? Non solo, o meglio, lui per primo non amò definirsi tale, se non per un breve periodo della sua carriera. Il suo processo creativo, dai quadri dei primi del 1900 fino alla morte, è dal 20 novembre al centro di una splendida mostra alla Berlinische Galerie, da pochi mesi riaperta al pubblico dopo un lungo periodo di lavori di restauro (ne avevamo parlato qui). Il titolo ha un chiaro riferimento alla capitale tedesca, Max Beckmann und Berlin. Lui, originario di Lipsia, si trovò in ben due fasi della sua vita a Berlino.
Beckmann e Berlino. Beckmann arrivò nella capitale tedesca per la prima volta nel 1906 e vi restò fino al 1915, avvicinandosi agli artisti della Secessione. In questo periodo dipinse scene di vita quotidiana e i luoghi tipici della Berlino di inizio Novecento (come Nollendorfplatz, raffigurata nel dipinto qui sotto). Seguì una fase a Francoforte, nella quale insegnò alla Scuola di Belle Arti finché nel 1933 dovette lasciare l’incarico perché la sua arte come quella di altri espressionisti venne giudicata da Hitler “degenerata“. Anche in questo periodo mantenne uno stretto contatto con Berlino, viaggiandoci spesso e partecipando a mostre della Repubblica di Weimar. Il suo secondo soggiorno nella capitale tedesca, terminato nel ’37 quando Beckmann fu definitivamente costretto a lasciare la Germania nazista, fu segnato dall’angoscia per l’imminente disastro della Seconda Guerra Mondiale, visibile nei suoi quadri.
La mostra. Le opere si dipanano su cinque ambienti diversi al piano terra della galleria. Il percorso ci porta in una prima sala dove le opere di Beckmann vengono messe a confronto con quelle di altri artisti contemporanei come Munch, per indagare il suo stile a cavallo tra impressionismo e espressionismo. Un’altra sala contiene numerose sue raffigurazioni di Berlino e conferma l’importanza di questa città nel suo immaginario. Per concludere viene proposta una bellissima serie di autoritratti dell’artista (come quello qui sotto) che mostrano come la sua arte sia cambiata nel corso degli anni vivendo anche una fase quasi classicista e di rifiuto dell’espressionismo.
Le altre mostre della Berlinische Galerie. Con lo stesso biglietto d’entrata è possibile visitare tutte le mostre alla Berlinische Galerie. E così, fino al 21 marzo è possibile godersi anche la mostra di fotografia Das sind wir, serie di ritratti realizzati a vari fotografi tra il 1996 e il 2013 con opere anche dell’ucraino Boris Mikhailov e la mostra Ich kenne kein Weekend, un insieme di opere, installazioni e documenti dell’artista di Berlino Ovest René Block. Al piano di sopra si trova invece la collezione stabile rinnovata della Berlinische Galerie, chiamata Kunst in Berlin 1880-1980: qui si possono ammirare opere realizzate a Berlino o su Berlino in questo lasso di tempo, a cavallo quindi tra Espressionismo, Avanguardie e Dopo Guerra. Tra gli artisti presenti anche Max Liebermann e Oskar Kokoschka. Basterebbe anche solo quest’ultima mostra per far valere la pena di una visita: l’insieme di tutte la rendono semplicemente imperdibile.
Max Beckmann und Berlin
Alte Jakobstraße 124-128, 10969 Berlino
fino al 15 febbraio 2016
dal mercoledì al lunedì dalle 10 alle 18 (martedì chiuso)
Biglietti: 10 euro intero, 7 euro ridotto (il primo lunedì di ogni mese si entra a 6 euro)
Audioguida disponibile in inglese e tedesco (2 euro)
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Foto copertina: © VG BILD-KUNST Bonn, 2015