I maschi berlinesi da frequentare almeno una volta nella vita – Capitolo 3

di La snob loves Berlin (Claudia Sideri)

Non é che vi prendo in giro e non voglio neanche essere cinica e cruda nei vostri confronti. Solo che, cari maschi, mi fate ridere. Se provo a parlare di voi é solo perché vi vedo persi, confusi, in cerca d’autore. Vi voglio aiutare. Con la presunzione di voler descrivere i vostri strani atteggiamenti, vi propongo una nuova immagine di voi stessi. Vi racconto quello che gli altri vedono di voi. Rifletteteci é meglio di una seduta dallo psicologo.

Dovreste ammettere tra l’altro che a volte nella vostra semplicità siete proprio buffi. Altre volte invece siete solo dei coglioni.
Di seguito alcuni fatti, liberamente tratti dalla vita reale (per chi non l’avesse letto, qui il primo ed il secondo capitolo de I maschi berlinesi da frequentare almeno una volta nella vita – Capitolo 1 e Capitolo 2)

I maschi berlinesi da frequentare almeno una volta nella vita – Capitolo 3

Eccoci di nuovo in giro nell’universo maschile. Per alleggerire l’inizio di questo fine settimana berlinese. Metti una sera in giro per locali, per ballare e perdere un po’ la testa, tra coroncine di fiori e bolle di sapone, a tu per tu con queste strane creature circensi.

Leader del movimento dell’”elettrofiga”
Sui questi ritmi tunz tunz berlinesi prolifica una nuova nuova specie di giovane uomo: il seguace del movimento dell’elettrofiga. Dalla parola si intendono le due linee guida del movimento: la musica elettronica e la figa, sempre e sempre insieme. I seguaci si muovono in branco verso i luoghi di ritrovo, i cosiddetti club. Hanno anche dei giorni prestabiliti: il martedí si vedono al Kptn a Friedrichshain, il giovedí al Sage a Mitte e se il sabato hanno ancora tanta, ma tanta fame, si ritrovano al Lido, a Kreuzberg.Un po’ di buona musica, birre a volontá e come minimo il limone* é assicurato. Le tecniche di abbordaggio abbondano ma l’approccio diretto è quello che ha più successo.
Take it easy, honey.
In Germania le donne non hanno bisogno di molti convenevoli per lasciarsi andare. Un rapido cenno con la testa verso sinistra e un sorriso, di quelli light, poco impegnativi.
Sugar vieni qui, basta con ‘sta pagliacciata delle bolle di sapone, occhiali con le lenti a cuore, coriandoli. Su, che tanto per stasera te la dò.
Ecco come funziona a Berlino. Ecco cosa si fa per un limone.
Consigliato ai minori di 25 anni.

I apologize.
Me l’ha sussurato mentre ero in fila al bar. Me l’ha sussurato caldo come il risveglio della Domenica mattina.
Girandosi con i due bicchieri in mano e lo sguardo perso nella stanza fumosa aveva fatto accidentalmente rovesciare numerose gocce di Moscow Mule sulla mia nuova giacca nera, my new little black jacket.
Si é girato di scatto non appena ha sentito il lieve urto del suo gomito contro il mio braccio.
Occhi bassi sulla mia spalla dove nel frattempo si allargava la traccia del suo passaggio.
I apologize.

Sguardo questa volta dritto e diretto sugli occhi. Pupilla contro pupilla, iride contro iride, ciglia contro ciglia.

I apologize, chiede scusa. In inglese e con tutta quella serie di vocali aspirate che pronunciarle é come la prova costume a Giugno. Devi arrivare preparato, con un alito fresco e degno di tutto quel fiato.

No problem.
Vuoi un chewing gum?
Calda, come l’inverno berlinese.

La nuova esotica tecnica di rimorchio che si trova nei piú innovativi club della City.
Dedicato a te: Per la prossima volta deodorante (come ti suggerisco sempre, sappi che non smetteró mai di ricordartelo) e, se bevi, come minimo delle caramelle alla menta in tasca. Grazie.

I bisonti
Sono delle palle di testosterone ambulanti. Si muovono in gruppo, di solito quattro o cinque. Sono alti e grossi e puzzano di ormone appunto. Particolarmente energici, si agitano come se non ci fosse un domani, trascurando completamente sia il ritmo della musica che le persone che stanno loro intorno.
Maglietta a maniche corte, scarpe ginniche, sudore che cola dalle lunghe masse pilifere, che siano capelli o peli sotto le ascelle, alzano le braccia, applaudono, fumano, urlano e ululano, inondando l’atmosfera con il loro spirito animale. Schiacciano alluci, distribuiscono gomitate e il livello massimo di idiozia lo raggiungono quando si infilano la bottiglia di vetro, senza tappo, del Club Mate nella tasca posteriore del jeans, che si sa non é un tessuto elastico. Geni.
Cosí mentre il peloso culo ondeggia senza senso, la bottiglia, in bilico tra la natica e il vuoto, scappa al controllo ed esplode, sfracellandosi per terra e rovesciando il liquido adrenalinico sui piedi di chi ha la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Pensavi di andare ad una simpatica festa circense e invece sei allo zoo.

“Los niños”
Si riconoscono subito. Zainetto, poca barba, si agitano anche loro sempre in gruppo. Si localizzano subito perché sostano quasi sempre al centro della pista.
Tendenzialmente nati agli inizi degli anni ’90, anche loro urlano e ululano, ma soprattutto mostrano interesse immediato verso qualsiasi ragazza che casualmente finisce nelle loro vicinanze. La circondano, ballando in modo molto ravvicinato e la fissano con uno sguardo da pesce lesso davvero poco invidiabile.
Esaltati dalla musica, fomentati dai coriandoli che piovono dal soffitto, guardano e sorridono, sorridono e guardano. Fin quando sfiancati dal totale disinteresse mostrato nei loro confronti, girano la testa ed individuano una nuova preda.
Sono gli stessi che spesso a fine serata rivedi fuori, accasciati su una sedia, con la testa tra le gambe mentre vomitano l’impossibile.
È tutta esperienza, niños, do not worry.

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Foto di copertina: Man’s Face CC0 Public Domain

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