Il sindaco di Berlino a Trump: «Signor Presidente, non costruisca quel muro»
Lo scorso mercoledì il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha reso esecutivo l’ordine di costruire un muro al confine col Messico.
Lo aveva già promesso durante la sua campagna elettorale e adesso sembra più che mai intenzionato a portare avanti questo progetto. L’obiettivo principale dichiarato è quello di contrastare l’immigrazione clandestina e rafforzare la sicurezza interna. La decisione è stata oggetto di critiche sia da parte dei governi di altri Stati che all’interno dello stesso Partito Repubblicano americano. Berlino, scossa ed indignata, ha rivolto un accorato appello al presidente USA. A cominciare dal suo Bürgermeister, il sindaco SPD Michael Müller.
L’appello del sindaco di Berlino
Come riportato dal Berliner Morgenpost, Michael Müller, tramite il comunicato stampa del Senato di Berlino, ha commentato il piano di Trump: «Se un paese nel mondo progetta la costruzione di un nuovo muro, Berlino, città dell’Europa divisa e poi città dell’Europa libera, non può tacere davanti ad una tale decisione. Noi berlinesi sappiamo meglio di tutti quante sofferenze abbia provocato una separazione imposta con cemento e filo spinato. Alla fine noi, come popolo, siamo riusciti a superare questa divisione e ciò rappresenta uno dei più grandi momenti del ventesimo secolo». Con tono più critico ha poi aggiunto: «Oggi non possiamo accettare che le esperienze storiche della Germania vengano gettate in mare proprio da coloro che hanno contribuito più di tutti alla nostra libertà, gli Stati Uniti». Infine il primo cittadino di Berlino si è rivolto al neo-presidente USA invitandolo a non intraprendere quella strada di isolamento ed esclusione. E lo ha fatto attraverso un drammatico appello: «Pensi al suo predecessore Ronald Reagan. Tenga a mente le sue parole, Tear down this wall ( abbattete questo muro). E perciò io dico: Caro Presidente, non costruisca quel muro».
Il memoriale del Muro e il suo direttore
«Nessun muro è durato a lungo e tutti quelli costruiti nella storia, alla fine, hanno perso la loro funzione»: si è espresso così, sempre sul Berliner Morgenpost, Axel Klausmeier, storico, direttore della Fondazione Muro di Berlino e responsabile del memoriale sito in Bernauer Strasse. In questa strada è possibile visitare i resti forse meglio conservati di quel Muro che, innalzato nel 1961, sarebbe poi diventato il simbolo della Guerra Fredda e della divisione del mondo in due blocchi contrapposti. In merito alla decisione del presidente USA, Klausmeier ha detto: «La costruzione del muro al confine col Messico non risolverà il problema dell’immigrazione clandestina. Così come non risolse il problema della DDR, che volle creare un “muro di protezione antifascista”. Una caratteristica comune dei populisti, purtroppo, è quella di offrire soluzioni semplici ed efficaci nel brevissimo periodo. Ma a lungo termine si rischia di andare fuori strada». Infine Klausmeier ha aggiunto: «Magari il signor Trump è attratto dal nostro modello storico. Se vuole potrei mostrargli il memoriale sul Muro e spiegargli la storia di Berlino. È sempre il benvenuto». Una lezione di storia che testimonia ancora una volta come gli uomini imparino poco o niente da questa. E forse anche l’uomo più potente del mondo potrebbe averne bisogno.
Photo: Berliner Mauer, Anyone who wants to keep the world as it is, does not want it to remain © Own Work – CC BY-SA 3.0
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