Berlino, la birra e quella sfida indimenticabile con la Germania nel mondiale del 2006

Nell’estate del 2006 ebbi la fortuna di godermi a Berlino quella festa di colori e nazioni che furono i Mondiali di Calcio organizzati dalla Germania. Dal 9 Giugno al 9 Luglio imparai a conoscere la cultura calcistica della città e della nazione che mi ospitava da circa due anni. In quella calda ed entusiasmante estate, durante il mondiale del 2006, ero impegnato nel seguire i lavori che avrebbero portato, pochi giorni dopo la conclusione del Mondiale all’apertura della, mia e del mio amico Simone, pizzeria al taglio Gusto Giusto sulla Kaiserdamm al numero 110. La mattina fino al tardo pomeriggio li passai insieme a operai polacchi e tedeschi che tiravano su dal nulla il mio locale in questa cità ormai non più straniera. Alle 17 era feierabend per tutti ed io tornavo con la mia bici dal quartiere Charlottenburg fino alla mia stanza in affitto di Nollendorfstraße. Dopo una rapida doccia volavo al mio pub preferito sulla Winterfeldplatz: lo Slumberland, il pub caraibico con la sabbia al posto del normale pavimento, trasmetteva per i suoi coloratissimi ospiti tutte le partite del Mondiale di calcio su un grande schermo piatto appositamente comprato per l’evento.

Ricordo le chiacchierate con Martin, che gestiva la libreria d’angolo tra Eisenacher e Maaßenstraße, le birre offerte da Ute, bella signora cinquantenne che tra una bevuta ed una fumata mi aiutò molto nel correggere le imperfezioni del mio tedesco parlato, Uwe che sfotteva il mio accento e la mia pronuncia, ma che apprezzava il fatto che cercassi sempre e comunque di migliorare le mie conoscenze della lingua teutonica e Vincent, il barman camerunense, che riempiva automaticamente il mio bicchiere di Flensburg non appena fosse rimasta solo un poco di schiuma. Ricordo con gioia immensa la partita degli ottavi di finale tra l’Italia e l’Australia che fu decisa con un rigore nel finale calciato da Francesco Totti. Quel giorno avevo deciso di indossare una vecchia maglietta della As Roma come se prevedessi che il mio idolo calcistico avrebbe determinato l’esito del match. Gli azzurri vinsero grazie ad un episodio fortunato e tutti i tedeschi presenti nel locale mi presero in giro sostenendo che se l’Italia avesse giocato così non avrebbe avuto alcuna possibilità di assicurarsi il titolo di campione. Gli risposi educatamente che di una squadra così fortunata e tenace avrebbero dovuto avere rispetto e paura.

La partita successiva, contro l’Ucraina, decisi di vederla in quella che per i due anni precedenti, quando abitavo in Kreuzberg, era stata la mia seconda casa. L’Old Emerald Isle era un Pub irlandese che si trovava sulla Ekelenzdamm. Un posto meraviglioso dove tra il 2004 ed il 2006 avevo passato tantissime ore libere e bevuto ettolitri di birra Guinness. Lo schermo nel biergarten mostrava giá le immagini delle squadre schierate per gli inni nazionali quando arrivai con la mia bici Bianchi. Darmot, il barkeeper, mi spinò la mia Guinness e riuscii a trovare un posto a sedere tra i miei amici irlandesi che erano felici di riavermi tra di loro dopo qualche mese di mia assenza dal locale. Il giardino era stracolmo di gente (come sempre) e la birra scorreva a fiumi tra i tavoli e le piante di questo meraviglioso giardino dei vizi. La vittoria azzurra grazie ad una doppietta di Luca Toni fu festeggiata così a lungo che mi stordì completamente ed il ritorno verso casa in bicicletta risultò più duro di una tappa pirenaica del Tour de France.

La semifinale contro la Germania era cosa certa e il giorno prima dell’evento andai di sera allo Slummerland per sentire cosa avevano da dire i miei conoscenti tedeschi. La sicurezza con cui tutti si dicevano certi che la Germania avrebbe schiacciato la squadra azzurra é rimasta nella mia mente.” Wir werden Italien schlagen”,” Wir machen euch Platt” “Italien hat keine Chance” erano le frasi che mi ripetevano tutti. Risposi che probabilmente sarebbe andata così e che purtroppo non avrei potuto vedere con loro la partita avendo promesso a Sandro, un mio amico napoletano che abitava a Wedding, che avrei visto l’incontro insieme a lui. Promisi a tutti che comunque fosse andato il match sarei passato a commentarlo con loro ricordandogli però che la Germania, in competizioni ufficiali, non aveva mai sconfitto gli azzurri. Risero ed a turno mi offrirono una birra per una specie di consolazione anticipata. Tornai barcollando a casa.

Il 4 Luglio a casa di Sandro arrivai con l’U-Bahn e portai con me il classico Sixpack di birre. Mangiammo una pasta con le sarde e ci godemmo quei 120 minuti di ordinaria follia che furono quell’incontro di calcio tra le due nazioni: l’Italia che mi ha dato i natali e mi ha visto crescere e la Germania che mi ha accolto in maniera eccezionale garantendomi un futuro sin qui sereno, facendomi sentire a casa. La partita fu un sussulto di emozioni fino a quei due gol nel finale che regalarono a me italiano in Germania un sogno infinito e ai tedeschi il senso di una sconfitta che ancora brucia dentro. Dopo essermi abbracciato con il mio amico andai verso l’U-Bahn ed il silenzio da funerale che regnava nella città aveva dell’incredibile. Arrivai in 25 minuti allo Slumberland e il bancone del pub era un assembramento di capi chini. Andai da Vincent e gli dissi di servire uno shot di vodka a tutti coloro che siedevano al banco e di metterli sul mio conto. Di colpo tornò il buon umore e bevemmo tutti insieme fino al mattino.

La finale, con l’inaspettato successo finale della squadra italiana, non mi diede le stesse emozioni del successo precedente ed oggi, ad otto anni di distanza, di quel mondiale mi rimane un ricordo vivissimo. Tante cose sono cambiate nella mia vita. Ho venduto la mia metá del locale all’amico con il quale lo aveto tirato su, ho aperto un bar, sempre a Berlino, la birra la bevo raramente e i miei vecchi conoscenti di bevute non li incontro più: eppure restano i ricordi e la fantastica città che li ha ospitati. Berlino ti amo.

la foto dell’articolo è © Bruegge / CC BY – 2.0

 

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