“Berlino? Certi luoghi hanno un’energia che non esiste altrove”. Edoardo Leo e la sua dichiarazione d’amore alla capitale tedesca
“Sono già stato a Berlino, l’ultima con i miei figli in vacanza l’estate scorsa. È stato bellissimo girarla a piedi, più la guardi più ti rendi conto che, soprattutto quando ti trovi in certi posti, lontano dai circuiti turistici, luoghi che di per sé non dicono molto, l’energia che percepisci intorno è unica. Ti fa pensare che sia tutto possibile, tutto da fare. In questo momento la capitale tedesca è come la Londra di una ventina di anni fa, è il centro del mondo, il luogo in cui bisogna essere. Difficile non amarlo”.
Queste le parole di Edoardo Leo, Roma, classe ’72, una delle colonne portanti del cinema italiano contemporaneo, quando lo incontriamo a Berlino in occasione dell’Italian Film Festival Berlin 2014. Dopo anni di gavetta come attore, sceneggiatore e regista, questo ultimo anno ha visto Leo protagonista di alcuni dei principali successi cinematografici italiani, nonché candidato a premi prestigiosi come Il David di Donatello e i Nastri d’argento, ora vede l’attore in città per presentare al pubblico tedesco due dei suoi successi della stagione cinematografica appena trascorsa: “Buongiorno papà” e “Smetto quando voglio”.
Cosa ti ha convinto a partecipare a questo Festival?
Dopo aver visitato per motivi personali la città, come ho già detto, ne ho amato l’energia e la vitalità.
Ho presentato il miei lavori in vari Festival italiani ed internazionali , ma è la prima volta che ho la possibilità di farlo in Germania ed ho accettato di buon grado questa opportunità di portare i miei film qui dove, più che in altri posti, tutto è in movimento, c’è interesse e vitalità, anche da un punto di vista culturale.
Questa vitalità culturale si ripercuote sul tuo lavoro, in qualche maniera?
Sì. Oltre all’aspetto commerciale, ovvero oltre a vedere nel Festival una possibilità di aumentare la visibilità dei film presentati, è l’occasione che crea il confronto con realtà culturali, produttive a volte simili, altre volte totalmente differenti da quelle a cui sono abituato. La vetrina internazionale, diventa quindi anche strumento di confronto per fare verifiche, conoscere e arricchire il proprio bagaglio culturale.
Dal punto di vista della “visibilità” invece, quali sono i vantaggi che offre?
La possibilità offerta dalla presentazione dei propri lavori all’estero è quella di aumentare la visibilità per il prodotto offerto, nell’immediato -anche ad un pubblico nuovo – poiché rappresenta un’ottima vetrina per il cinema italiano all’estero, basti pensare ai successi recenti, dall’Oscar per “La grande bellezza” o il Gran Prix a “Le meraviglie”. In secondo luogo, l’ eco dei successi internazionali, gli apprezzamenti e i riconoscimenti, si ripercuote sugli investimenti, sulla produzione e la distribuzione dei nuovi lavori.
Quindi, nel complesso, si può parlare di un buon momento per il cinema italiano?
Sì, nonostante la crisi, quindi i problemi economici e quindi il poco margine d’azione del cinema italiano nel senso più ampio, è un buon momento.Un momento in cui la scena italiana offre prodotti di qualità, abbandonando certi cliches o “regole” e si specializza, con attori forse di poco richiamo, con generi a lungo snobbati (penso alle commedie, dapprima declassate perché distribuite in poche copie o in poche sale, o solo assegnate a comici e/o “avventure natalizie”, ora invece confezionate come prodotti di qualità) e in cui c’è sia da parte del produttore, sia da parte del pubblico, un maggior interesse per il prodotto italiano.
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