Come funziona l’università tedesca: i documenti necessari per l’iscrizione

Iscriversi all’università in Germania.

I documenti necessari che bisogna presentare sono diversi ma alla fine i servizi offerti sono molti. Trovandomi ormai al quarto semestre di un master a Berlino posso tirare le fila di questa esperienza. Lo studio è più leggero che in Italia, i servizi offerti incredibilmente più numerosi e variegati. Le tasse un contributo, per noi italiani, quasi irrisorio. Ma quando ripenso a quello che ho dovuto passare per potermi trovare qui…. La fase delle “Bewerbungen” è stata sicuramente la parte più difficile di questa università. Ebbene sì, peggio dei corsi in tedesco, delle presentazioni orali da fare in tedesco davanti a una ventina di madrelingua tedeschi, perfino delle tesine di venti pagine o della tesi finale da scrivere in tedesco. Cosa l’ha resa così tremenda?

Certo la grandissima dose di stress per lo scadere dei termini d’iscrizione è molta visto che le cose fa dare sono parecchie.
Ma andiamo con ordine.

Come funziona l’università tedesca: i documenti necessari per l’iscrizione

1. Il TestDaf

Venendo da un Paese straniero per poter studiare in Germania c’è bisogno (giustamente) di dimostrare le proprie conoscenze della lingua. Per studiare in tedesco serve il TestDaf con i suoi inspiegabili livelli TDN 3,4,5 che è un livello tra il B2 e il C1. Ogni università può pretendere quello che preferisce, normalmente il 4 (un-po’-più-che-B2). Studiare in inglese può salvare solo in parte, perché sarà richiesto comunque uno IELTS o TOEFL. Personalmente trovo il Daf un test stupido, perché non prova veramente le conoscenze della lingua, ma si basa su esercizi  mirati e particolari che anche un madrelingua potrebbe trovare difficoltà se impreparato.

Certo noi studenti di tedesco ci siamo irritati quando ci hanno detto che per questo test la grammatica studiata fino a quel momento aveva un’importanza molto limitata. Parlare con un microfono che registra la voce sicuramente non è proprio il modo migliore per testare le capacità oratorie in tedesco. O che saper descrivere dei grafici, almeno per chi studia letteratura, è perfettamente inutile.

Ma niente da fare, la prassi è questa. L’alternativa è il DHS, che invece si fa in Germania e che non conosco, ma ho sentito che sia più difficile.

2. Le traduzioni asseverate

“Che diavolo è una traduzione asseverata?” mi sono chiesta quando con Google ho tradotto per la prima volta la pagina dei requisiti di ammissione per studenti stranieri. E pochi giorni dopo stavo già radunando i documenti da portare al consolato. Per iscriversi ad un master servono i certificati di tutta l’educazione precedente: diploma di liceo, diploma di laurea triennale, lista degli esami superati nella triennale. E se sei straniero servirà necessariamente una traduzione giurata. Ma una copia dell’originale con relativa traduzione non basta: magari qualcuno potrebbe scrivere di essere laureato in ingegneria chimica e invece aver studiato filosofia. Serve quindi una prova della veridicità della traduzione, cosa che fanno i vari consolati tedeschi dispensando timbri a prezzi profumatissimi. Non solo: le mie traduzioni, che erano state riviste da una professoressa madrelingua, secondo il consolato non andavano bene, almeno non tutte. E quel timbro me lo hanno concesso solo a patto che facessi ritradurre da capo il documento dalla loro traduttrice ufficiale. Ricordo l’odio che ho provato per la prima volta guardando l’aquila della BRD quel giorno; ma in fondo ero grata che certe cose non succedessero solo in Italia.
Il colmo? Nonostante il tempo e i soldi che costano, questi documenti autenticati non vengono mai restituiti dalle università al candidato alla fine del processo di selezione, qualunque ne sia l’esito.

3. Il Motivationsschreiben

Per entrare in un master però questi documenti non bastano. Le università vogliono capire quanto una persona sia motivata, come se si stesse richiedendo una borsa di studio o un progetto di dottorato. All’ università bisogna scrivere una precisa lettera di presentazione nella quale si elencano i motivi per i quali si desidera studiare in un certo master e come questo potrebbe prepararci per la nostra carriera futura. Alla fine questo mi sembra un punto positivo, che non giudichino le persone soltanto dai numeri e dai voti. Ma ovviamente comporta tanto lavoro in più per una Bewerbung, considerando anche che, volendo farne più di una, ogni lettera dovrà essere adeguata al corso di studio.
In più ovviamente non può mancare la richiesta del curriculum vitae, anche questo rigorosamente in tedesco.

4. uni-assist

Dato l’alto numero di candidature dall’estero che hanno le università tedesche, queste hanno deciso di far fare il lavoro preliminare a qualcun altro. Uni-assist è un ente che raccoglie le domande degli studenti di tutto il mondo per quasi tutte le università della Germania. I documenti sopra descritti devono essere quindi sia caricati online, dopo aver fatto una registrazione e riempito un formulario, sia spediti in formato cartaceo. A quel punto non rimane che sperare che le poste facciano il loro lavoro portando la busta entro il termine. Uni-assist dopo una prima selezione dal punto di vista formale, reindirizza le domande corrette e complete alla università in questione, che analizzerà il candidato dal punto di vista del merito.
Ogni domanda su uni-assist ha un costo: la prima un po’ più elevato, ma dalla seconda si paga di meno.

Se ne vale la pena? In definitiva credo di sì. Il sistema universitario tedesco presenta delle forti debolezze a mio parere, ma permette di conoscere un’università da vivere. Le università offrono attività non solo accademiche e il rapporto professore-studente è molto più diretto. Un luogo dove si sente che circolano nuove idee, anche se non tutte buone. E se l’esperienza di uno studio all’estero è sempre positiva. Lo è in particolare la città di Berlino, che dà la possibilità di confrontarsi con persone provenienti da tutto il mondo.

Certo il procedimento di ammissione potrebbe essere reso molto semplice. Che nel 2013 non si possa trovare un modo che prevede meno dispendio di carta, tempo e soldi delle traduzioni asseverate è assurdo. Basterebbe ad esempio che tutte le università accettassero la versione inglese del diploma che normalmente le università italiane rilasciano. Ma finché il sistema rimarrà questo, consiglio a chi vuole provarci solo di muoversi con molto anticipo e tanta pazienza.

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Foto copertina: “Application” © GotCredit – CC BY SA 2.0