teatro Gorki di Berlino

Berlino, premiato il Maxim-Gorki-Theater per la sua anima multikulti

L’ennesimo riconoscimento per il Maxim-Gorki-Theater, il teatro multikulti di Berlino. Shermin Langhoff e Jens Hillje, direttori del teatro Gorki di Berlino, sono i vincitori del Berliner Theaterpreis 2016, premio conferito con cadenza annuale dalla Stiftung Preußische Seehandlung, fondazione con il compito di promuovere eccellenti attività scientifiche e culturali a Berlino. I premi finanziati dalla fondazione rientrano tra le onorificenze più ambite nell’area tedescofona.

Il Maxim-Gorki-Theater come “teatro postmigrante”. Già nominato teatro dell’anno 2014, quest’anno vincitore del premio Theaterpreis des Bundes e selezionato per il festival teatrale Theatertreffen 2016, il teatro Maxim-Gorki di Berlino ha già ottenuto svariati riconoscimenti da quando nel 2013 Langhoff e Hillje ne hanno assunto la direzione. Langhoff è la fondatrice del cosiddetto “teatro postmigrante”, un teatro che si prefigge di rispecchiare il multiculturalismo e il multilinguismo della società contemporanea, «realtà che la scena teatrale ha a lungo ignorato». Il concetto di “postmigrantismo” è stato coniato dal sociologo Erol Yıldız che lo concepisce come categoria “scientifica” per descrivere la realtà, ma anche per interpretarne e analizzarne gli sviluppi. Langhoff ha dato concretezza a questo concetto teorico a partire dal festival “Beyond Belonging”, organizzato 10 anni fa presso il teatro HAU di Berlino, e successivamente con la programmazione del teatro Ballhaus Naunynstraße, da lei aperto proprio come “teatro postmigrante” nel 2008 e del quale è stata direttrice fino al 2013. Assumendo la direzione del Maxim-Gorki-Theater, Langhoff ha portato il “teatro postmigrante”, i suoi attori e protagonisti nel vero e proprio centro della città. Il programma del teatro Gorki spazia dalla messa in scena di classici come “Il giardino dei ciliegi” di Anton Čechov e “Otello” di William Shakespeare, a quella di spettacoli corali nati dalla cooperazione tra l’ensemble e i registi del Gorki (per esempio “The Situation” o “Common Ground”), passando per l’adattamento del romanzo di Hans Fallada “E adesso, pover’uomo?” a “Cemento” di Heiner Müller. Fil rouge di un cartellone tanto variegato è l’identità come concetto mutevole e negoziabile, si tratti di identità nazionale, etnica, sessuale o religiosa. Nel “teatro postmigrante” non ci si limita a raccontare e rispecchiare la varietà della società, ma è proprio quest’ultima a raccontare se stessa: sono i suoi attori, i suoi protagonisti ad andare in scena. Quest’anno il “teatro posmigrante” di Shermin Langhoff compie 10 anni, motivo per cui il teatro Ballhaus Naunynstraße ha organizzato una serie di incontri per discutere della prima decade di vita di questo movimento artistico e dei suoi futuri sviluppi.

Il Berliner Theaterpreis 2016. Il Berliner Theaterpreis premia l’eccellenza nella scena teatrale di lingua tedesca. Sarà Michael Müller, sindaco di Berlino in carica, a consegnare il premio il prossimo 15 maggio in occasione del festival Theatertreffen 2016. Il premio prevede un riconoscimento in denaro della somma di 20.000 €. La giuria ha motivato l’assegnazione dell’onorificenza sottolineando il merito del teatro Maxim-Gorki nel rispecchiare la varietà della società contemporanea e degli abitanti della capitale tedesca: attraverso il suo programma e il suo ensemble composto da attori e performer provenienti da ogni parte del mondo, il teatro Gorki mette in discussione l’univocità e l’arbitrarietà di categorie nazionali, culturali, linguistiche, etniche e religiose, le decostruisce e le ribalta, spesso mettendo lo spettatore di fronte al proprio pensiero stereotipato. Nel tentativo di rispecchiare la molteplicità e irriducibile varietà del reale, l’ensemble e le storie portate in scena al teatro Gorki sfuggono a categorizzazioni e interpretazioni preconcette.

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