«Berlino è la tua cotta giovanile che però ti risponde restiamo amici»
Il fascino di Berlino, a quasi due anni di distanza dal mio arrivo, resta immutato. «Povera ma sexy» l’aveva definita un suo sindaco qualche anno fa. È sicuramente una definizione appropriata.
Se Berlino fosse una persona sarebbe sicuramente afflitta da diverse patologie psichiatriche, prima fra tutte la schizofrenia. Berlino è la bruttarella della classe che insegue continuamente le compagne più fighe. Londra, Parigi, Milano. Berlino è il bimbo cicciottello che finiva sempre in porta quando si giocava a pallone per strada. Berlino siamo noi quando ci ripromettiamo di metterci a dieta da lunedì. Di cominciare la palestra dopo le vacanze.
Le diverse facce di Berlino
Berlino è la tua prima cotta. Quella a cui riesci a dire finalmente che ti piace e che per tutta risposta ti appioppa un abbraccio rispondendoti «restiamo amici». Berlino sei tu che la prima volta in cui ti dicono «ti amo» rispondi «grazie» perché sei stronzo, ma un po’ di coscienza ce l’hai ancora. Berlino d’estate diventa la strafica osannata ed inseguita da tutti. Quella di cui canta Max Pezzali in Sei un mito. Berlino d’inverno, invece, ricorda chi alle elementari era così svogliato e infreddolito che metteva il pigiama sotto i jeans. Berlino a Natale è la tipa che si imbelletta super chic per la cena aziendale e poi finisce per vomitare sul capo. Berlino a Natale sei tu che tiri in dentro la pancia quando passa la tua collega dieci anni più giovane ma magari dovresti pensare alla pelata, invece.
Se Berlino fosse una ragazza
Berlino è la ragazza occhialuta seduta in ultima fila che non alza mai lo sguardo per paura di essere notata. Ed al contempo è la tua amica che ride sguaiata dopo il secondo bicchiere e fa girare tutti. Berlino è la cinquantenne in minigonna che vuole essere guardata. Quella «da dietro liceo, davanti museo», per esser chiari. Berlino è il tuo migliore amico perennemente in ritardo ma a cui non sai rinunciare. Berlino sembra rincorrere sempre qualcuno o qualcosa e dopo due anni, forse, inizio a sperare che quel qualcosa non lo raggiunga mai perché è davvero bella mentre corre.
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Immagine di copertina: © Sascha Kohlmann – CC BY SA 2.0