Ballare la tarantella a Berlino
“I pizzicati sono morsi dalla tarantola. Provano l’inarrestabile brama di ballare, ballare, ballare, di muoversi al ritmo pulsante dei tamburelli senza mai fermarsi …
Un gruppo di pizzicati c’è anche a Berlino: suonano, cantano e ballano ovunque la musica popolare venga ascoltata e vissuta ben volentieri.”
Se non avete mai visto suonare e ballare danze tradizionali come la Pizzica Pizzica, la Tammuriata e la Tarantella dovete assolutamente rimediare, e se vivete a Berlino potete farlo andando a vedere i Pizzicati. Con questo gruppo di giovani musicisti provenienti dal Sud Italia è anche possibile imparare a suonare il tamburello, lo strumento musicale principale della tarantella: dalla Campania alla Sicilia viene suonato in diversi modi. Imparare a suonarlo richiede pazienza, costanza ed esercizio. È uno strumento all’apparenza semplice, ma di grande impatto e importanza, in quanto scandisce il ritmo sul quale danzano i “tarantolati”, che originariamente ballavano come forsennati per espellere il veleno della tarantola da cui erano stati morsi. Eppure queste danze rappresentano molto di più: sono danze folkloriche di matrice tribale che se suonate e ballate a lungo possono portare ad uno stato di trance (alterazione delle percezioni).
Questi balli popolari in origine venivano fatti all’aperto, negli stessi campi dove vivevano i Lycosa tarentula (da cui il nome), i famosi ragni velenosi. Qui si accendevano anche fuochi per celebrare la vita, che erano collegati da un unico flusso di energia e soprattutto collegati all’energia della Terra, il cui ritmo primordiale è ricreato proprio dal suono ipnotico del tamburello. Il suo ritmo agisce anche sul flusso sanguigno, trasportando chi ascolta in un’altra dimensione, che è allo stesso tempo lontana e vicina: lontana perché richiama qualcosa di ancestrale e vicina perché aiuta a connettersi con se stessi nel qui ed ora e con chi partecipa alla stessa danza.
Danze come la Tarantella sono semplici perché si possono ballare sia in coppia che in gruppo, una volta imparati i passi base, ma possono risultare leggermente impegnative per via del ritmo frenetico: che si tratti di una coreografia di gruppo o di coppia, alla fine si ritrova il ritmo giusto e ci si lascia trasportare, ricordandosi che lo scopo primario è divertirsi, al di là di ogni tecnicismo.
Veniamo ad alcuni degli strumenti tipici di questa tradizione, il già citato tamburello (indispensabile), il triccheballacche, l’ organetto, le nacchere (ornate di nastrini colorati), il violino, il mandolino, la chitarra e naturalmente la voce, che viene utilizzata similarmente come nel canto armonico (vedi canto sardo), ricreando una sorta di cantilena velocissima composta da parole in dialetto, che unite alla musica contribuiscono a coinvolgere gli ascoltatori, attirandoli in una sorta di vortice sonoro.
Per me è stata la prima esperienza con la Tarantella e devo dire che ne avevo sottovalutato l’impatto, non pensavo che fosse così coinvolgente dal vivo, anche solo vedere e ascoltare questo spettacolo è un’esperienza interessante, soprattutto se si è nati in Italia, paese ricco di tradizioni fortemente legate al territorio. In quest’occasione ho potuto assistere alla reazione dei berlinesi, che solitamente amano conoscere anche le tradizioni delle altre nazioni, specialmente quelle culinarie e artistiche. Nel pubblico del piccolo locale, il Café Linus di Neukölln dove si è tenuta la serata, ho notato sia facce divertite che perplesse, in particolare durante i canti in dialetto del sud della penisola (difficili da capire persino per un madrelingua italiano). Quando il ritmo ha raggiunto il suo apice ho visto, ad esempio, una signora alzarsi battendo le mani per partecipare a suo modo. Lo spazio era ristretto, ma i partecipanti erano molti e di nazionalità mista, uniti dal potere della musica che oltrepassa ogni barriera linguistica e antropologica.
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