Alle Farben, la nostra intervista: «Berlino è ancora la capitale europea della musica elettronica»
Alle Farben, all’anagrafe Frans Zimmer, classe 1985, è un dj con oltre 195mila followers sia su Facebook che su Soundcloud. Basterebbe questo a dimostrare quanto il suo sia ormai uno dei volti simboli della scena notturna di Berlino. La città in cui è nato e in cui ha cominciato a costruire un successo diventato internazionale
Dopo essersi fatto conoscere con dj set lunghissimi, anche di sei ore, ha affinato quello che si può definire uno stile inconfondibile. La base è sempre la musica elettronica, le variazioni invece sono infinite. Swing, musica classica (la sua hit Danse campiona addirittura un pezzo di Tschaikowsky), brani italiani anni ’60 (persino Patty Pravo!). Canto lirico e qualsiasi cosa stuzzichi la sua fantasia. Dopo tante performance e canzoni distribuite singolarmente, il 23 maggio 2014 è uscito il suo primo album. Il titolo è Synesthesia ed è stato promosso con un tour che ha interessato Germania, Danimarca, Olanda e Stati Uniti. Tanti impegni, ma tra un dj-set e l’altro Alle Farben riuscì ad incontrarci in un café di Kreuzberg, il quartiere dove è nato e cresciuto. Ne è nata una bella chiacchierata durante la quale ci ha raccontato di sé e spiegato perché, secondo lui, Berlino è ancora la capitale indiscussa dell’elettronica.
Quando e come hai pensato di diventare DJ professionista?
«Ho iniziato a suonare circa 10 anni fa, ma solo dal 2009 ho deciso che questo dovesse diventare il mio mestiere e ho lasciato il mio lavoro in una pasticceria di Kreuzberg. Per fortuna ho avuto il coraggio di fare questo passo».
Pensi che il fatto che ti trovassi a Berlino dove la musica elettronica è così importante ti abbia aiutato?
«Qui ho avuto sicuramente molte possibilità per iniziare a suonare e ho cercato di utilizzarle al meglio. Ci sono stati fine settimana in cui ho suonato anche in 4 o 5 locali diversi. Forse questo era anche eccessivo. Poi fortunatamente sono riuscito a farmi conoscere anche al di fuori della città tramite le possibilità che offriva la rete. Come Soundcloud. Poter distribuire i miei pezzi in maniera gratuita su una piattaforma di ascolto in streaming è stato il modo migliore per raggiungere il pubblico di città in cui non suonavo. Ho avuto la possibilità di fare conoscere i miei mix e dare un’idea reale di come lavoro e di come sarebbe ascoltarmi dal vivo».
Dove trovi l’ispirazione per la tua musica?
«Sicuramente viaggiando, così si possono avere molte idee. E poi semplicemente ascoltando la musica di altri».
Il tuo nome d’arte è Alle Farben (“Tutti i Colori”) e i tuoi mix su Soundcloud hanno spesso il nome di una tonalità: da dove proviene quest’idea?
«Sono sempre stato un appassionato d’arte. Volevo studiarla all’università, ma non fui ammesso. Il voto con cui ero uscito dal liceo non era sufficiente. A Berlino poi è ancora più dura che altrove. Mi sono indirizzato allora su un corso di grafica e design ma non faceva per me. Quando ho iniziato a fare musica a livello professionale ho cercato di inserire questa passione nel mio lavoro ed è venuto spontaneo nominare ogni mix col colore e l’atmosfera che secondo me suscita».
Non a caso il tuo primo album si intitola Synesthesia, la figura retorica che unisce diverse sfere sensoriali come appunto la vista e l’udito.
«Il titolo per me non indica solo il significato più stretto ma anche la diversa percezione che ognuno può avere della musica. Forse qualcuno come me riesce a vedere un diretto collegamento tra una melodia e un colore. Ma ci saranno anche persone alle quali i brani susciteranno emozioni diverse e magari non troveranno adatti i titoli che ho scelto. E per questo trovo che il concetto sia particolarmente giusto per la musica, perché è un qualcosa che ognuno sente a modo suo».
Frequenti ancora privatamente i locali berlinesi? Cosa pensi della scena dell’elettronica attuale della città?
«Ormai non vado quasi più a ballare per conto mio, principalmente per la mancanza di tempo. La cosa più bella è che a Berlino c’è tutto. Migliaia di eventi ogni settimana, migliaia di locali, la gente sa di poter andare a ballare ogni volta che vuole e alla fine quasi si annoia. Nonostante questo, io penso ancora che la scena dei club di Berlino sia in assoluto la migliore. Non solo per la qualità della musica ma anche per le speciali location. Berlino è ancora la capitale europea della musica elettronica. Certo quando vado a suonare in altre città sento che l’evento è atteso già da settimane, qui invece viene visto come qualcosa di normalissimo. E non solo perché in passato ci ho suonato spesso, ma sicuramente anche per l’alto numero di artisti che ci sono».
C’è qualche DJ in particolare che ti piace in questo momento a Berlino?
«Non vorrei fare nomi. Ma di sicuro posso dire che c’è tutta una nuova generazione di giovani DJ che ancora non sono famosi e suonano davvero per passione. Al contrario di chi ormai lo fa solo per guadagnare. Quando mi capita di incontrarne alcuni, in aeroporto o in generale quando sono in giro, mi accorgo di quanto siano davvero motivati. Credo sarebbe giusto lasciare spazio anche a questi giovani artisti».
Che cosa ti piace ancora di Berlino oltre alla musica? Vivi ancora a Kreuzberg quando non sei in giro per lavoro. Hai mai pensato trasferirti in un’altra città?
«Di Berlino mi piace semplicemente che qui si vive in modo sereno. Ci sono ancora luoghi tranquilli, posti dove si mangia bene, la città offre molto e non è cara. Inoltre è stata molto importante per me. Nel momento in cui mi stavo formando come DJ l’atmosfera creativa che si respira mi ha aiutato molto. Non la lascerei mai per un’altra città, almeno non finché continuerò a fare questo lavoro. E non sono neanche troppo preoccupato dal fenomeno della gentrification. Penso sia un processo normale per ogni grande città sulla quale sono puntati i riflettori. E Berlino rimane comunque la metropoli europea più economica di tutte».
In Italia non hai ancora mai suonato. Prevedi di fare qualche data in futuro?
«È una storia un po’ lunga. Avevo programmato due date in Italia, una volta purtroppo ero malato, l’altra sono atterrato nell’aeroporto sbagliato. Quando si prenota un volo velocemente a telefono e parlando in inglese è molto facile confondere Ginevra con Genova. E quando sono atterrato a Ginevra ormai era troppo tardi per raggiungere l’Italia in tempo. Al momento non ho altre date fissate ma spero di riuscire a fare una tappa molto presto».
Alle Farben
Sito Ufficiale – Pagina Facebook – SoundCloud
Il suo album Synesthesia è acquistabile su ITunes ed ascoltabile qui (Snippets).
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Immagine di copertina: © Alle Farben