Allarme Ebola a Berlino: ecco cosa è successo
Donna di 30 anni originaria dell’Africa occidentale (quindi di un paese tra Cape Verde, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Ivory Coast, Liberia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, e Togo), sviene negli uffici del Jobcenter di Pankow, presentando tutti i sintomi del contagio da virus ebola. La donna, dopo aver perso i sensi, è stata immediatamente portata alla Virchow Klinikum di Wedding e messa in isolamento. Secondo la Berliner Zeitung, la trentenne africana sostiene di non aver avuto contatti con malati di ebola nella sua patria. I visitatori del Jobcenter e le persone che hanno avuto contatti con la donna sono stati fatti uscire dall’edificio solo dopo molte ore, fino a chiarimento del malore.
Alla Virchow-Klinikum Charité sono già attrezzati con altri letti per fronteggiare l’eventuale caso di contagio, mentre la polizia ha chiuso l’edificio per motivi di sicurezza.
I primi sintomi della malattia in questione sono febbre, vomito e diarrea, come quelli di una normale sindrome influenzale o altre malattie tropicali, per esempio la malaria. Tuttavia l’ebola è meno contagiosa della febbre, in quanto si trasmette solo tramite contatto con il sangue e i fluidi corporei di soggetti infetti.
Il virus dell’ebola, secondo le affermazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sarebbe in Africa occidentale ancora in stato di avanzamento. Nel giro di tre giorni, dal 14 al 16 agosto, sono morte 84 persone a causa dell’agente patogeno, numero al quale si aggiunge ad oggi la registrazione di altri 113 casi. Il numero di vittime tra Libèria, Sierra Leone, Guinea e Nigeria conta 1229 decessi e 2240 contagi.
Il rischio di contagio in Europa resta ad ogni modo improbabile. In Germania la ricerca, il pronto soccorso e l’isolamento sono molto meglio organizzati che in Africa Occidentale.
Al Campus Virchow della Clinica Universitaria del Charité esiste dal 2010 un reparto di isolamento per pazienti affetti da malattie infettive gravi. Con la capienza di ben 20 letti è, ad oggi, il più grande reparto di isolamento della Germania.
Restiamo al momento ancora in attesa dei risultati dei test ematici, per capire se quello di oggi sia stato un reale caso di ebola.
Ultimi aggiornamenti:
Berlino può tirare un sospiro di sollievo. Dopo una giornata di paura, poco prima della mezzanotte del 19 agosto, il Tagesspiegel rende noti i primi risultati delle analisi del sangue della donna africana. Pare essere confermato che la donna non abbia contratto un’infezione da virus ebola, ma è più probabile che si tratti di un caso di malaria. Tuttavia si dovrà aspettare ancora qualche giorno per avere i risultati di una seconda analisi che faccia definitivamente un po’ di chiarezza circa il tipo di infezione che ha colpito la donna.
Foto ©Saint Louis University Madrid Campus CC BY SA 2.0