A Berlino ci s’innamora di un timido sole pomeridiano dopo una settimana di pioggia
Ho passato 6 mesi a Berlino grazie all’Erasmus.
Ora che questa esperienza è finita dopo posso dire senza alcun’ombra di dubbio, che la realtà non solo ha superato le aspettative, ma le ha completamente stravolte!
Non tutto è sempre stato facile, problemi e difficoltà sono stati all’ordine del giorno, eppure in questo momento non riuscirei a citarne nemmeno uno che fosse veramente insormontabile… non ci riesco, non lo ricordo, tutto è stato spazzato via da ciò che il turista medio non vedrà mai: a Berlino non ci s’innamora della porta di Brandeburgo o del museo del Pergamon, a Berlino ci s’innamora delle piccole cose.
Ci s’innamora di un timido sole pomeridiano dopo una settimana di pioggia
Ci s’innamora della pista di pattinaggio sotto l’immenso albero di Natale di Potsdamer Platz.
Ci s’innamora di una passeggiata a Britzer Park, un immenso labirinto capace di togliere il fiato.
Ci s’innamora dell’alba vista in compagnia di nuovi amici alla fermata di Warschauer Straße.
Ci s’innamora della scarica di adrenalina che si prova sulla cima di Teufelsberg.
Berlino o la ami o la odi.
Se la odi probabilmente non sei pronto o disposto a vivere in una realtà capace di abbracciare chiunque, dal ricco borghese all’immigrato arrivato dalla Turchia, dalla classica signorina bon ton a certe signore su d’età tinte di fucsia. Se la ami, se la ami davvero, prima ancora di partire starai già pianificando quando tornare, cercando la migliore offerta di lavoro o il master più adatto al tuo percorso di studi.
Se la ami significa che, di fronte alla tua coinquilina brasiliana che ha visto la neve per la prima volta a 21 anni e decide di uscire in infradito a -12°C perché “i tacchi fanno troppo male”, non riderai né farai una faccia stranita: sorriderai e farai una foto ricordo perché quando tornerai in Italia, nelle ristrettezze della mentalità italiana, vorrai riguardare quella foto per ricordare che non l’hai solo sognato, che è successo davvero.
Oggi ho consegnato l’Abmeldung, la deregistrazione dal Bürgeramt. Guardo questo pezzo di carta e, nonostante la malinconia, sorrido, perché non sarà certo la burocrazia tedesca e togliermi l’unica forte convinzione che ho maturato in questa incredibile città, che, come ha detto qualcuno, più che una città è un angolo di mondo: berlinesi una volta, berlinesi per sempre.
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