5 cose da fare nella zona di Pescara e Chieti che valgono una visita al di là delle spiagge
Pescara, Chieti e i rispettivi litorali sono da sempre un’attrazione turistica per chi cerca una vacanza di mare
L’Abruzzo è una splendida regione spesso non conosciuta abbastanza a livello internazionale. Mettendo da parte Teramo e – soprattutto – L’Aquila, se ci vogliamo concentrare su Pescara e Chieti, beh, al di là di una vacanza di mare c’è la possibilità di vedere (e godere) di tante attrazioni. Ecco quindi 8 consigli di cose da fare che potrebbero spingervi (ve lo raccomandiamo) una visita per qualche giorno di vacanza facendo una premessa: noleggiare un’automobile per andarvene in giro e scoprire ancora di più di quanto qui raccomandato è imprescindibile.
8 – Lasciarsi sorprendere dal colpo d’occhio dal castello medievale di Roccascalegna
Questo minuscolo paesino di poco più di mille abitanti facente parte della Comunità montana Aventino-Medio Sangro deve oggigiorno la sua notorietà al castello medievale che lo sovrasta e chiamato semplicemente La Rocca. Costruito dai Longobardi sopra una scarpata a strapiombo, è stato donato a metà degli anni ’80 al comune dall’ultima famiglia che lo ereditò, i Croce Nanni. Se la sua visita è senza dubbio interessante, lascia mozzafiato lo sguardo da lontano. Il castello sembra reggersi sul nulla dando al tutto quel senso di magico che Matteo Garrone ha voluto anche per il suo Racconto dei racconti.
7 – Attraversare in canoa il fiume Tirino a Bussi sul Tirino
I splendidi corsi d’acqua della zona possono essere vissuti “dall’interno” grazie alle attività della cooperativa il Bosso che ogni giorno, previa prenotazione, dà modo di salire in canoa assieme ad una guida e pagaiare lungo il fiume Tirino. L’acqua è splendida, la temperatura costante durante l’anno, se c’è bel tempo ci si può fare un bellissimo bagno.
6 – Ammirare l’intima bellezza di Spoltore
Spoltore è un piccolo comune così vicino a Pescare che da anni si pensa di annetterlo al capoluogo per creare, assieme ad altri paesini della zona, una Grande Pescara. Fondata nel Medioevo, deve il suo nome alla parola farro (in tedesco spelt). Nel piccolo centro storico, ancora ben conservato, si possono osservare un Castello Longobardo, una Chiesa del XVIII secolo (intitolata a San Panfilo Vescovo) e un palazzo (il De Cesaris) del XVII secolo ispirato al castello medievale preesistente al suo posto. Appena fuori dalle mura vi sono un convento e una parrocchia di origini benedettine anch’essi intitolati a San Panfilo e risalenti all’anno 1000.
5 – Visitare Pianella, la città dell’olio
Di città dell’olio in Abruzzo ce ne sono molte, ma Pianella è sicuramente tra le più suggestive. La sua storia indicativamente intorno all’anno 1000 con il nome di Castrum Planellae . La sua posizione tra due fiumi a 236 metri di altitudine ne facevano un luogo privilegiato per scambi tra commercianti ed infatti è qui che spesso si rifornivano di formaggi e lana e altro prodotti agro alimentari mercanti di repubbliche marinare come Genova e Venezia o dei vicini territori toscani. Di quei fasti oggi è rimasto un centro storico molto carino per una passeggiata. Protagonista è però una vecchia chiesa romanica, la Santa Maria Maggiore, costruita nel XXII non lontano dal vecchio Frantoio D’Annibale (Via Monsignor D’Addario), molto interessante da visitare. Se volete provare la pasta tipica della zona vi consigliamo cercare le confezioni dei Rustichella d’Abruzzo che proprio a Pianella ha la sua base.
4 – Visitare Loreto Aprutino
Come Pianella, anche Loreto è una città dell’olio (c’è anche un museo!) con una storia che inizia nell’800 e prosegue tra tante dominazioni tra cui Vestini, Normanni e Angioini. Quell’Aprutino necessario per distinguerla da altre Loreto sta per “provincia di Teramo” (Teramo= Aprutium) anche se ormai la cittadina fa capo a Pescara. Il centro storico di Loreto è un continuo di stradine e vecchi palazzi d’epoca medievale tali da fare sembrare una passeggiata al suo interno un viaggio nel tempo. Da notare: l’abbazia parrocchiale di San Pietro Apostolo, la Chiesa e il complesso di edifici intitolati a San Francesco d’Assisi, la Chiesa di Santa Maria in Piano, il convento di Santa Maria del Carmine, i maestosi castelli Chioia (con un eccezionale ristorante, stra-consigliato) e Amorotti e le tante porte antiche che danno accesso alla città.
3 – Rimanere abbagliati dalla spiritualità Chiesa di Santa Maria del Lago a Moscufo
Immersa nella campagna, in quella che un tempo però era un bosco sacro (Lucus in latino), sorge una chiesa più volte restaurata, ma ancora splendido esempio di architettura romanica. È l’unico superstite di un’abbazia benedettina del XII secolo. La semplicità dell’esterno è pareggiata dalla ricchezza degli affreschi che vi si trovano all’interno e, soprattutto, dall’antica tribuna rialzata (ambone) poggiato su quattro colonne da cui un tempo si tenevano le letture bibliche e le omelie. Vi lascerà senza fiato.
2- Visitare le gole e il monastero di San Martino
Una passeggiata in mezzo alle montagne del Parco nazionale della Majella a circa 500 metri d’altitudine in leggera salita i primi cinquanta metri, poi sempre più pianeggianti almeno fin quando la montagna si apre e per uno stretto sentiero di una ventina di metri, lì dove un tempo i frati chiedevano un pegno per potere passare, sembra aprire la porta su un altro mondo. E così del resto è: dopo questo attraversamento in un contesto di gole che sembra il Gran Canyon, si ha davanti un’ampia distesa di ghiaia e le rovine di un vecchio monastero a risalente all’800. Si chiama, Abbazia di San Martino in Valle (San Martin è il paesino più vicino). Dall’esterno se ne possono osservare i resti del cancello di accesso e del cortile interno del campanile a vela, ma è ancora meglio organizzare una visita guidata per scoprirne soprattutto la storia e le leggende che da lì sono nate. Per farlo: +393891138621 o +393392615405, info@majexperience.it , www.majexperience.it
1 – Cenare (o fare un aperitivo) in uno dei trabocchi
I vecchi trabocchi della costa cheatina sono giustamente in lizza per diventare patrimonio dell’Unesco. Sono delle strutture di fine 1800 nate per facilitare la pesca e poi riconvertite normalmente in ristoranti. Il nome riprende quello di particolari attrezzature per la pesca montate sopra le palafitte. Necessitano di tanta manutenzione, ma da circa 130 anni sfidano ogni giorno – vincendo – mareggiate e tempeste senza cedere di un millimetro. Lungo tutto questo tratto di costa è previsto il passaggio della prossima ciclovia Adriatica ( 1000 km dalla foce del Po alla Puglia) al posto della dismessa ferrovia Adriatica (49 km). Cenare a base di eccezionale pesce avvertendo il dondolio delle onde notturne frangersi contro la palafitta e il sibilare del vento a far da colonna sonora è un’esperienza difficile da dimenticare. La foto che vedete qui sotto è senza filtri, i colori sono quelli della nostra (buonissima) cena presso il Trabocco Valle Grotte.
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