Lo Ius soli e quell’essere italiani che ti porti dentro a prescindere dai tuoi genitori
di Roan Johnson*
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Sono nato qui e all’asilo mi sono innamorato di Giulia. Alle elementari, quando l’Italia ha vinto i Mondiali, abbiamo colorato la classe di azzurro, più di tutto mi piace la pizza e le linguine allo scoglio, la prima volta che ho pomiciato è stato con Margherita dietro il campetto di calcio dell’Alberone, ci siamo fidanzati quando le ho fatto una playlist di Vasco, Caparezza e Silvestri, poi però avevo troppi allenamenti e lei si è incazzata, il mio migliore amico Fabio dice di lasciare perdere, io non lo so.
Ora sto per compiere diciotto anni ma secondo la Lega, che fino a ieri si puliva il culo con il tricolore, io non sono italiano. Secondo i fascisti di Casa Pound e Forza Nuova io non appartengo alla stirpe romana, quando duemila anni fa gli stranieri a Roma non solo avevano la cittadinanza ma facevano gli imperatori, la delusione 5 stelle dimostra un’altra volta che il suo primario obiettivo è prendere voti, e cioè di prendere il potere.
Secondo loro dovrei tornare in un paese che non ho mai visto, dove non ho amici, amori, dove c’è una cultura e si parla una lingua che non mi appartiene, un paese che semplicemente non è il mio.
Vorrei avere il tempo di sviscerare la questione ma poi penso a tutti questi ragazzi e ragazze, a come gli stiamo facendo pesare di essere diversi, a come li costringiamo ad elemosinare un diritto e un’accoglienza che è già loro, e mi sale solo una cosa semplice da dire a questo tipo di classe politica: siete dei pezzi di merda.
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*Roan Johnson è un regista e sceneggiatore italiano. Padre londinese e madre di Matera, è nato nel 1975 nella capitale inglese, ma è cresciuto a Pisa. Tra i suoi lavori principali come regista si possono citare Piuma (2016), Fino a qui tutto bene (2014), alla televisione invece I delitti di Bar Lume (2015). Il post “Sono nato qui e all’asilo mi sono innamorato di Giulia” è stato precedentemente pubblicato sulla sua bacheca Facebook e appare qui su Berlino Magazine grazie alla sua gentile e gratuita concessione.
Photo: © Dave Kellam – Italian Flag – CC 2.0