40 anni di scatti in giro per il mondo: Steve McCurry si racconta a Berlino
Sabato scorso al Palazzo Italia di Unter den Linden a Berlino è stata inaugurata la mostra Emotions & Commotions across cultures, che espone gli scatti di 446 artisti contemporanei, tra cui una retrospettiva del celebre fotografo americano Steve McCurry. Durante la conferenza stampa, il fotografo statunitense ha raccontato la sua lunga e prestigiosa carriera ai microfoni dei giornalisti.
L’Afghanista di Steve McCurry. Rilassato, sorridente e disponibile a rispondere a tutte le domande: si presenta così il fotoreporter di Philadelphia, autore di alcuni degli scatti più famosi degli ultimi decenni. «Mi piace incontrare persone, osservare il modo in cui la storia si evolve. Ero in Afghanistan fino ad aprile. Il Paese sta subendo enormi cambiamenti. È un posto molto pericoloso, ogni volta che ci vado mi sembra di camminare sul filo del rasoio. È un modo tremendo di vivere, ma le persone in Afghanistan sono fantastiche. Ora mi piacerebbe andare in Kurdistan, ma ci vogliono troppi permessi … si vedrà». McCurry fu uno dei primi a raccontare da vicino con la sua macchina fotografica i conflitti in Afghanistan, dove era riuscito a entrare clandestinamente proprio quando l’invasione russa chiudeva i confini a tutti i giornalisti occidentali. La sua carriera decollò proprio grazie al Ritratto di ragazza afghana, scattato nel 1984. Quella che probabilmente è poi diventata la sua foto più conosciuta ha dato un volto umano a vicende prima di allora semplicemente riportate nei titoli dei giornali.
Foto: © Ilaria Porru CC BY SA 2.0
Una carriera incredibile. Da quel momento in poi, McCurry ha continuato a viaggiare e scattare fotografie mozzafiato, immortalando la quotidianità di culture che vanno scomparendo, dal Bangladesh all’India, dalla Cambogia allo Yemen. Le sue foto raccontano le conseguenze delle guerre non solo sui paesaggi ma, soprattutto, sui volti. Il fotografo Magnum una straordinaria capacità di andare oltre i confini della lingua e della cultura per catturare storie di uomini. McCurry ha curato personalmente Emotions & Commotions Across Cultures, di cui dice di essere «molto orgoglioso».
Un fotografo viaggiatore. In ogni scatto di Steve McCurry è racchiuso un complesso universo di esperienze. L’obiettivo che predilige è un 24-70, attraverso cui racconta la povertà, la sofferenza, i contrasti, gli effetti di guerre, crisi e globalizzazione, viaggiando in giro per il mondo.Caratteristica principale dei suoi scatti sono i colori: sempre vivi e brillanti, scelti appositamente per mostrare il mondo così com’è. Ammette che ci sono tantissime foto che rimpiange di non aver scattato durante la sua carriera, ed elogia l’evoluzione tecnologica: «Se potessi lavorare scattando solo con lo smartphone sarei felicissimo. Con il digitale ti rendi conto subito se la foto è come l’avevi programmata ed eviti tanti errori». Osservando la profondità psicologica dei suoi ritratti, viene da pensare che i suoi viaggi richiedano una lunga preparazione dal punto di vista fisico e mentale. Invece il fotografo ci sorprende dicendo che preferisce perdersi, lasciare tutto al caso: «Quando parto preparo semplicemente la valigia. La parte peggiore di qualsiasi viaggio sono i controlli di sicurezza. Ovviamente è importante fare qualche piccola ricerca prima di partire, ma preferisco scoprire le cose da solo». McCurry non è solo un fotografo, ma anche un appassionato viaggiatore. Un cittadino del mondo che si approccia alla vita con curiosità e apertura.
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Steve McCurry – Retrospettiva
Dove: Palazzo italia (Römischer Hof), Unter den Linden 10, Berlin
Quando: Dal 6 al 30 ottobre 2016
Orari: dal lunedì al mercoledì dalle 12:00 alle 19:00; giovedì dalle 12:00 alle 21:00; dal venerdì alla domenica dalle 12:00 alle 19:00
Biglietti: intero 10 euro; ridotto 6 euro; ingresso gratuito ai ragazzi sotto i 13 anni
Sito del Mese Europeo della Fotografia a Berlino
Foto di copertina © Ilaria Porru
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