La villa di Gobbels che nessuno vuole potrebbe diventare un centro per l’educazione contro l’odio

Il progetto dell’Associazione Ebraica Europea per trasformare la villa di Joseph Gobbels in un centro educativo sull’uso della propaganda

L’EJA, Associazione Ebraica Europea, ha proposto alle autorità di Berlino di acquisire la villa di Joseph Gobbels, gerarca nazista e braccio destro di Hitler. L’intento è di trasformarla in un centro educativo contro l’uso della propaganda come strumento di odio. L’Associazione è infatti interessata a trasformare l’edificio in un centro educativo per riflettere su come la propaganda abbia portato all’Olocausto, contestualizzandola in chiave contemporanea. L’iniziativa risponde a un’esigenza più che attuale, dato che in Germania la AfD, (partito di estrema destra), sta guadagnando sempre più consensi, suscitando gravi preoccupazioni per il futuro politico del paese.

Il progetto della EJA vorrebbe trasformare la villa in centro di studi focalizzato su psicologia politica, comunicazione e lotta contro il linguaggio che inneggia alla violenza e alle discriminazioni. L’obiettivo è quello di formare i cittadini a una scelta più critica e consapevole, prevenendo i rischi a cui potrebbe condurre una propaganda maliziosa.

La villa è situata nei pressi di Wandlitz, nel Brandeburgo, e sta cadendo in rovina perché inutilizzata ormai da anni. Questa costa ingenti spese allo stato di Berlino, che ha deciso perciò di regalarla. Nonostante questo sono necessari sostanziosi finanziamenti per trasformarla nel centro educativo funzionale. Afferma il senatore delle finanze di Berlino Stefan Evers: “il progetto dell’associazione ebraica europea è sicuramente meritevole ma il problema è il finanziamento“. Che sarebbe compreso tra i 500.000 e i 600.000 euro. L’associazione dice che potrebbe fornire una parte dei fondi, ma richiede al governo di finanziare il resto.

Ad oggi la villa di Gobbels rimane l’ultima dimora di leader nazisti in Germania che sia completamente intatta e immutata. È perciò per questo che è importante che non venga distrutta, ma che diventi piuttosto un ricordo eterno dei pericoli che derivano dall’incitamento all’odio.

L’EJA, Associazione Ebraica Europea

L’Associazione EJA si definisce la “voce ebraica dell’Europa” ed è un’organizzazione con sede a Bruxelles, fondata nel 2007,  che rappresenta centinaia di comunità ebraiche in Europa. La sua missione è quella di difendere gli interessi degli ebrei nel continente occupandosi di una vasta gamma di questioni, come la lotta all’antisemitismo e la difesa della libertà religiosa. Il tutto rafforzando e rappresentando l’identità ebraica.

“Amiamo essere ebrei. Amiamo il contributo che abbiamo dato al miglioramento del mondo. Non crediamo in un ebraismo a porte chiuse, ma invece in uno che attraversa le divisioni religiose e culturali. Un ebraismo che coinvolge, che influenza, che conta”.

L’associazione lavora a stretto contatto con le istituzioni dell’ UE organizzando eventi e conferenze per sensibilizzare l’opinione pubblica, mantenendo viva la consapevolezza storica ed educando la società sui rischi associati a discorsi di odio e discriminazione.

Il progetto: diffondere il bene nel male assoluto

Dopo l’annuncio del senatore delle finanze Evers sulla decisione di cedere la villa gratuitamente, l’Associazione Ebraica Europea si è subito candidata. Il progetto proposto sembra l’ideale per trasformare positivamente un luogo riguardante una pagina così oscura della storia tedesca.

L’Associazione sembra la scelta perfetta anche per evitare un uso improprio della villa, oppure che questa venga acquisita da qualcuno con fini ideologici discutibili. Queste sono le preoccupazioni di Oliver Bocher, sindaco di Wandlitz, il quale esprime i suoi timori specialmente in un momento storico in cui l’AfD è molto popolare. Su questo piano il ministro Evers rassicura, spiegando che prenderanno in considerazione solo proposte legate alla storia del sito e al ricordo dei regimi nazisti, escludendo la possibilità di cederla a chi potrebbe farne un uso improprio.

Il progetto consisterebbe quindi nel creare un luogo per costruire una difesa intellettuale alla propaganda, insegnamento essenziale per una vita sociale e politica che sia più critica e consapevole. In una lettera al senatore delle finanze di Berlino, il rabbino Manachem Margolin (presidente dell’ EJA) scrive: “Trasformare la villa che un tempo apparteneva a uno dei peggiori ingegneri della propaganda genocida nella storia dell’umanità in un centro di psicologia politica, comunicazione e lotta contro l’incitamento all’odio sarebbe un’importante vittoria morale.” e anche “La propaganda è un mezzo pericoloso, dobbiamo per questo insegnarne l’uso corretto per evitare che si ripetano pagine così buie della storia”.

Studiare la storia e mantenere la memoria storica sono infatti strumenti fondamentali per una scena politica che non nutra il revisionismo storico, anche se ad oggi non sembra essere presente un piano pratico completo su come il progetto si svolgerà. Ciò che è chiaro è che saranno necessari ingenti investimenti.

L’importanza di una propaganda letta consapevolmente

L’attuale contesto socio-politico richiede urgentemente che le persone comprendano come funziona la propaganda ed è su questo che si concentra il progetto proposto dall’EJA. Il mondo, ma soprattutto la Germania, sta infatti assistendo ad un aumento di movimenti anti democratici ed è necessario che le persone vi si approccino in modo più critico.

Solo guardare al passato può aiutare a capire meglio il presente, infatti studiare come la propaganda è stata usata in altre epoche è fondamentale per comprenderne i meccanismi attuali e a sviluppare una visione più oggettiva della società. Così come a formare cittadini consapevoli, in grado di distinguere tra fatti, opinioni e manipolazioni.

L’educazione della EJA si pone proprio questo obiettivo: aiutare le persone a sviluppare il pensiero critico per riuscire a gestire più responsabilmente il mondo dei messaggi mediatici e politici ed effettuare scelte politiche più ponderate. Una sfida più che attuale.

Come osserva il rabbino Margolin: “91 anni da quando i nazisti salirono al potere e il mondo libero si trova ancora una volta ad affrontare ondate di odio motivate dall’ingegneria della coscienza fatta di propaganda velenosa, inquadramento di massa e di creazione di realtà virtuale con l’unico scopo di seminare distruzione e violenza.”

La villa

La villa è una tenuta di 170mila metri quadrati costruita nel 1939. Ha una settantina di stanze, un cinema privato e grandi vetrate.

Era usata come luogo di villeggiatura e di ricevimento per molti esponenti del partito. Nella villa Gobbels scrisse il famoso discorso del 18 febbraio 1943, invocando la “Guerra totale” per sconfiggere gli Alleati. Nelle stanze della villa si incontrava inoltre con Lída Baarová, attrice ceca diventata sua amante. Per lei tentò pure il suicidio, nel 1938, dopo che Hitler fece espellere la donna.

La villa non è mai stata modernizzata perchè dopo la guerra divenne parte della Germania dell’Est, che la usò come scuola del partito giovanile comunista. Dopo la caduta del muro ha subito diversi atti vandalici e danni atmosferici.

Nel 2021 si progettava di trasformare la villa in un hotel con studi di artisti, sale conferenze e una scuola di yoga. Il progetto fu fortunatamente bloccato dopo aver scoperto che uno dei suoi promotori era un membro del Reichsbürger, gruppo di nostalgici comprendente estremisti e antisemiti. I leader del movimento sono inoltre al momento sotto processo per aver tentato di organizzare un colpo di stato contro il governo tedesco.

Il rischio quindi che la villa possa cadere nelle mani di qualche nostalgico nazista è concreto, soprattutto visti i consensi e la popolarità dell’AfD in Germania. Educare alla comprensione della propaganda sembra essere l’unico strumento per decostruire e contrastare dalla radice le politiche antidemocratiche che alimentano l’odio e che potrebbero condurre a scenari drammatici, per la Germania ma non solo.

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Immagine di copertina: Screenshot da YouTube