Italia, dopo un mese di ricerche trovato il corpo di un medico tedesco dello Charité di Berlino

Trovato il corpo di Marcus Maurer, medico tedesco scomparso il 31 luglio durante un’escursione sul Monte Giove, in Piemonte

Trovato la mattina del 6 settembre, dopo oltre un mese da una pattuglia del Sagf di Domodossola (Scuola Alpina della Guardia di Finanza) il corpo di Marcus Maurer, medico tedesco e direttore dell’istituto di allergologia della Charité di Berlino, sparito il 31 luglio durante un’escursione sul Monte Giove, nel Nord Italia.

Il corpo del medico tedesco è stato ritrovato dopo oltre un mese dalla scomparsa in un torrente nella zona dell’Alpe Pizzocca, ad 800 metri di altitudine, in Piemonte. È stato portato senza vita in elicottero all’ospedale Castelli di Verbania.

Il ritrovamento è stato confermato da un portavoce della guarda di finanza. Le cause della morte sono ancora da definire ma è evidente che questo evento si aggiunge al crescente numero di vittime delle montagne italiane, un fenomeno in forte aumento negli ultimi anni.

La scomparsa

Marcus Maurer, la vittima, era partito il 31 luglio alle 7 di mattina per un’escursione sul Monte Giove, montagna di 1300 metri situata nella parte nord occidentale del Lago Maggiore. L’uomo sarebbe dovuto rientrare nel pomeriggio, la moglie preoccupata ha lanciato immediatamente l’allarme.

Le ricerche su larga scala con elicotteri, vigili del fuoco, specialisti alpini e soccorso alpino sono durate 4 giorni e poi sono state sospese. I soldati della Sagf però si sono recati comunque ogni giorno in pattuglia quotidiana nella zona di scomparsa del medico tedesco ed hanno ritrovato il corpo sotto dei tronchi in un torrente ad 800 metri di altitudine.

Il recupero della salma è stato piuttosto complesso a causa del terreno poco praticabile ed effettuato in elicottero. Il corpo è stato portato prima al campo sportivo di Cannobio e poi all’ospedale Castelli di Verbania da parte delle Fiamme Gialle.

Qui il video del salvataggio.

Le ricerche della famiglia

In risposta alla sospensione delle ricerche la famiglia ha cercato privatamente il medico offrendo ricompense, pubblicando anche un bando di ricerca sui social network in italiano, inglese e tedesco. Il bando offriva una ricompensa di 3000 euro per chi trovasse il corpo o fornisse delle informazioni utili per il ritrovamento. Purtroppo però la triste notizia è arrivata direttamente dalle Fiamme Gialle che hanno ritrovato il corpo senza vita in un torrente.

Marcus Maurer, la sua morte lascia un vuoto enorme

Il 58enne si trovava in villeggiatura nella frazione di San Bartolomeo. Uno sportivo, amante dell’arrampicata e del trekking, frequentatore abituale di Cannobio e dintorni. Il fatto che fosse un esperto crea dubbi sulle cause precise della sua morte, riconducibile presumibilmente a un malore.

Il dottor Marcus Maurer era una figura importante, nonchè direttore dell’istituto di allergologia della Charité di Berlino, con un profilo di ricerca che vanta più di 800 pubblicazioni.

La morte del medico tedesco lascia infatti un vuoto incolmabile nella comunità medica, nell’istituto di ricerca e ovviamente nella sua famiglia.

Ospedale Charité, pilastro del sistema sanitario tedesco

Screenshot da video YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=rlnlCazAJSE

L’ospedale Charité Universitätsmedizin Berlin è la struttura ospedaliera più grande della Germania, nonchè policlinico universitario più grande d’Europa.

La sua storia inizia nel 1710, costruito come lazzaretto su ordine di Federico I in previsione dell’arrivo di una epidemia di peste bubbonica. Il re nel 1709 dispose che fosse costruito “lontano dalla città e in particolare dai suoi residenti, in un posto aerato e battuto dai venti”. Questo bloccò l’ingresso dell’epidemia a Brandeburgo, risparmiando 30.000 berlinesi.

Ad oggi l’ospedale si presenta in modo totalmente diverso, è situato nel cuore del centro cittadino con un grattacielo di 21 piani.

Dal 2003 il nome Charité unì poi sotto di sè tutte le istituzioni e le strutture riguardanti la medicina a Berlino, che sono distribuite in quattro sedi: Campus Benjamin Franklin, (dove era direttore la vittima), Campus Berlin-Buch, Campus Charité Mitte e Campus Virchow-Klinikum.

Ad oggi presenta circa 17.615 occupati, di cui 68% donne. Sono stati trattati quasi 800.000 casi, che posizionano l’ospedale come quinto ospedale migliore del mondo secondo una indagine del settimanale USA Newsweek nel 2022.

Numerose le morti nelle montagne italiane

Secondo il report, nel corso dello scorso anno il Soccorso Alpino e Speleologico è intervenuto per 12.349 missioni di soccorso.

Nel 2023 hanno perso la vita 491 persone di cui 82,1% di nazionalità italiana, 6,7% tedesca e 4,2% francese. L’età è maggiormente compresa tra i 50 e i 60 anni. Le cause si riconducono principalmente a 3 fattori: caduta o scivolata, incapacità durante l’attività svolta e malore. Seguono poi con valori minori il maltempo e lo shock anafilattico.

Tutte queste morti possono essere ricondotte a vari motivi principali. Uno di questi risiede sicuramente nell’aumento del turismo di massa nelle zone di montagna, con conseguente incremento di persone con bassa esperienza e consapevolezza dei rischi che la montagna e l’escursionismo presentano.

Sicuramente poi la sottovalutazione dei rischi così come dell’importanza del vestiario, dell’ esperienza e preparazione fisica.

Un’altra causa purtroppo è anche la fatalità e i fenomeni naturali che sono pur sempre imprevedibili, ma in linea generale l’identikit degli incidentati in montagna sono 50-60enni, attrezzati e vestiti male soprattutto in estate.

Così si pronuncia Pino Giostra, consigliere nazionale del Soccorso alpino: “Siamo ben contenti che la gente abbia riscoperto le nostre vallate, chiediamo soltanto di preparare adeguatamente l’escursione. Bisogna documentarsi, conoscere il percorso, tararla in base alla propria preparazione fisica, con un’attrezzatura e soprattutto una calzatura idonea”

“Andare sui ghiacciai con le scarpe da ginnastica, senza essere legati in cordata mette le persone in una situazione di pericolo”, insiste Giostra, “in questo modo anche una escursione facile può diventare pericolosa”.

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