Il tedesco sta inglobando l’apostrofo del genitivo sassone e i puristi non ci stanno
Il tedesco ufficializza “l’apostrofo dell’idiota” (che non è poi così idiota) e divide l’opinione pubblica
Sono sempre di più i tedeschi a sfidare le regole del sistema linguistico ed a servirsi dell’apostrofo per indicare il possesso, originariamente considerato un errore gravissimo nella lingua tedesca.
L’ufficializzazione del Deppenapostroph – in italiano “apostrofo dell’idiota” – è diventata il simbolo di una presunta contaminazione dell’identità culturale tedesca che, negli ultimi giorni, ha scatenato aspre critiche da parte dei puristi della lingua. I tradizionalisti della grammatica, infatti, contestano la decisione, recentemente approvata dal Consiglio per l’Ortografia Tedesca, di sancire l’utilizzo dell’apostrofo nel genitivo sassone, reputandola un ulteriore “cedimento” al dominio della lingua inglese. Se da un lato, per alcuni, quest’uso dell’apostrofo è la prova di una decadenza linguistica che potrebbe compromettere la coerenza e la complessità strutturale del tedesco, dall’altro la promozione di questa riforma non è niente di più che parte della naturale evoluzione della lingua, in grado di riflettere i cambiamenti sociali e linguistici globali.
Nel 2025 il genitivo sassone tedesco accoglierà l’apostrofo
Lunedì 7 ottobre il Consiglio per l’Ortografia Tedesca (RdR) ha annunciato che, a partire dal 2025, l’uso dell’apostrofo nel genitivo sassone tedesco sarà finalmente considerato corretto senza alcuna ombra di dubbio.
Da vent’anni a questa parte, l’RdR gioca un ruolo imprescindibile nel sistema grammatico ed ortografico dell’alto tedesco standard, dimostrandosi un punto di riferimento anche nella redazione di testi scolastici in Germania, Austria e Svizzera.
Mentre in inglese l’uso dell’apostrofo è quasi sempre necessario per esprimere possesso, come in Henry’s Bar, in tedesco non è mai stato così: il possesso si manifesta con l’uso grammaticale genitivo senza apostrofo, come nel caso di Annes Cafe.
Testate giornalistiche come il Der Standard hanno criticato questa mossa come l’ennesima “normalizzazione degli anglicismi“, ma l’uso dell’apostrofo è, di fatto, largamente diffuso da molto tempo. Negli ultimi decenni sono molte le piccole imprese, dove nomi come Andi’s Imbiss o Kati’s Kiosk, anziché Andis Imbiss o Katis Kiosk, sono sempre più comuni.
Anche Goethe approverebbe il Deppenapostroph
Il giornalista tedesco Andrea Platthaus ha scritto in un sarcastico op-ed (articolo di opinione scritto da un collaboratore esterno alla redazione in cui viene pubblicato) del quotidiano Frankfurter Allgemeine: “Questa assurdità non è affatto la fine della storia”, inserendo un apostrofo in mezzo ad ogni parola. L’intento di Platthaus era chiaramente quello di mettere in luce l’ipocrisia dietro la demonizzazione dell’apostrofo, inteso come una conseguenza diretta dell’ascesa dell’inglese come lingua franca globale, quando, invece, nella storia già poeti del calibro di Goethe hanno frequentemente usufruito dell’apostrofo per ragioni di metrica o enjambement (figura retorica in cui la frase continua senza pausa sintattica da un verso all’altro), sovrastando le regole della lingua standard.
La questione che solleva Platthaus è più ampia: non è tanto l’apostrofo in sè ad essere problematico, quanto il modo in cui la lingua evolve e le norme gradualmente vengono cambiate. Il progressivo allentamento delle regole sta rendendo il tedesco ancora più “complicato” e la proliferazione di troppe opzioni linguistiche diverse tra loro potrebbe, in futuro, generare grosse incertezze su ciò che è intuitivamente giusto o sbagliato, finendo per tracciare un confine troppo sottile tra le due.
Pur riconoscendo il ruolo predominante dell’inglese, che conta circa 1,35 miliardi di parlanti, il tedesco rimane comunque una lingua largamente studiata, con circa 90 milioni di madrelingua e oltre 100 milioni di persone che lo parlano. In questo contesto, l’evoluzione della lingua tedesca dovrebbe avvenire con attenzione, per evitare che l’eccessiva flessibilità metta a rischio la coerenza della lingua stessa.
Il nuovo regolamento: quest’uso dell’apostrofo è sempre corretto?
Il Consiglio per l’Ortografia Tedesca ha stabilito che l’uso dell’apostrofo è consentito solo in determinate circostanze, stabilendo precise regole sul suo impiego. Il nuovo statuto specifica che l’uso dell’apostrofo per il genitivo sassone è corretto solo quando l’intera costruzione è un nome proprio. Questa distinzione mira ad evitare ambiguità, come ha spiegato Angelika Wöllstein, vicedirettrice scientifica dell’Istituto Leibniz per la lingua tedesca e membro del Consiglio ortografico tedesco: “L’apostrofo aiuta a non fare confusione nei nomi propri, come potrebbe accadere in Carlos Taverne, dove la “s” dopo “Carlo” potrebbe causare equivoci che sarebbe meglio evitare. Con Carlo’s Taverne è tutto molto più chiaro.”
Questa regolamentazione non è una resa agli errori di massa, come molti credono, ma un chiarimento su un uso già legittimo in speciali casistiche. In questo modo, il Consiglio offre ai parlanti tedeschi la libertà di aderire alla licenza poetica che caratterizza i nomi propri, senza però compromettere la precisione e la coerenza della lingua. Con l’apostrofo, i nomi propri possono mantenere un carattere distintivo, quasi come un “marchio di fabbrica”, garantendo che la lingua tedesca possa evolversi senza perdere la sua identità.
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