A Berlino una mostra sugli immigrati nella DDR dai paesi fratelli: Angola, Vietnam, Cile, Cuba e tanti altri
“Echoes of the brother countries” un viaggio tra memoria e identità
La mostra e il progetto di ricerca “Echoes of the brother countries“, attualmente esposti alla Haus der Kulturen der Welt (HKW) fino al 20 maggio, esplorano le complesse relazioni tra la Repubblica Democratica Tedesca e gli stati socialisti del Sud del mondo. Tra il 1949 e il 1990, migliaia di immigrati provenienti da Algeria, Angola, Cile, Cuba, Guinea-Bissau, Mozambico, Siria e Vietnam migrarono nella Repubblica Democratica Tedesca(DDR). Tuttavia, molte delle loro storie rimasero spesso sconosciute. Questa iniziativa multidisciplinare, curata da Paz Guevara e Marie Helene Pereira, si impegna in una dialettica esplorazione delle solidarietà transnazionali, svelando le intricate reti di affiliazioni politiche, economiche, educative e artistiche tra la RDT e i cosiddetti “paesi fratelli”. L’obiettivo è comprendere come queste storie continuino a influenzare il tessuto sociopolitico della Germania post-RDT e le vite delle persone.
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Una mostra per una riflessione critica sulla Solidarietà e le Contraddizioni della DDR
Nonostante la retorica della Repubblica Democratica Tedesca riguardo l’equità delle condizioni lavorative e l’ascesa professionale, i migranti affrontarono numerose tribolazioni. Sfruttamento, sovraffollamento abitativo, sorveglianza, restrizioni delle libertà personali, tra cui il divieto di rimanere incinta o avere relazioni, violenza razziale e xenofoba, salari trattenuti e promesse non mantenute sia dai loro governi che dalle autorità della DDR. Tuttavia, la mostra evidenzia anche le pratiche di solidarietà emerse a vari livelli, individuale, comunitario, nazionale e globale. Questo complesso mosaico di esperienze è rappresentato attraverso una varietà di media, includendo film, fotografie, documenti burocratici e installazioni artistiche. Un esempio notevole è l’installazione di Maimuna Adam, “Writing (a future with the remnants of the past)” (2023), che esplora le perdite emotive e materiali subite dai madgermanes, lavoratori mozambicani deportati dopo la caduta del Muro di Berlino.
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La mostra sugli immigrati arrivati nella DDR ha radici antiche ma risonanze contemporanee
La mostra riguardo gli immigrati nella DDR non solo guarda al passato, ma interroga anche il presente, evidenziando come le storie nascoste di ieri abbiano una risonanza ancora oggi. Opere come “Background” (2023) di Khaled Abdulwahed, un collage filmico che ricostruisce le memorie frammentate del padre dell’artista, studente nella Repubblica Democratica Tedesca negli anni ’50, sfidano la memoria storica e affermano il diritto di appartenenza in una regione che ancora trattiene sottotoni esclusivisti. All’esterno della Haus der Kulturen der Welt, murales di grande scala di Cesar Olhagaray e Dito Tembe accolgono i visitatori, mentre all’interno video alle sculture, manifesti alle documentazioni, film e altri media offrono un coinvolgimento a 360 gradi con il dialogo artistico. L’opera provocatoria di Olu Oguibe, “DDR: Decarbonize, Decolonize, Rehabilitate”, esposta sulla terrazza, incarna il continuo impegno verso una riflessione critica e unarielaborazione del passato, guardando verso un futuro di inclusività e giustizia.
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