Berlino ha un urgente problema con la sepoltura dei musulmani

Negli ultimi mesi si è inasprito il problema di avere abbastanza spazio da dedicare alla sepoltura dei musulmani abitanti a Berlino

Trovare dei luoghi di sepoltura per i musulmani della grande comunità presente a Berlino è sempre stato un problema, come ha affermato Isikali Karayel, gestore della camera mortuaria Markaz. Sono infatti decenni in realtà che la problematica continua a proporsi nella sua gravità, la quale negli ultimi tempi sembra aver raggiunto il suo apice: tutto a un tratto, circa tre mesi fa, si è scoperto non esserci più nemmeno un posto disponibile. Ciò deriva anche da quelle che sono le usanze e credenze della fede islamica: essa non permette infatti l’esumazione delle tombe dopo un certo periodo di tempo per far spazio a nuove sepolture. La questione ovviamente preoccupa tutta la comunità musulmana di Berlino, fino ad essere considerabile il suo principale problema: così ha raccontato la web designer Katja Neppert, dopo aver parlato con alcuni dei membri abitanti nel quartiere di Neukolln. Proprio Neppert, infatti, si è successivamente spesa per aiutare nell’ottenimento di ulteriori luoghi di sepoltura, portando avanti una vera e propria campagna: l’obiettivo fu raggiunto nel 2016 quando, in seguito a varie manifestazioni, fu costruito un nuovo cimitero musulmano direttamente a Neukolln, ma in poco tempo anche questo è stato riempito. Attualmente risultano essere 6 i cimiteri musulmani a disposizione in città, ma solo quello del quartiere di Spandau sembra avere qualche posto ancora libero e, data la lontananza, è facile immaginare quanto ciò rappresenterebbe comunque una difficile soluzione per la maggior parte dei cittadini arabi, in quanto abitanti a Neukolln. Tornando a Karayel, lui stesso ha affermato, di fronte all’Arab News, che il suo più grande timore è quello di, un giorno, dover dire ad una famiglia di non avere un luogo per seppellire un loro caro defunto: dopo decenni in cui il problema si ripropone, a quest’ora la comunità musulmana si sarebbe aspettata una soluzione.

A Berlino, il più antico cimitero musulmano della Germania

La cultura musulmana e la sua comunità sono oggi fondanti per quella che è l’esperienza della vita in città a Berlino. Si trovano nella capitale infatti più di 80 moschee, che ne vanno a modificare e caratterizzare il paesaggio urbano, diventandone così parte integrante. Nel 1866 fu inaugurato nel quartiere berlinese di Neukolln il più antico cimitero turco della Germania, divenuto da lì in poi luogo di sepoltura per tutti i musulmani di Berlino, indipendentemente dalle loro origini: turchi, persiani e arabi che così, fin dal XX secolo, vi hanno potuto seppellire i loro cari. Oggi sono qui conservate circa 150 tombe che portano spesso anche il nome di importanti figure del passato, talvolta provenienti da altri stati federali: uomini d’affari, scrittori e combattenti per la libertà, nonché politici e diplomatici turchi. Alcuni di questi ultimi sono commemorati da un obelisco al centro del cimitero e tra loro si trova anche Ali Aziz Efendi, primo ambasciatore permanente dell’Impero Ottomano in Prussia che portò la sua cultura a Berlino. Il cimitero porta il nome di Şehitlik, che significa “martiri”, in ricordo dei soldati turchi caduti in battaglia durante la Prima guerra mondiale, quando l’Impero Ottomano combatteva contro la Germania. A partire dal 2005, il cimitero è stato inoltre affiancato dalla moschea di Şehitlik, che prende il nome da questo stesso.

La comunità musulmana a Berlino

I cittadini musulmani di Berlino derivano da un’originaria migrazione del loro popolo durante il XVIII secolo, dati i rapporti economici, diplomatici e militari che l’Impero Ottomano intratteneva con la Germania in quel periodo. La comunità musulmana da quei tempi si è espansa e, per quanto riguarda la capitale tedesca, è arrivata ad essere la seconda per numero di membri dopo quella cristiana; proprio per questo, Berlino viene considerata in Europa un esempio di apertura ed integrazione. La prima moschea fu eretta nel 1915, per poi essere chiusa 15 anni più tardi: dopo la guerra, un piccolo numero di musulmani rimase a Berlino, quasi 3.000 di cui 300 di origine tedesca. Fu in seguito alla Seconda guerra mondiale che cominciarono invece a mostrarsi i primi segnali di una comunità che in futuro sarebbe potuta diventare più stabile: nel 1942 fu inaugurato il centro islamico di Berlino e nel 1943 una scuola per imam a Dresda. Ne conseguì che, con il boom economico degli anni ’60, un grande numero di musulmani cominciò a lavorare a Berlino in qualità di Gastarbeiter (lavoratori immigrati) e, nonostante la presunta provvisorietà della loro occupazione, vi rimasero: da lì in poi la vita religiosa raggiunse una sua vera saldezza. Negli anni ’80, la comunità è stata poi scossa da vari cambiamenti dopo l’arrivo di rifugiati provenienti dall’Afghanistan, dal Libano, dalla Palestina, dall’ex Jugoslavia e da vari paesi africani: essi hanno certamente contribuito ad un aumento del numero dei cittadini musulmani, i quali però rimangono sempre in maggioranza turchi.

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Immagine in evidenza di Michal Svec da Flickr