10 motivi per visitare l’Armenia
Storia millenaria e paesaggi di una bellezza da perdere il fiato, l’Armenia è un piccolo gioiello dell’Asia Occidentale tutto da scoprire
Alla ricerca di un’idea per le prossime vacanze? Per itinerari non turistici e un’esplorazione ricca di storia e bellezze mozzafiato non perdetevi l’Armenia, il “Regno di Pietre Urlanti” per come ne scrisse il poeta russo Mandel’štam. Con capitale Erevan, l’Armenia è uno Stato dell’Asia Occidentale, sorge al sud della catena montuosa del Caucaso e confina con la Georgia, l’Azerbaijan e l’Iran. Esplorare l’Armenia significa camminare tra monumenti che trasudano le tracce del dominio d’Occidente e d’Oriente. E’ stato il primo Stato cristiano, terra di conquista dell’Impero Ottomano e parte dell’Unione Sovietica fino al 1991. La natura dei pasaggi è un contrasto continuo tra deserti, laghi, vulcani e foreste. Ecco una lista di dieci ragioni per partire alla volta di questo piccolo gioiello dell’Asia Occidentale.
1. La capitale Erevan, tra musei, mercati d’arte e nightlife
Partiamo dalla capitale Erevan o anche detta “il museo a cielo aperto” dell’Armenia. Consigliatissima agli appassionati di arte, camminare per le strade di Erevan significa trovare le opere e le statue degli artisti di tutto il mondo (tra i quali Fernando Botero) ad ogni passo. Erevan è capitale dell’Armenia dal 1920 e l’origine del suo nome è legata al cristianesimo: si dice che l’arca di Noè si fermò sulla cima del monte Ararat e Erevan fu la prima terra che Noè toccò dopo 40 giorni tra le acque. Se state pensando di farci un salto, tappe d’obbligo sono il Matenadaran, centro di studi, ricostruzione e conservazione di libri antichissimi e tesori e il museo del genocidio armeno (1915-1922). Ad oggi, il governo turco e azero ancora lo negano e infatti dall’Armenia non è possibile proseguire né per la Turchia né per l’Azerbaijan. Durante il weekend, Erevan si riempie di colori con il Vernissage, un mercato all’aperto creato da un gruppo di artisti negli anni ’80 che cercava uno spazio per esporre le proprie opere. E’ un’ottima occasione per comprare souvenir particolari e farsi trascinare in un’esposizione continua di arte, libri, oggetti antichi e profumi esotici. Erevan è inoltre dominata da moltissime fontanelle potabili, le pulpulaki. La più famosa è a Piazza della Repubblica e secondo la leggenda il popolo attinge la forza da questa fonte composta da sette zampilli. Per la sera, a Erevan vi aspetta un’intensa vita notturna tra club e pub alla moda. Da provare è il cognac Ararat, tipico del luogo.
2. Il monte Ararat
“Creatura di Dio”, per gli armeni e “Montagna del dolore” per i turchi: il Monte Ararat secondo la leggenda fu approdo dell’arca di Noè dopo il Diluvio Universale. Con un’altezza di 1537 m è stato territorio armeno fino al 1920 per poi passare in mano turca. Da ogni parte di Erevan si può vedere il paesaggio aspro e suggestivo di questo monte e la sua cima innevata.
3. Il monastero di Novarank
A 122 km da Erevan, all’interno di una profonda gola scavata nel corso dei secoli dal fiume Amaghu, vi aspetta il Monastero di Novarank. Uno dei più belli dell’Armenia, qui si trovano le tombe della famiglia Orbelian, dinastia nobiliare del Paese. Nel 1238 il monastero venne saccheggiato dai mongoli per poi essere ricostruito dagli stessi Orbelian. Il paesaggio è uno scenario unico e malinconico. Il rimando è a Petra, in Giordania ma molto meno turistico e più segreto.
4. Il lago di Sevan
Anche detto “Il Mare d’Armenia”, il Sevan è uno dei laghi di montagna più grandi al mondo, a circa 1900 m d’altezza. Secondo la leggenda, per sfuggire all’invasione araba, gli abitanti di Sevan attraversarono il lago ghiacciato, rifugiandosi sulla sponda a nord di Gegharkunik (dove attualmente si trova il complesso monastico Sevanavank). Gli arabi li inseguirono ma non riuscirono mai a raggiungerli, affogando nelle acque del lago. Visto da Gegharkunik, il lago appariva come come un’enorme lastra scura piena di cadaveri e da qui nacque il nome, Sevan, che in armeno significa nero. Oggi sulle rive del Sevan sorgono alcuni tra i monasteri più importanti del Paese come Noraduz con il suo cimitero di khachkar, le tipiche croci armene di pietra.
5. Il caravanserraglio del passo di Selim
Il caravanserraglio del passo di Selim è uno dei tanti edifici costruiti in Armenia lungo le rotte commerciali per la Via della Seta. Ad oggi, è quello conservato meglio, dunque il più suggestivo da visitare. E’ stato costruito nel 1300 dal principe Orbelian e nei secoli ha funto da riparo e alloggio notturno per mercanti e carovane cariche per i viaggi verso l’Oriente e l’Occidente. Dopo essere stato completamente sepolto dalla sabbia e dalle rocce, fu ricostruito in fine anni ’40 grazie agli scavi archeologici avvenuti nel Paese.
6. Un tour nel nord, attraverso i paesini tradizionali
Nel nord dell’Armenia si trovano alcuni dei luoghi più tradizionali del Paese. Vi consigliamo un viaggio in macchina per godere delle bellezze del luogo, tra natura incontaminata e mucche al pascolo! Partendo da Erevan, passate per Vanadzor, capoluogo costruito durante il periodo dell’Unione Sovietica e fermatevi a Lori, lungo il canyon del fiume Debed. Qui si trovano la maggior parte delle attrazioni e siti patrimonio dell’Unesco. Imperdibili i villaggi di Shirak, Shirakavan, Alaverdi verso il confine con la Georgia e Haghpat. Un viaggio dalle tinte rossastre tra deserti, verde e cime montuose.
7.Un tour nel sud, attraverso l’Armenia che stregava i poeti
L’Armenia del sud, al confine con l’Iran e l’Azerbaijan è stata nei secoli fonte d’ispirazione per artisti, scrittori e poeti. Il paesaggio è selvatico, prevalentemente montuoso, e partendo da Erevan, la prima tappa a cui far riferimento è Kapan, capoluogo della provincia di Syunik. Per gli amanti del trekking e dell’arrampicata, Kapan è la meta ideale, circondata com’è da rocce e cime montuose. Passate poi per Goris, con le sue case in pietra antica e le Oghis, acquaviti locali fatte con i frutti della regione e poi per Meghri, al confine con l’Iran e centro d’attenzione per la diplomazia internazionale (si trova in prossimità del conteso distretto di Nagorno Karabakh). Merita una visita anche il lago Sev, vulcanico e ghiacciato durante i mesi invernali.
8. Carahunge, la Stonehenge armena
Carahunge o meglio conosciuta come la Stonehenge armena, è un sito archeologico preistorico che si trova nella provincia di Syunik. E’ nato 3000 anni prima di Stonehenge ed è ad oggi considerato l’osservatorio scientifico più antico del mondo. La disposizione delle pietre consente al sole di filtrare in alcuni momenti della giornata e con il vento, esse creano una particolare musica, il suono tipico del luogo.
9. La regione del Nagorno Karabakh, l’anima armena
Gli armeni amano profondamente la repubblica di Nagorno Karabakh. Dicono che per conoscere la vera Armenia bisogna andare lì. Il Nagorno Karabakh è il paese fantasma, il paese dimenticato. E’ stato conteso per anni dall’Armenia cristiana e l’Azerbaijan musulmano. E’ una terra del Caucaso meridionale che geograficamente appartiene all’altopiano armeno. Per accedervi, l’unica via possibile è attraverso l’Armenia. Si passa per Goris, ci si inoltra nel sud e si procede nella Repubblica. Oggi, il Paese è uno spaccato di vita e di morte. I luoghi massacrati e dimenticati dalla guerra come Agdam, l’Hiroshima del Caucaso, o Maragha, si accostano a Shushi e Stepanakert, città ricostruite dove si respira tutto lo sforzo del tirarsi su, di gettare nuove pietre e continuare a vivere.
10. Il Lavash, pane tradizionale patrimonio dell’Unesco
Farina di grano, acqua e sale danno vita al Lavash, sfoglie di pane simbolo dell’Armenia frutto di una tradizione che dura da millenni. I tre ingredienti vengono lavorati in un impasto, composti in palline e poi resi con un mattarello sfoglie sottilissime. Le sfoglie si fanno volteggiare con le mani, si adagiano su un cuscino e poi “battute” energicamente contro il muro del tonir, forno tradizionale di cottura. Il Lavash viene cotto per trenta secondi e poi pronto per essere gustato. Nei riti nuziali, viene posto sulle spalle degli sposi come augurio di prosperità e fertilità. Dal 2014 è patrimonio ufficiale dell’Unesco. E da bere? Ad un brindisi con del tipico vino di melagrana non potete rinunciare!