Si rifiuta di sedersi in aereo e fa diretta Facebook: come una giovane svedese ha blocca la deportazione di un afgano

Attraverso una diretta Facebook, la giovane studentessa cerca di salvare una vita.

È un lunedì 23 luglio come tanti altri a Göteborg, in Svezia. La studentessa svedese Elin Ersson sale su un aereo  della compagnia Swedavia diretto a Istanbul. Ha acquistato il biglietto dopo aver saputo che su quello stesso volo è presente un passeggero molto particolare.  È un uomo afgano che sta per essere espulso dalla Svezia e riportato nel proprio paese. La giovane attivista non ci sta e si alza in piedi, impedendo all’equipaggio  le procedure necessarie per il decollo. Attraverso una diretta Facebook, mostra al mondo la sua protesta per salvare l’uomo.

Voglio cambiare le leggi del mio paese

Elin Ersson è giovane, studia per diventare un’assistente sociale. Vive in un mondo in cui la maggior parte delle ragazze della sua età usa le dirette Facebook per illustrare i benefici della crema anticellulite o dei volumizzanti per le labbra. Lei usa i social per documentare il suo tentativo di – questo il suo punto di vista – salvare una vita. «Voglio cambiare le leggi del mio Paese» dice in risposta ad un passeggero che la rimprovera di andare contro la propria nazione. Quando Elin si alza e inizia la diretta in cui annuncia le sue intenzioni, il personale di bordo tenta di strapparle il telefono di mano.«Se l’aereo decolla, lui morirà». Cercano di  interromperla. Il video in diretta sta raggiungendo migliaia di persone. Lei si rifiuta. «Riprendo solo me stessa, quello che faccio è assolutamente legale starò in piedi finché quest’uomo non sarà fuori dall’aereo. Non voglio che venga spedito all’inferno». Quando però, un passeggero inglese le  strappa il cellulare di mano, un assistente di volo interviene e glielo ridà. Dopo alcuni minuti, il viso di Elin appare rigato da lacrime di commozione. Un passeggero di origini turche ha deciso di seguire il suo esempio e di alzarsi in piedi con lei. Subito dopo una squadra di football in fondo all’aereo fa lo stesso.  Quando il numero di passeggeri in piedi si fa allarmante, il personale di bordo decide di agire in maniera più significativa. Sono passati quasi 10 minuti dall’inizio della diretta. Gli assistenti di volo comunicano ad Elin che l’uomo afgano potrà scendere dall’aereo, ma che lei dovrà fare altrettanto. Lei rifiuta di muoversi finché non lo vedrà “con i suoi occhi” scendere la scaletta. Quando gli assistenti di volo accompagnano l’incredulo passeggero afgano all’uscita, Elin scende dall’aereo con il viso solcato da lacrime di gioia, salutata dall’applauso del resto dei viaggiatori. Ce l’ha fatta.

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Cosa rischiano ora Elin e l’uomo afgano di 52 anni

Elin rischia ora un procedimento legale mentre l’uomo afgano di 52 anni sembra che verrà comunque deportato. L’Afghanistan al momento è considerato un Paese “sicuro” da molte nazioni, ragion per cui le richieste d’asilo da suoi cittadini vengono rifiutate da quasi tutte le nazioni dell’Unione Europea. Sarà, ma a testimonianza delle condizioni disperate in cui si trova la popolazione afgana, occorre ricordare il suicidio di un giovane di 23 anni, deportato a Kabul poche settimane fa. Alcuni giorni prima, la sua richiesta di asilo era stata respinta dal tribunale di Amburgo.

 

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