Rudolf Hess

Rudolf Hess, il suicida delfino di Hitler per cui tuttora ogni anno per un giorno i neonazisti sfilano per Berlino

Ogni anno centinaia di manifestanti neonazisti commemorano la morte di Rudolf Hess

Ogni anno centinaia di manifestanti neonazisti marciano per commemorare la morte di Rudolf Hess, l’unico personaggio che abbia rappresentato un rovesciamento dei ruoli: da nazista a quello di vittima. Hess si sarebbe suicidato nel 1987 nel carcere di Spandau, Berlino. Attorno alla sua morte e a un episodio simbolo che lo coinvolge, avvenuto nel 1941, si condensa però un alone di mistero e di poca chiarezza ancora oggi non dissolto, nonostante il figlio abbia dedicato molto tempo a fare luce sulle vicende. Oggi Hess è diventato un punto di riferimento per molti giovani.

Chi era Rudolf Hess

Una delle figure più controverse del nazismo, Rudolf Hess fu fatto passare per pazzo e costretto a tacere per più di 40 anni in completo isolamento, anche dopo la scarcerazione, nel 1966, degli altri imputati del processo di Norimberga. A suggerire il trattamento riservatogli fu comunque lui stesso, sin dal suo arresto, tramite l’ultima lettera indirizzata direttamente al Führer: «Se questo piano dovesse fallire, nega qualsiasi responsabilità. Dì solo che sono pazzo». Nacque ad Alessandria d’Egitto il 26 aprile 1894 e si trasferì presto in Baviera con la famiglia. Come la maggior pare dei giovani tedeschi dell’epoca, sposò la causa patriota durante il primo conflitto mondiale, condividendo inconsapevolmente la guerra col giovane Hitler. Il tragico destino della sua patria dettato dalle clausole del trattato di Versailles gli pesò più delle disgrazie personali e familiari subite nel frattempo. Nel 1920 rimase affascinato dalle parole di quello stesso sconosciuto carismatico. Si iscrisse quindi al partito nazionalsocialista e in breve tempo divenne il braccio destro di Hitler tanto nelle apparizioni pubbliche quanto nella vita privata. Gli fu fedelissimo sino alla fine dei giorni e nonostante gli accesi diverbi avuti a partire dagli anni trenta. 

Il misterioso volo del 10 maggio 1941

Sei anni dopo fu declassato a terza carica del Reich per via della sua visione moderata: Hess non condivideva in pieno le convinzioni di Hitler e si illudeva che il suo fine fosse la pacificazione europea. L’intento pacifico di Hess non venne meno di fronte all’Anschluss, né all’invasione polacca, né a quella francese. Il 10 maggio 1941 poi tentò un’impresa ancora oggi inspiegabile: volò in Scozia per chiedere una pace separata all’Inghilterra, probabilmente per preparare un successivo dispiegamento in forze sul fronte sovietico. Venne incarcerato subito dopo a Londra e dato per pazzo. Le ragioni del viaggio non sono state mai chiarite e da allora fu rinchiuso e trincerato nel silenzio, scontando pene di isolamento severissime. Al processo di Norimberga nel 1946 fu condannato all’ergastolo per cospirazione contro il trattato di Versailles e crimini contro la pace. Quando l’ormai debole e affaticato 93enne venne trovato morto nel carcere di Spandau, il 17 agosto 1987, si parlò di suicidio: Hess si sarebbe impiccato con un filo elettrico. Quest’ultimo però non è mai stato rinvenuto assieme ad altre prove tangibili e a testimoni ufficiali oculari. La vicenda rimane immersa nell’incertezza così come i dettagli dei referti dell’autopsia. Sono in tanti a chiedersi quanto il suo piano utopistico avesse in comune con quello di costruire un ponte esoterico tra Germania e Inghilterra, e tanti altri a credere piuttosto nella tesi di un omicidio.

Disordini durante la manifestazione che si svolge ogni anno

Il giorno della notizia della morte di Rudolf Hess, un folto gruppo di persone si radunò davanti al carcere in protesta con corone di fiori. Come ogni anno, anche quest’anno, al 31esimo anniversario di quella data, una folla di centinaia di neonazisti ha partecipato a una marcia commemorativa. Prevista inizialmente presso il carcere di Spandau, è stata poi spostata verso Friedrichshain. Altrettanti sono puntualmente i manifestanti contro i neonazisti a tenere un sit-in a metà corteo. Per la manifestazione sono stati impiegati 2300 poliziotti. Nonostante la manifestazione sia stata bandita a più riprese, la vicenda del gerarca nazista Rudolf Hess continua a suscitare vivo interesse.

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Immagine di copertina: © WWIIHITLERTHIRDREICHHISTORY, RUDOLF HESS, CC BY 2.0