«Sono musulmano, non terrorista!»: l’Islam tedesco scende in piazza per la pace

Martedì sera si sono riunite nella Gedächtniskirche molte persone. Tanti i rappresentanti del governo federale tedesco e del Land, ma anche molti cittadini di tutte le religioni, tra cui un buon numero di musulmani, tutti insieme per commemorare le vittime del tragico attentato ai mercati di Natale di Breitscheidplatz.

MuslimeGegenTerror. La reazione della comunità musulmana berlinese è stata rapida e decisa: uomini, donne e bambini si sono mobilitati prima sui social con l’hashtag #MuslimeGegenTerror, musulmani contro il terrore, poi martedì pomeriggio hanno voluto manifestare con la loro presenza nella piazza dell’attentato la loro condanna alla strumentalizzazione dell’Islam per giustificare gli atti di violenza che negli ultimi giorni si sono verificati a Berlino, in Europa, nel mondo.

Con un susseguirsi di messaggi sui social molte comunità islamiche in tutta la Germania hanno voluto esprimere vicinanza alle vittime dell’attentato, prendendo le distanze da quella che di fatto è un’interpretazione forzata e violenta delle parole del Corano. “Noi giovani musulmani ci siamo per te, qui al mercatino di Natale di Francoforte. Parla con noi”. Come a Berlino, anche a Francoforte si sono riunite molte persone in piazza a chiedere di non cambiare l’atteggiamento di inclusione verso la comunità islamica. Alcuni cartelli recitavano “Sono un musulmano, non un terrorista!”.

La comunità che più ha preso parte alle manifestazioni a Berlino e a Francoforte è la Ahmadiyya Muslim Jamaat Deutschland. Il movimento Ahmadiyya è uno dei 73 gruppi islamici, di estrazione sunnita, che fanno riferimento a Mirza Ghulam Ahmad, fondatore del movimento nato in un villaggio del Punjab e che ha reinterpretato il Corano all’insegna del motto “Amore per tutti, odio per nessuno” ripreso poi dalle piazze e dai social in questi giorni, per incoraggiare il dialogo interreligioso e condannare radicalmente la violenza e il terrorismo. Un’ulteriore condanna dell’attacco è arrivata immediatamente dal Consiglio di Coordinamento dei musulmani in Germania per voce di Erol Pürlü: “Il terrore ha mostrato ancora una volta il suo terribile volto. Esso non si ferma di fronte a persone innocenti e di fronte a ciò che è sacro: gli esseri umani”.

Una dichiarazione di vicinanza alle vittime e condanna allo stesso tempo dell’attentato è arrivata quindi da gran parte del mondo musulmano tedesco, che si troverà di fronte un popolo che, nonostante le paure, continuerà ad approcciarsi al tema Islam con uno sguardo pragmatico e aperto. La Germania ormai è diventata meta di immigrazione privilegiata e sono quasi sei milioni i musulmani che vivono nella Repubblica Federale Tedesca, che dagli anni ’60 ospita lavoratori da tutto il mondo e in particolare turchi. Molti di loro non sono rifugiati politici, ma immigrati economici: molti ormai fanno parte di quella seconda o addirittura terza generazione che è cresciuta e perfettamente integrata nella società tedesca, e vive una forma secolarizzata di Islam totalmente aliena dall’estremismo religioso.

In copertina: foto di repertorio

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