Germania, 301 decessi in un giorno, ma “solo” 2138 contagi, mai così pochi da un mese. Il bollettino Land per Land

La situazione in Germania alle 9:00 del mattino di mercoledì 15 aprile

Continuano a calare i numeri ufficiali dei contagi in Germania: ieri – martedì 15 aprile – “solo” 2138, non erano stati così pochi dal 17 marzo (2095). Il calo è costante dall’8 aprile, ovvero da una settimana. Per quanto è innegabile che i giorni di feste pasquali possano aver condizionato la raccolta dei dati, un trend simile può portare un pizzico di ottimismo. Le guarigioni ieri sono state ben 3900. L’8% dei casi attivi al momento versa in condizioni critiche. In totale in Germania ci sono 132210 casi confermati, pochi più di quanti ce ne sono in Francia (131362), ma meno degli Stati Uniti (609422), Spagna (174060) e Italia (162488). Se si parla di decessi (3495) è il settimo paese dopo Stati Uniti, Italia, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Iran e Belgio. Nella giornata di ieri la Germania ha vissuto la seconda giornata più tragica dall’inizio della pandemia, 301 in sole 24 ore. Era stata peggiore solo l’8 aprile (333). Nel frattempo, a seguito dello studio dell’Accademia degli scienziati Leopoldina, nel Paese si parla di riaperture graduali. Oggi la Merkel avrà una conference call con i governatori delle varie regioni per definire la fase due. Molti Länder, come la Baviera e il Brandeburgo, sono contrari alla riapertura delle scuole. Parallelamente, con punti diversi, ma altrettanto critici alle soluzioni finora paventate, l’associazione dei ristoratori, la Dehoga, ha invece dichiarato che ciò di cui si parla, ovvero una riapertura dei ristoranti fino alle 18 di ogni giorno, non garantirebbe ai ristoranti la possibilità di generare vendite. Si spinge per un orario che arrivi fino alle 22. “I costi di un’azienda eno-gastrononica sono troppo alti per generare guadagno rimanendo aperti fino alle 18”. 

Il bollettino Land per Land

La Baviera continua ad avere il triste primato sia di vittime (834) che di contagi (33329) ovvero rispettivamente 57 e 584 più del giorno precedente. Il trend, guardando gli ultimi 7 giorni, è però positivo. Grave, ma anche qui, con un forte rallentamento dei contagi, la situazione anche in  NordReno-Vestfalia dove si sono registrati “solo” 222 casi in più rispetto al giorno precedente, per un totale di 27206. Più distante il Baden-Württemberg (25289, ma con più decessi del NordReno-Vestfalia, 756). Più distanti tutte le altre regioni, a partire dalla Bassa Sassonia con 8070 casi e 223 decessi. I dati sono presi dal Berliner Morgenpost. Nella tabella qui sotto vedete, nell’ordine, il numero di contagi complessivi, i casi risolti positivamente e il numero di decessi. Non si modifica la situazione per cui gli ex Land dell’Est hanno molti meno casi di quelli dell’Ovest. Brandenburgo, Turingia, Sassonia-Anhalt, Meclemburgo-Pomerania anteriore sono tutti negli ultimi posti della classifica. Solo la Sassonia e Berlino (che è Ossie solo in parte) si trovano a metà, anche se c’è da sottolineare che la Sassonia è l’unico Land federale in cui il trend dei contagi negli ultimi 7 giorni è in rialzo.

Berlino, il bollettino quartiere per quartiere

All’inizio di aprile ben 23 ospiti della casa di cura Hermann Radke di Berlino, nonché 6 impiegati, erano stati dichiarati contagiati di Coronavirus. Di loro sei, tutti con patologie pregresse, sono al momento deceduti. Gli altri sono invece in via di guarigione. Ad aver accelerato il focolaio sembra sia stata una partita di bowling organizzata a metà marzo prima delle restrizioni. A dichiaralo è l’amministratore delegato della struttura. La struttura è al momento ancora in quarantena. In città al momento ci sono 4667 casi e 62 decessi, rispettivamente 69 e 6 in più del giorno precedente, meno dei giorni precedenti. Il trend negli ultimi 6 giorni è in continuo calo. Quasi identico il sesso dei contagiati; 2360 uomini, 2367 donne (di 9 non si hanno informazioni al riguardo). L’età media dei decessi è 81 anni. Nello specifico: 2 hanno tra i 40 e i 49 anni, 5  tra i 50  e i 59 anni, 5 tra i 60 e i 69, 12 tra i 70 e i 79, 38 oltre gli 80 anni. Nella tabella qui sotto potete vedere il numero di contagi e di decessi per quartiere.

Un occhio ai dati: Johns Hopkins vs Robert Koch Institut

I dati che prendiamo sono presi dalla Johns Hopkins University, la prestigiosa università statunitense che – a differenza del Robert Koch Institut – aggiorna i suoi dati attraverso diverse fonti, comunque tutte attendibili, come le autorità sanitarie di ogni regione, la pagina dell’OMS e le segnalazioni di medici e statistici.

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