Basta Milano. Barenboim apre un’accademia per musicisti a Berlino. Ecco dove

Daniel Barenboim lascia l’incarico al Teatro alla Scala. Non più andirivieni tra Berlino e Milano, tra il Teatro scaligero e la Staatsoper Unter den Linden.

Il 7 dicembre, Daniel Barenboim è salito sul palco del teatro milanese dirigendo il Fidelio di Ludwig van Beethoven e salutando per l’ultima volta il suo pubblico. Il direttore argentino-israeliano lascerà prima della fine del contratto la direzione artistica del teatro italiano per dedicarsi anima e corpo ai suoi impegni berlinesi all’Opera di Stato. Intervistato durante la Prima scaligera dal canale televisivo franco-tedesco Arte, il direttore afferma che La Scala merita qualcuno che possa essere presente e partecipe sempre. “Io ce l’ho messa tutta – dice – in termini di tempo e di energie. Tuttavia reputo corretto per il bene del teatro lasciare lo spazio a qualcuno che possa occuparsene a tempo pieno”.

C’è un altro progetto però che sta particolarmente a cuore a Daniel Barenboim: la fondazione dell’accademia “Barenboim-Said” per la West-Eastern Divan Orchestra. La nascita di questa orchestra, composta da giovani israeliani e palestinesi, si deve all’impegno del direttore e di Edward Said, scrittore palestinese naturalizzato statunitense. Insieme hanno fortemente voluto mettere insieme giovani eccellenti musicisti provenienti da paesi in guerra, dando loro la possibilità di applicarsi a un progetto comune che andasse al di là dei conflitti. Difficile ed azzardato, ma ce l’hanno fatta. Insomma la musica ha vinto su tutto.

Dopo l’abbandono della Scala, Herr Barenboim accanto ai suoi impegni con l’opera di Berlino si metterà di impegno per far sì che lAccademia della Divan Orchestra possa aprire le sue porte nel 2016, proprio vicino alla vecchia sede, in via di rinnovo, della Staatsoper Unter den Linden. L’accademia avrà anche una sala concerti per 622 persone, progettata dall’architetto americano Frank Gehry. Una parte dei lavori di costruzione sono finanziati dallo stato tedesco per un totale di 20 milioni di euro, un’altra parte da privati. Tra i primi donatori un nome italiano: il presidente italiano Giorgio Napolitano.

Un modo questo anche per ricordare Said, l’amico caro con cui questo progetto ha visto la luce e che è scomparso nel 2003.

Foto (c) Carlos Choin