Berlino avrà nuovamente il Tacheles (che sarà diverso, ma sarà lì)

Lo si sapeva già da tempo, ma con il mese di aprile il momento è arrivato: cominciano i lavori sull’area che, fino allo sgombero avvenuto nel settembre 2012, ospitava il Tacheles, casa d’arte simbolo della Berlino che fu. L’impresa Perella Weinberg, che due anni fa ha acquistato il lotto di 25.000 metri quadrati su cui sorgeva l’ex centro sociale, intende ristrutturare l’intera area e farne una zona residenziale.

I lavori. In questi giorni cominceranno prima di tutto i lavori di scavo, che prevedono anche la demolizione di alcune vecchie cantine ancora esistenti. Sull’area, che si estende da Friedrichstraße a Oranienburger Straße, sorgerà in pratica un nuovo quartiere, con uffici, ristoranti, negozi e un hotel. I lavori, che saranno curati dal rinomato studio di architetti svizzero Herzog & de Meuron, prevedono anche la costruzione di 450 appartamenti. La promessa dei proprietari è che l’ex Tacheles sarà ristrutturato in conformità alla sua natura di edificio storico e utilizzato per scopi culturali. Staremo a vedere.

Il Tacheles, ovvero la storia di Berlino.  Centro sociale e galleria d’arte dal 1990 fino al 2012, il Tacheles è stato uno degli emblemi della scena culturale berlinese, un luogo popolato da artisti di tutto il mondo e visitato da centinaia di migliaia di persone ogni anno. Nel settembre 2012 la chiusura dopo 22 anni, legata alla vendita del fondo immobiliare per 150 milioni di euro. Lo sgombero del Tacheles resta tuttora il simbolo della gentrification a Berlino, quel processo di imborghesimento sia sociale che urbanistico che sta rendendo la città sempre meno spontanea e più cara. Oranienburgerstraße, un tempo strada principale di un’intera area da riqualificare, dopo aver attirato l’attenzione dei tanti artisti e locali che avevano deciso di farne la loro sede anche grazie al basso costo degli affitti, è ora una tranquilla zona residenziale, come ne esistono ovunque. E Berlino svende il suo fascino.
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Foto di copertina: il Tacheles nel 2008 – © de.Okin