Vedere Nosferatu al Transilvania Film Festival è ben più che suggestivo

Le eccezionali immagini di Friedrich Wilhelm Murnau trovano caso sul megaschermo di un castello semi abbandonato della Transilvania

Nosferatu è uscito nei cinema tedeschi il 4 marzo 1922, nel pieno di quegli anni passati alla storia come Repubblica di Weimer. Cento anni dopo quel film è ancora considerato non solo un capalavoro dell’espressionismo, ma più in generale del cinema horror.

Nonostante il bianco e nero e il muto, è ancora una pellicola capace di tenere gli spettatori incollati alla poltrona.  Tutte queste suggestioni si amplificano se la proiezione avviene in un luogo già suggestivo, e non a caso terra di leggende di vampiri, come la Transilvania.

È quanto è accaduto il 18 giugno scorso all’interno del Castello Bannfy in occasione del Transilvania Film Festival, la più importante kermesse cinematografica rumena (e tra le maggiori dell’est Europa) che ha sede da dal 2002 a Cluj-Napoca, capoluogo della regione.

 

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La proiezione al Bonțida Bánffy Castle di Nosferatu

La proiezione nel castello non è stata “muta”, ma accompagnata  dall’orchestra ufficiale ungherese di Cluj-Napoca La Transilvania da sempre è terra di confine, c’è una fortissima comunità ungherese frutto di una storia comune. Le musiche, originali, sono state composte da Simona Strungaru per la direzione del tedesco, Stefan Geiger. Il progetto infatti non è stato solo il frutto dell’impegno del Transilvania Film Festival, ma anche del locale Goethe Institute e dal Centro Culturale Tedesco Cluj-Napoca. Ecco qualche immagine della serata.

Nosferatu, uno dei capolavori di Murnau

Nosferatu è liberamente ispirato al romanzo Dracula di Bram Stoker del 1897. La storia parte da un inseguimento, quello dell’agente immobiliare Hutter (Gustav von Wangenheim) con un cliente, il misterioso conte Orlok (Max Shreck), alla ricerca di una nuova residenza.

Durante un viaggio in Transilvania l’agente inizia a sospettare della natura oscura del cliente, un sospetto che cresce ulteriormente quando viene rivelata l’attrazione di Orlok per il sangue umano nonché la sua fascinazione per Ellen, moglie proprio Hutter (Greta Schröder).

Girato a Babelsberg, la Cinecittà di Berlino (o meglio di Potsdam, la città che le è accanto), Nosferatu è tuttora uno di quei film ricco di iconici fotogrammi in grado di evocare un intero mondo di suggestioni, merito di una regia e di una direzione della fotografia che giustamente si studia ancora nelle scuole di cinema.

Negli anni successivi, Murnau firmò una serie di altri capolavori in Germania (L’ultima risata e Faust), prima di trasferirsi a Hollywood dove, a parte il primo lavoro, Aurora (1927), non riscosse il successo che ci si aspettava. Morì nel 1931 a 43 a causa di un incidente stradale a Santa Barbara.

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