La storia di Guglielmo: da Napoli a Berlino per poter esprimere a pieno la propria creatività

La nostra intervista a Guglielmo, giovane illustratore e musicista di Napoli che a Berlino è riuscito a esprimere completamente il suo spirito artistico e creativo

Guglielmo non si definisce un artista. Il suo lavoro artistico – che include la scrittura, le arti grafiche, il teatro e la musica – l’ha sempre vissuto come qualcosa di personale. Ci racconta infatti che non ha mai cercato attivamente una svolta professionale in tal senso. L’unica occasione in cui ha reso la sua passione un lavoro è arrivata per caso, quando Massimo Di Lena – del duo napoletano Nu Genea e amico di lunga data – gli propose di improvvisarsi cantante per un loro progetto. Da lì a poco arriva anche la proposta di trasferirsi con loro a Berlino. Ora sono passati 7 anni e Guglielmo vive ancora nella capitale tedesca. Ciò che trapela dal suo racconto di Berlino è un rapporto complesso, a tratti ambivalente, che lo fa stare in bilico tra l’impulso di scappare e quello di non andarsene mai.

«Berlino è una città che ce l’ha fatta a conquistarmi»

Originario di Napoli, Guglielmo ha trovato l’opportunità di esprimersi a pieno solo a Berlino. «Non ho mai vissuto una tale libertà di spirito come qua a Berlino», dice. Per lui il trasferimento è arrivato per caso e non è stato spinto da motivazioni professionali. Ciononostante, a sottolineare la differenza con la sua città d’origine, Berlino, tramite la collaborazione con i Nu Genea, ha reso per la prima volta la sua arte un lavoro. A trattenerlo, però, non sono stati solo i numerosi stimoli artistici e lo spirito di libertà che si respira in città, ma anche una questione affettiva. «Quando ho pensato per la prima volta di andarmene da qui, ci ho riflettuto molto perché a Berlino ho messo le radici.» Berlino è la seconda casa di Guglielmo, un luogo dove è riuscito a costruirsi un contesto famigliare. Infatti, anche dopo 7 anni, non prende seriamente in considerazione l’idea di andarsene, tanto meno di tornare in Italia. «Quando me ne vado, sento sempre che devo tornare a Berlino», e aggiunge «io sono migliorato come essere umano da quando vivo qua, certi valori in cui ho sempre creduto, a Berlino sono normalità, e affermarli non è più una lotta come in Italia. In questo non ringrazierò mai abbastanza questa città».

Una delle illustrazioni di Guglielmo Corduas ©Guglielmo Corduas

Una delle illustrazioni di Guglielmo Corduas ©Guglielmo Corduas

L’altra metà di Guglielmo: l’amore per Napoli

Guglielmo ha la fortuna di essere cresciuto in un contesto famigliare culturalmente molto stimolante. In seguito alla separazione dei suoi genitori, ha passato l’infanzia con la madre e il fratello più grande in un meraviglioso parco del Vomero, Villa Lucia. Ricorda quegli anni come pervasi da un senso di libertà assoluta. Era un posto da sogno per un bambino, racconta Guglielmo, pieno di natura, rovine ottocentesche e passaggi segreti. Iniziò a dipingere per la prima volta all’età di 10 anni con ciò che trovava in giro: cartongesso da buttare e tinte naturali. A 13 anni, spinto dal bisogno di cambiare ambiente, si trasferì a casa del padre, a Bagnoli. Il padre allora era uno stimato avvocato e professore universitario e in casa si respirava una fortissima passione per l’arte e soprattutto per la letteratura. Questo diede modo a Guglielmo di crescere in un ambiente particolarmente arricchente. Tuttavia, la convivenza con il padre, gli trasmise un rigore che si scontrerà per sempre con il lato creativo e sentimentale del suo carattere. «Mio padre è una persona estremamente organizzata. Lui è sempre stato un esempio di come andrebbero fatte le cose», racconta Guglielmo.

Una delle illustrazioni di Guglielmo Corduas ©Guglielmo Corduas

Una delle illustrazioni di Guglielmo Corduas ©Guglielmo Corduas

«Era una battaglia con me stesso, perché io non me ne sarei mai andato»

L’ambiente in cui è cresciuto Guglielmo ha dato forti stimoli alla sua creatività, la quale però ha sempre dovuto scontrarsi con una certa solitudine. Suo fratello maggiore diventò avvocato ed iniziò a lavorare come professore di Giurisprudenza a Parigi. Guglielmo, invece, non aveva trovato la piena realizzazione nel suo percorso di studi, aveva bisogno di altro. A 16 anni, appassionatosi alla letteratura irlandese e scozzese, decide di abbandonare il liceo classico Umberto I di Napoli per trasferirsi in Scozia, dove si diplomò al Fettes College di Edimburgo. Preso il diploma, indeciso sul suo futuro, rifiutò varie proposte universitarie in Inghilterra per tornare in Italia, dove si iscrisse a Giurisprudenza alla Luiss Guido Carli di Roma, una scelta solida e molto incentivata dalla sua famiglia. Capendo che quella non era la sua strada, dopo due anni tornò a Napoli e si iscrisse ad una triennale in Architettura Urbanistica, Paesaggio e Ambiente, un ramo della facoltà di architettura della Federico II. Nel frattempo, però, iniziò a seguire un corso di teatro che lo appassionò a tal punto da formare una personale collaborazione con altri ragazzi e che gli insegnerà tantissimo nel campo della rappresentazione espressiva. Il teatro occupava la maggior parte delle sue giornate e divenne presto la sua priorità. Rimaneva, però, quella tiepida solitudine che lo farà sempre sentire insicuro. «Mentre mia madre empatizzava molto con il mio lato artistoide, era l’approvazione di mio padre che cercavo. Lui non mi ha mai ostacolato, anzi, ma venendo dal dopoguerra, non mostrava, nei confronti delle mie attività artistiche, lo stesso entusiasmo che gli vedevo negli occhi quando, per esempio, studiavo legge o scrivevo come ricercatore all’università».

Dal teatro alla musica

Dopo l’esperienza di Napoli, Guglielmo non riprenderà più teatro. La chiusura di quel capitolo però gli diede modo di iniziare il suo percorso nel mondo della musica. «Ho incontrato Massimo a Stromboli, dopo anni che non ci vedevamo», racconta Guglielmo, riferendosi a Massimo Di Lena dei Nu Genea. Si ritrovarono in un terrazzo dell’isola sulla costa siciliana con un bicchiere in mano. «Senti, io e Lucio (Lucio Aquilina, secondo membro dei Nu Genea) abbiamo appena completato un disco con una serie di nostri amici musicisti, sono tutte tracce strumentali e da un po’ penso ci possano stare delle voci. Tu come ci canteresti sopra?», gli chiese Massimo. Finita la vacanza tornarono a Napoli per registrare tutto. Passarono tre mesi nello studio di registrazione dei Nu Genea, al Vomero, in un mini-loft sopra il tetto di un palazzo. Finita quell’esperienza, Massimo gli disse che lui e Lucio si sarebbero trasferiti a Berlino, perché Napoli non riusciva a dar loro il riconoscimento che stavano cercando. «Andai con loro, lanciandomi in questa avventura per la musica» dice Guglielmo. Lasciare Napoli non è mai stato facile. «Era sempre una battaglia con me stesso, perché io non me ne sarei mai voluto andare del tutto, ma ho dovuto». Guglielmo ci spiega che l’anima vera di Napoli ormai si è rovinata, la mala-gestione della città, castrando, alla lunga, qualsiasi innovazione, estro o seria prospettiva, ha creato una frustrazione pesantissima nel cuore del tuttora incredibile capitale umano della città.» «Io sono infelice se non riesco, in qualche modo, ad esprimere la mia creatività e l’università a Napoli, come in tutta l’Italia, è diventato un ambiente molto sterile, dove non c’è molto scambio».

Un dipinto di Guglielmo ©Guglielmo Corduas

Un dipinto di Guglielmo ©Guglielmo Corduas

La vita a Berlino: la collaborazione con i Nu Genea

Deciso a continuare gli studi in un altro contesto, Guglielmo arriva a Berlino, dove, per accontentare il padre, si era iscritto ad un master in Corporate Social Responsibility, che tuttavia non concluderà mai. Nel frattempo, per mantenersi, iniziò a lavorare nella gastronomia che si rivelerà essere un mondo a lui molto affine a lui. Non abbandonò, però, la sua dedizione per l’arte, iniziando una diversa collaborazione con i Nu Genea e, come grafico, disegnando la copertina dell’album The Tony Allen Experiments, e proseguendo con il più recente album Nuova Napoli e continuando poi nella realizzazione di copertine anche per altri musicisti, come per gli album Natural Race e Melodj Mecca del duo Stump Valley. Tuttavia, il suo ruolo non si limitò limita solo alla parte grafica. «L’album Nuova Napoli è nato da un’energia magica che si respirava in casa in quel periodo. Parlavamo di musica tra di noi, passavamo delle serate intere in camera mia o in studio, ognuno col suo computer a cercare musica, finché qualcuno non trovava una traccia interessante.» Ora la collaborazione con i Nu Genea è finita, ma Guglielmo sta continuando a fare musica. «Berlino è una città che ce l’ha fatta a conquistarmi», dice parlando della città che lo ospita da 7 anni. Non per questo però rinnega le sue origini. «Io mi sento molto italiano. Mi rende orgoglioso essere riconosciuto come italiano».

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Immagine di copertina: Guglielmo Corduas