Germania, centinaia di dipendenti della Chiesa cattolica si dichiarano queer

Contro le discriminazioni sul luogo di lavoro 125 dipendenti della Chiesa cattolica in Germania hanno fatto coming out dichiarandosi queer

In un atto che non ha precedenti 125 tra sacerdoti, insegnanti di religione, dipendenti dell’amministrazione, tutti dipendenti della Chiesa cattolica tedesca, si sono dichiarati queer. Il coming out di massa è stato fatto per chiedere la fine delle discriminazioni per le persone queer sistematicamente adottate dall’istituzione religiosa. I dipendenti chiedono che venga attuato un cambiamento nel diritto del lavoro della Chiesa in modo che l’orientamento sessuale e l’identità di genere non siano più motivo di licenziamento. Inoltre, le dichiarazioni diffamatorie sul genere e sulla sessualità devono essere rimosse dagli insegnamenti portati avanti dalla Chiesa.

La campagna di sensibilizzazione #OutInChurch. Per una Chiesa senza paura”

Il coming out dei 125 dipendenti è solo il primo atto di una campagna di sensibilizzazione chiamata “#OutInChurch. Per una Chiesa senza paura”. L’obiettivo è che tutti coloro che appartengono alla comunità lgbtq+ che lavorano all’interno della Chiesa cattolica possano esprimere liberamente il loro orientamento sessuale e vivere completamente la loro identità senza paura di perdere il posto di lavoro. I promotori dell’iniziativa hanno anche chiesto il supporto dei vescovi tedeschi per portare avanti la loro campagna e per ottenere uguali diritti per gli appartenenti alla comunità lgbtq+ che lavorano nella Chiesa cattolica.

La testimonianza di Monika Schmelter, costretta a nascondere per 40 anni il fatto di essere lesbica

Sintomatica di questa totale chiusura nei confronti dei dipendenti queer da parte della Chiesa cattolica è la storia di Monika Schmelter riportata da Zdf. Schmelter ha infatti dovuto tenere segreto il suo orientamento omosessuale per più di 40 anni. La donna, infatti, lavorava per la Caritas ma il suo segreto era trapelato. Il capo di Monika le aveva detto che se avesse mantenuto il segreto avrebbe potuto continuare a lavorare. Se, invece, avesse dichiarato la sua omosessualità avrebbe perso il lavoro. Oggi Monika è felicemente sposata da alcuni anni con un’altra donna.

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Immagine di copertina: Bandiera arcobaleno queer Bild von Sabrina_Groeschke auf Pixabay