Tiziana Longo, Über Wasser

Über Wasser, a Berlino nel festival “sull’acqua” anche l’italiana Tiziana Longo

Il Festival Über Wasser presenta lo spettacolo “ACQUA/Come pietre sul letto del fiume” della performer italiana Tiziana Longo

Il Festival di tre giorni propone, presso la nuova galleria “Kunstbrücke am Wildenbruch”, opere nel campo delle arti visive, teatro, letteratura, danza e musica. Il luogo che vent’anni fa era un bagno pubblico, oggi ospita spettacoli e performance sperimentali che si ispirano al tema suggerito dallo stesso titolo, Über Wasser, sull’acqua: cosa potrebbe accadere in questo luogo sopra l’acqua? Cosa sappiamo dell’acqua? E come stiamo tutti riuscendo a tenere la testa fuori dall’acqua in questo momento? In questo contesto, sabato 18 settembre alle ore 16.00 Tiziana Longo presenterà il suo progetto “ACQUA/Come pietre sul letto del fiume“.

La performance

Si tratta di una performance live con musica composta e suonata dal vivo da Hoshiko Yamane e con installazione e costume di Almyra Weigel. Secondo le parole dall’artista stessa, sarà un’ esperienza spaziale, un viaggio”ichi-go ichi-e “, 一期一会, cioè un evento che capita una sola volta nella vita. Lo spettacolo è nato da un libro che Tiziana sta scrivendo, “Come le pietre sul letto del fiume/Drammaturgia del gesto, del movimento, del respiro e metodiche Butoh”, sulla danza giapponese Butoh.  

Tiziana Longo

Coreografa, artista performativa e insegnante, Tiziana è un’italiana residente a Berlino dal 2010 e profondamente legata al mondo orientale. Infatti, dopo la laurea in Arti dello Spettacolo all’Università di Bologna, ha vissuto per cinque anni in Giappone dove ha studiato presso il rinomato Kazuo Ohno Dance Studio. Qui, ha lavorato al fianco del maestro Yoshito Ohno, figlio di Kazuo Ohno, leggendario cofondatore del Butoh. Su questo tipo di danza contemporanea ha anche condotto una ricerca che ha coinvolto l’Archivio Tatsumi Hijikata all’Art Center della Keio University di Tokyo. Ha poi allargato la sua analisi alle danze orientali in Giappone, India, Nepal e Bali. Nel 2010 ha fondato, insieme a Motoya Kondo, la compagnia Motimaru con cui si è esibita alla Biennale di Venezia, al Festival Internazionale di Danza Lucky Trimmer e in più di 30 città in Europa, Asia e Australia. Oltre alle sue performance, conduce regolarmente classi e workshop intensivi e tematici a Berlino e all’estero. Il suo lavoro si concentra più che sulla forma dei movimenti, sul movimento dietro la forma stessa e sulle emozioni e memorie dietro il movimento.

La danza Butoh

Il Butoh è nato in Giappone negli anni Sessante e Settanta ed è una delle realtà più significative nella storia dello spettacolo del ventunesimo secolo. Ha fuso in sé l’antica tradizione giapponese con l’avanguardia artistica giapponese del secondo dopoguerra e la danza espressionista europea. I due grandi mestri furono Tatsumi Hijikata and Kazuo Ohno che portarono la danza al suo limite estremo, rompendo convenzioni e norme per rivelare la verità dell’essere umano. Per raggiungere questo obiettivo intrapresero due strade diverse, Tatsumi Hijikata affermava: “La forma va, l’anima segue”, mentre Kazuo Ohno diceva il contrario: “L’anima va prima, la forma segue”. Hijikata creò la prima scena avanguardista in Giappone dopo la seconda guerra mondiale, combinando dipinti, sculture e parole. Sviluppò così una danza profondamente basata sull’idea orientale del corpo, sulle sue necessità e verità. Ohno, invece, fu un eclettico ballerino solista che creò un suo stile originale unendo tango, pantomima, valzer, danza “moderna” e giapponese. Nonostante le differenze tra i due maestri, ciò che hanno lasciato non è tanto uno stile, quanto un metodo per approfondire anima e corpo ed è questo che ha reso il Butoh una danza universale.

 

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